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Un altro arresto della Squadra Mobile per tentata estorsione

Incredibile storia che ha per protagonisti due ex fidanzati cinesi di 32 e 30 anni

Novara - Le pene d’amore hanno un prezzo e ne sa qualcosa una donna cinese C.X., classe 1983, che resasi conto dell’incompatibilità con il suo fidanzato, un connazionale C.G. classe 1985, ha tentato nell’agosto scorso di separarsene senza però riuscirci. Posto davanti alla scelta della compagna C.G. ha iniziato a ingiuriare, minacciare di morte e  perseguitare con continue telefonate, anche 50 al giorno, la donna,  sino ad arrivare a pretendere una ingente somma, come  “liquidazione” del loro rapporto sentimentale e che in caso contrario, le avrebbe reso la vita impossibile anche sul posto di lavoro, un noto ristorante cinese cittadino preso anch’esso di mira con assillanti telefonate ai datori di lavori. Costretta dalle pressioni dell’ex fidanzato, C.X., ha elargito una somma di 5.500 euro come cauzione  pensando di aver risolto le richieste di denaro dell’uomo. Purtroppo per la cinese, l’ex fidanzato non ha cessato le sue richieste estorsive giungendo, il 21 settembre scorso, ad esigere la somma di 8.000 euro che la vittima accettava di elargire pur di tornare a essere una donna libera. Non avendo però la disponibilità della somma richiesta la donna metteva in un trolley diversi gioielli e piccoli beni di valore lasciandola in pegno al suo aguzzino. Nell’affannosa ricerca del denaro la donna arrivava a richiedere il licenziamento ai suoi titolari ed esigere immediatamente il TFR proprio per consegnare il denaro all’ex compagno. La vicenda si è poi resa più critica quando della donna non si hanno più avute notizie poiché allontanatasi con l’ex compagno  alla ricerca del denaro. Temendo per il peggio, la locale Squadra Mobile ha attivato una complessa quanto veloce attività investigativa riuscendo a rintracciare i due nei pressi della stazione cittadina e traendo in arresto in flagranza di reato C.G. in ordine al reato di tentata estorsione. La misura coercitiva è stata poi convalidata dal G.I.P. novarese che in sede di scarcerazione ha imposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.