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Addio al prof. che capiva i giovani: Carlo Garavaglia

Trecate - Sono le ore 15.15 di giovedì 10 ottobre. In questo istante se ne va un pezzo importante, potremmo dire unico, della storia di Trecate: il professor Carlo Garavaglia. Citare i suoi interessi, le sue attività, le sue capacità, i suoi scritti e soprattutto la sua disponibilità non servirebbe un volume di un'enciclopedia, per un uomo che era soprattutto capace, semplice e sempre pronto a salutarti con un sorriso mentre era a passeggio per la sua Trecate con l'inseparabile moglie Miriam. Garavaglia aveva 76 anni, viveva nella sua abitazione in via Macallè a poche centinaia di metri dal centro storico e vederlo camminare per via Matteotti o in piazza Cavour ti rasserenava, perché era come il buongiorno prima di un buon caffè caldo. Cinque i figli della coppia (lei storica maestra delle Elementari ormai in pensione da anni): Mariagrazia, Anna Maria, Carlo Maria Marco e Chiara. E sei nipoti stupendi. 

Perché tutto parte dalla famiglia, quella solida, fatta di duro lavoro quotidiano, di impegno e di caparbietà. Valori che aveva imparato all'Oratorio dai Padri Giuseppini cui era molto legato. Poi c'era stato il diploma in Agraria; quel viaggio incredibile nell'Africa degli ultimi, quando ancora (siamo negli anni '60) erano pochissimi gli occidentali che andavano da quelle parti per prestare servizio di volontariato e dare un aiuto. E poi la creazione del gruppo Noi Giovani, formatosi nei primi anni '70, 'palestra' di vita e di politica in anni difficili ma ricchi di ideali: iniziativa che ebbe il plauso addirittura del Vaticano. E che dire dell'impegno da presidente del Coro don Gambino, portato dal cortile di case private a Trecate sino in... Piazza San Pietro sotto la direzione del maestro Giuseppe Menanno. 

Ma il prof. Garavaglia era anche un docente, di quelli illuminati, preparati e pronti a capire i giovani, con i quali gli era naturale parlare e confrontarsi. Tanti anni di 'Bonfantini', cui dedicherà anche un suo libro, sino a diventarne il vice Preside, per non parlare delle sue recenti ricerche per ricordare quando 'quel rocker' di Manuel Agnelli aveva frequentato la scuola di Vignale.

Il buono e placido Carlo era comunque una persona decisa e perbene, che non sopportava le astuzie e le furbizie. Questo lo si capì nei suoi anni di impegno in Politica prima nella Dc (anni '70) e poi alla guida di una lista civica (Azione popolare) che nei primi anni '80 ebbe il merito di aprire il fronte sulla crisi di credibilità (e moralità) dei partiti prima degli scandali dei primi anni '90. Fu più volte assessore e tentò anche di concorrere per la carica di Sindaco nel 1993, superato solo dall'ing. Magnaghi che aveva con sé un'autentica corrazzata contro una lista formata soprattutto da giovani (sempre loro nel destino del prof...) tra i quali spiccava un giovanissimo Enrico Ruggerone, poi divenuto sindaco e vice presidente della Provincia.

Carlo Garavaglia è stato anche docente all'Ute, Università della Terza Età, insegnando l'arte dell'Agricoltura e alcuni trucchi utili e necessari per avere un pollice verde, di cui lui era dotato in modo sopraffino, basti pensare alla sua vigna (e al suo vino) a Briona.

Ma il prof, come lo chiamavo incontrandolo per strada, era soprattutto un amico: di quelli capaci di un abbraccio sincero e che altrettanto sinceramente ti diceva se avevi fatto o scritto una cosa giusta o sbagliata.

Addio prof. Garavaglia. Ora il testimone passa ai cinque figli, ai nipoti e soprattutto a tutti i trecatesi perché facciano tesoro di una persona di questa statura. I suoi concittadini non si possono, anzi non si devono dimenticare di lui: persona capace, disponibile e seria. Qualità che oggigiorno sono sempre più rare, ma ci sono... Soprattutto nei giovani: quei giovani che lui capiva al volo e cui voleva un mondo di bene.

L'estremo saluto gli sarà tributato in chiesa parrocchiale la mattina di sabato 12 ottobre alle 9.30; il rosario invece sempre in chiesa parrocchiale venerdì 11 alle 17.30.

Gianmaria Balboni