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Ritrovamenti archeologici a Lumellogno

Lumellogno - Iin riferimento ai ritrovamenti archeologici di Lumellogno, ecco quanto ci scrive Carlo Miglavacca: "Una signora residente nei pressi degli stessi mi ha comunicato che nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 giugno ha visto alcune persone con le pile a girare dove stanno procedendo gli scavi archeologici... ed è preoccupante, perché l'area è tutta aperta. Mi sono preso l'impegno, qualora capitasse ancora, di essere avvertito immediatamente - a qualsiasi ora della notte - per provvedere al sopralluogo e avvertire le Forze dell'Odine. Ritengo indispensabile il sensibilizzare tutti, chiedendo la pubblicazione di un articolo, anche se la Sovrintendente non lo vuole per non pubblicizzare troppo i ritrovamenti, ma lei di notte dorme sonni tranquilli e dei ritrovamenti lo sanno tutti.  Durante gli scavi per realizzare le fondamenta di un complesso residenziale - prosegue Migliavacca - sono venuti alla luce reperti archeologici e la Sovrintendenza ha già provveduto ad intervenire per effettuare i delicati scavi al fine di recuperare e catalogare i ritrovamenti. Siamo solo all’inizio dei lavori, ma stanno venendo alla luce interessanti ritrovamenti. Il primo di questi pare essere una tomba funeraria (vedi foto), ma l’area interessata è piuttosto vasta (vedi altre foto fatte in zone diverse) e ci vorrà del tempo prima che si riesca a riportare alla luce tutto il materiale. A quanto pare, l’area interessata era già segnalata come “sotto vincolo archeologico” e non si capisce come mai il Comune di Novara abbia potuto rilasciare la licenza edilizia. Adesso, sicuramente, i lavori edilizi subiranno degli “stop” per permettere di effettuare tutti gli scavi e il recupero del materiale archeologico. Un problema grosso sarà la salvaguardia della zona interessata, al fine di non permettere a qualche “tombarolo” la predazione notturna. Ho fatto un veloce sopralluogo per verificare che nulla sia stato asportato e, per fortuna, è risultato tutto integro. Un’ottima cosa sarebbe il poter recintare la zona interessata ma, a quanto pare, l’impresa edilizia non è intenzionata a procedere. Proporrei alla Soprintendenza, visto l’importanza dei ritrovamenti, di interessare le Forze dell’Ordine novaresi e chiedere dei sopralluoghi notturni finalizzati alla salvaguardia dei ritrovamenti, che sono un patrimonio storico di indubbio valore".

La località dove sorge l’attuale Lumellogno è catalogata fra i più antichi insediamenti in tutto il territorio, sede di un abitato già nel periodo del bronzo (civiltà di Golasecca), attestato da ritrovamenti archeologici preistorici e anche romani, conservati al Museo civico di Novara. "Già nel 1971 - racconta Migliavacca - durante i lavori di preparazione di una risaia, vennero alla luce, nei pressi di Pagliate, i resti di una necropoli romana del primo secolo avanti Cristo. Quella scoperta ha acceso in alcuni abitanti di Lumellogno la passione per l’archeologia, una passione che è andata accentuandosi, facendo proseliti, fino a costituire il gruppo GAL (Gruppo Archeologico Lumellogno). Poco dopo il primo ritrovamento, viene scoperta un’altra necropoli nei pressi della “cascina Brusa” di Granozzo e poi un’altra ancora alla periferia di Lumellogno. Ma il “boom” delle scoperte archeologiche di questo Gruppo è del 1974, quando viene portato alla luce, a Ponzana, un “habitat” preistorico dell’ultima parte dell’età del bronzo; per la prima volta vengono scoperte quelle che possono essere considerate le basi delle capanne dell’uomo primitivo. Queste scoperte, probabilmente sottovalutate dalla Sovrintendenza di Torino, ha fatto sì che la stessa Sovrintendenza abbia acconsentito che i reperti fossero conservati a Lumellogno. È stato così che presso un’aula delle Civiche Scuole elementari del paese venisse realizzato un “antiquarium” in collaborazione con il Provveditorato agli studi e il Consiglio Circoscrizionale, che si è fatto carico delle spese per la realizzazione di tutte le vetrinette. I reperti di Pagliate, di Granozzo, di Lumellogno e di Ponzana sono stati puliti, catalogati, ricostruiti con l’amore e la delicatezza necessaria e costituivano l’orgoglio sia del Gruppo archeologico e sia di tutta la popolazione. Sembrava tutto a posto finché, nel 1981, si è fatta viva la Sovrintendenza di Torino e, senza alcun preavviso, si sono portati via tutti i reperti. Ancora oggi, siamo nel 2018, questi reperti conservati gelosamente a Lumellogno sono finiti negli “scantinati” di Torino, ritornando nell’invisibile".