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UN GIARDINO DEI GIUSTI NEL CUORE DELLA CITTA’

Novara "Da tempo stavamo pensando a questa iniziativa: la nostra città ha espresso in più occasioni personaggi che, nella loro vita, hanno anteposto il bene altrui al proprio, soprattutto in momenti nei quali questa scelta rappresentava un grave rischio. Un luogo come quello che ci apprestiamo a intitolare oggi, in linea con quelli già individuati da numerose altre città dItalia e del mondo, ci sembra il modo migliore per onorarne lesempio davanti alla città".

Il sindaco Alessandro Canelli motiva con queste parole la scelta di istituire anche a Novara "un Giardino dei Giusti. Vero è prosegue che a molti dei personaggi meritevoli di questo riconoscimento la nostra città ha già intitolato vie, piazze, scuole, proprio come nel caso del primo Giustoche sarà qui ricordato, Monsignor Leone Ossola. Ma è anche vero che spesso la semplice intitolazione può essere in un certo senso fuorvianterispetto alle motivazioni che lhanno determinata. Un luogo come questo Giardino, come tutti i Giardini dei Giusti, non lascia spazio a interpretazioni: Giustoè quelluomo o quella donna che hanno salvato vite umane e che si sono battuti affinché i diritti umani non venissero calpestati in determinate situazioni, anche mettendo a repentaglio la propria vita. Il Giustoè chi agisce secondo la propria coscienza assumendosi una responsabilità, anche quando la sua azione, pur restando isolata, esprime il Bene".

Anche lindividuazione del luogo nel quale sorge il Giardino dei Giustidi Novara "è stata determinata spiega il sindaco dal desiderio di scegliere un luogo speciale che entrasse che fosse nel cuore della nostra città: ecco perché abbiamo pensato a questa zona del Parco dell’Allea, una zona verde e piantumabile oltre che molto frequentata dai cittadini che, leggendo i nomi di quanti qui saranno ricordati, potranno scoprirne le vicende e i gesti ammirevoli compiuti nella loro vita".

Monsignor Leone Ossola, frate cappuccino, nacque a Vallo di Caluso (Torino) il 12 maggio 1887. Fu nominato amministratore apostolico di Novara da Pio XII  il 19 ottobre 1943. Nei diciotto mesi che precedettero la fine del conflitto bellico, durante la lotta tra oppositori del regime e le forze tedesche di occupazione, si battè in difesa delle popolazioni della Diocesi, evitando i bombardamenti e ulteriori spargimenti di sangue mediando con grande saggezza lo svolgimento delle trattative che portarono alla resa dei nazifascisti e alla liberazione della città: il Vescovado fu in quei giorni la sede neutrale dei colloqui tra il comandante tedesco e i rappresentanti partigiani. Inoltre, nei giorni successivi alla Liberazione, si schierò senza esitazione in difesa delle persone a rischio di rappresaglia da parte dei partigiani, come avvenne nel caso delle donne del Servizio ausiliario femminile. Il 9 settembre 1945 fu nominato Vescovo di Novara, mantenendo questa carica fino al 1951, anno della sua morte avvenuta a Brescia. Nel dopoguerra, grazie a quanto fatto a tutela della popolazione, l'Amministrazione comunale volle proclamarlo “Defensor Civitatis”. E’ sepolto nella cripta della Cattedrale.