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Roberta Giannitto, Rogika, si racconta

Roberta Giannitto, Rogika

Novara - Roberta Giannitto, in arte “Rogika” nasce a Catania nel 1981 e risiede a Novara. Libera professionista, docente di grafica pubblicitaria e post-produzione fotografica digitale, settori nei quali sviluppa una costante ricerca personale, tecnica ed artistica. Da sempre appassionata di arte, nel 2008 si avvicina al mondo della fotografia, non più solo come semplice appassionata e curiosa, ma studiando e affiancando professionisti del settore, tra il Piemonte e la Lombardia. I vari lavori realizzati e l’esperienza acquisita nel tempo le offrono l’occasione di collaborare con firme autorevoli della fotografia, artisti nazionali ed internazionali, con i quali ha l’opportunità di affinare la tecnica fotografica. A febbraio 2018 vince il Primo Premio della Giuria Ufficiale al concorso “C’era una volta Biandrate” con tre degli scatti del progetto “Fool & Rebirth”. Roberta organizza corsi, workshop ed eventi di fotografia tra il Piemonte e la Lombardia. Predilige nel suo settore, i generi di: Ritratto, Fine Art, Macro e Minimalismo. Si definisce molto curiosa, ama il mondo che la circonda, luoghi, persone, cose, emozioni, intimo e pubblico, tutto un bouquet di sensazioni che per un fotografo rappresentano la vita.

“Amo la fotografia perché ferma l’attimo che non si può ripetere. Amo la fotografia perchè mi fa compagnia nella cercata solitudine. Amo la fotografia perchè plasma l’idea che non so spiegare. Amo la fotografia perchè mi trasporta dove voglio io. Amo la fotografia perchè ogni momento perso non lo ritrovi più. Amo la fotografia perchè in ogni scatto ritrovi quel momento. La cosa più difficile in fotografia è rimanere semplici…. per questo amo complicarmi le cose! Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticata di svegliarmi. È arte la fotografia? Quien sabe? Chi lo sa e chi se ne importa? Mi piace!”

Abbiamo deciso di intervistarla e di condividere con tutti i nostri lettori l’esperienza di una persona che ha dimostrato di avere molto coraggio e ambizione oltre ad un eccezionale talento.

Roby, in poco tempo hai raggiunto grandissimi risultati. Quando hai cominciato a fotografare e quando hai capito che questo sarebbe diventato il tuo lavoro? "Scatto per passione da sempre, ma non ho mai pensato che sarebbe diventata con il tempo la mia professione, fino a quando, un po' per caso, decisi di affiancare e di collaborare con alcuni amici del settore e fondai una associazione culturale di foto e video produzioni, 10 anni fa. Da quel giorno partirono una serie di progetti fotografici e cortometraggi che hanno partecipato a diverse rassegne e concorsi...e con essi l'intento di formarmi professionalmente per poter offrire al pubblico e agli allievi un bagaglio culturale importante oltre che un servizio e dei prodotti di qualità."

Molti considerano il mondo della fotografia un ambiente ostile e poco vivibile. Sei d’accordo con questa linea di pensiero? "Lo è purtroppo, perché c'è tanta competizione, molto spesso poco sana, in quanto si tende a puntare più al guadagno che a ciò che si offre. Il committente in primis deve rimanere soddisfatto, ma noi fotografi dovremmo distinguerci soprattutto per la nostra originalità e creatività, prendendo spunto dai grandi del mestiere, ma con un occhio di riguardo ai concetti che vogliamo comunicare. Il pubblico non cerca dei cloni, e' alla ricerca di qualcosa che non ha mai visto."

Sul tuo sito è possibile vedere i bellissimi reportage che hai realizzato: si è trattato di lavori su commissione o di progetti personali? Cosa ti ha spinto a scegliere proprio quelle mete? "Entrambe le cose. Amo principalmente raccontarmi o raccontare temi attuali perché in quelli riesco a spaziare e a toccare più corde. Al 'bello' siamo abituati tutti, ma l'inusuale desta sempre scalpore e curiosità. Io sono alla ricerca della critica costruttiva, più che del complimento."

Alcune tue fotografie  hanno un carattere di denuncia o vuoi comunicare qualcos’altro? "Principalmente servono a sensibilizzare, ma  permettono anche ad ognuno di immedesimarsi. Del resto le mie fotografie parlano al 50% di me...e il resto è ciò che ognuno di noi vive o ha già vissuto."

Come è possibile, secondo te, far “passare il messaggio” usando la fotografia? Tu come ci riesci? "Non c'è una regola precisa...q ualcuno deve lavorarci un po' di più, per qualcun'altro è un dono innato...; è ciò che del resto fanno i pittori, gli scultori, i ballerini... tutti coloro che creano/producono 'arte' (se si può osare questa definizione). Qualcuno tempo fa mi disse che non è importante produrre una 'bella' foto, ciò che conta è che sia una 'buona' foto."

Le tue fotografie richiamano spesso a realtà e ambienti. Ci sono quindi dei messaggi che vuoi lanciare attraverso i tuoi scatti, quali in particolare o credi principalmente nella fotografia creata per un puro estetismo? "Non nascondo di essere sempre alla ricerca della perfezione, almeno per quanto riguarda la tecnica...ma non deve essere una costante. Puoi conoscere bene la tecnica fotografica senza saper esprimere però un concetto...come puoi lasciarti trascinare dall' istinto ed emotività senza applicare le regole....ma la verità è che devi, a mio avviso, essere un mix di entrambe le cose, se vuoi lasciare un piccola impronta del tuo operato."

Qual’è la cosa che trovi più difficile fotografando e quella che invece ti gratifica di più? "È molto difficile a tutt'oggi rapportarsi con le persone, se non crei empatia da subito... quando però ci riesci e il risultato finale è anche meglio di ciò che avevi previsto, quella é la massima gratificazione."

Hai obiettivi e aspirazioni precise per il futuro? "In un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo, ciò che mi auguro é di non perdere la fiducia in me stessa, di non lasciarmi trascinare troppo dagli eventi...e perché no, riprendere un nuovo studio per poter ampliare la mia attività."

Al giorno d’oggi la fotografia è un mezzo che si è esteso praticamente a tutti. Questa mercificazione la trovi deleteria per la professione del fotografo oppure credi che la fotografia debba essere un mezzo alla portata di tutti? "Decisamente deleteria... e non credo che debba essere alla portata di tutti, a meno che non ci si applichi e la si prenda seriamente come un qualsiasi altro impiego...anche perché a rimetterci sono i proprio i professionisti che hanno investito negli anni non solo economicamente, ma soprattutto sulla propria crescita personale. Ricordiamoci che un 'bravo' fotografo può permettersi di scattare anche con un cellulare e non ti accorgeresti della differenza rispetto a una comune reflex... perché chi conosce la fotografia sa inquadrare, gestire la luce e correggerne i difetti all'occorrenza."

Dai un consiglio agli utenti che ci seguono e che vogliono proseguire e investire sulla fotografia. "Leggete, documentatevi, seguite corsi/workshop/seminari validi, lasciatevi consigliare da chi ne sa più di voi, affiancate gli esperti, fate tanta gavetta, non abbattetevi perché di errori ne farete tanti durante il percorso, ci sarà chi vi criticherà, ma non mollate se avete passione e un messaggio ben preciso da comunicare. Per usare una frase di un mio vecchio progetto FAIL: 'non esistono casualità, sbaglia e basta. Il fallimento fa parte di te."

Grazie per le tue risposte: siamo sicuri che saranno utili a molti appassionati.

Francesca Riga