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Addio, anzi... arrivederci caro Giancarlo

Trecate e tutto il Novarese perdono Antonietti, 71 anni, padre del volontariato e persona perbene
Giancarlo Antonietti

Trecate - Difficile raccontare in poche righe chi era e che cosa ha fatto e significato Giancarlo Antonietti per tutta la comunità trecatese (e non solo). Si è spento a 71 anni il 'papà' di mille e più iniziative legate al terzo settore, quindi a chi ha bisogno, a chi necessita di una mano e a chi ha un'idea ma non sa come renderla realizzabile. Eh sì, perché Giancarlo era il 'signor Wolf' (espressione cara per i cultori di 'Pulp fiction') di tutti quelli che lo conoscevano e, quasi quotidianamente, lo contattavano per un sostegno o anche un consiglio. Con i suoi 'Amici 52', creati dal nulla con un gruppo ristretto di coscritti e poi diventato un gruppo forte e vigoroso, aveva per primo creduto nella forza del volontariato, di chi dà senza chiedere nulla in cambio, ma solo per il gusto di vedere la soddisfazione e il sorriso di chi veniva aiutato. Proprio quel sorriso che era, con la sua erre moscia e i suoi baffetti, il marchio di fabbrica di un pensionato ormai, ma infaticabile attore e autore di innumerevoli iniziative.

Un passato da impiegato amministrativo in una nota azienda locale del tessile. E poi fac-totum con gli amici di sempre, quelli con la felpa arancione e il logo con l'arcobaleno, su tutti l'inseparabile amico Massimo Manzotti. Quegli Amici 52 capaci di organizzare un concerto, un evento, un Carnevale, una raccolta fondi, sempre destinata a qualcuno o qualcosa che fosse in un momento di necessità. 

Ricordo come fosse oggi quando per la prima volta mi invitò a casa sua in via Dante, tanti anni fa (20 o forse più) e alla mia domanda: "Perché fate tutto questo?", mi rispose con la semplicità disarmante dei gesti: "Dammi un cinque!", glielo diedi, e poco dopo sussurrò: "Non senti, caro Gianmaria, il calore e la forza delle due mani insieme che si uniscono per un unico scopo?". Perché lui era così, semplice, diretto e molto, molto capace...

Se n'è andato dopo che alla vigilia di un appuntamento cui teneva molto, il Falò di Sant'Antonio, era stato ricoverato al Maggiore d'urgenza per un problema di salute. E da quell'ospedale non è più uscito... Sino alla notte tra martedì 23 e mercoledì 24 quando è venuto a mancare. Nel frattempo sono andati a trovarlo e a rinfrancare la moglie Maura e le figlie Claudia, Sara e Silvia, ma anche il parroco don Ettore, le Sorelle Ministre della Carità, in primis quella suor Antonietta, direttrice della Materna 'Fratelli Russi', con la quale aveva ancora tanto da fare per una struttura così importante per l'educazione dei piccoli trecatesi e sempre bisognosa di una voce amica e un supporto...

Tantissime le testimonianze d'affetto dei trecatesi dai social, dei compagni di mille avventure e risate: per elencare solo negli ultimi mesi in cosa si era impegnato ci vorrebbe un libro. Dal campanile della chiesa di San Francesco al concerto-evento 'Forza venite gente' al Teatro Coccia, da - appunto - il Falò di Sant'Antonio alla collaborazione fattiva e attiva con Auser per l'Estate anziani. E poi le cene di solidarietà, i galà fatti per raccogliere fondi. Insomma: una persona capace e intraprendente.

Il sindaco Federico Binatti lo ricorda così: "Una persona che si è sempre messa a disposizione della nostra comunità: a piangerlo non siamo solo noi, in veste di Amministratori e, soprattutto, di amici, che abbiamo avuto la fortuna e l’onore di condividerne i progetti, l’entusiasmo, l’esperienza, la trasparenza e la generosità. A piangerlo è l’intera città. Il suo spirito di servizio lo ha portato a mettersi in gioco ovunque il suo impegno fosse richiesto. Certo, tutti, naturalmente, lo pensiamo con indosso la sua felpa arancione, esibita con tanto orgoglio, a guidare per oltre trent’anni, come presidente, il Gruppo Amici 52, del quale è stato fondatore. Non possiamo però dimenticare il ruolo che ha avuto in passato anche come vicepresidente del Consiglio pastorale e coordinatore dei quartieri della nostra Parrocchia, la sua presenza positiva in qualità di rappresentante della Città di Trecate all’interno del Consiglio di Amministrazione del Cisa Ovest Ticino. Un personaggio rappresentativo a tutto tondo, una persona che del volontariato ha fatto un vessillo per la propria vita e per la propria quotidianità, una vera e propria risorsa per tutti, portatore di valori umani e cristiani, di saggezza, di competenza, di equilibrio, di sincerità e di costante attenzione per le persone o le situazioni che necessitano di un sostegno o di un intervento positivo. Una delle sue doti più grandi è stata quella di raccogliere ogni sfida e ogni nuovo obiettivo, avendo sempre il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo, rappresentando un esempio, comportandosi come un trascinatore e diventando, di fatto, un leader. Per noi un interlocutore fondamentale, una presenza con la quale il confronto era sempre costruttivo e risolutorio, un compagno di viaggio del quale abbiamo sempre apprezzato la compagnia, la simpatia e quella carica umana invidiabilmente contagiosa. Oggi ci sentiamo addolorati e impoveriti: Giancarlo ci mancherà immensamente e, soprattutto, mancherà alla sua Trecate".

Rossano Canetta, vice sindaco, era suo cugino: "Giancarlo Antonietti non era solo un amico, era un fratello, un compagno di vita, mio 'quasi' coscritto (abbiamo 3 anni di differenza), una persona straordinaria che ha fatto del suo impegno civile e nel mondo del volontariato l'ordinario. Con gli Amici 52 creati quasi 20 anni fa è stato un precursore di tutto ciò che è oggi il terzo settore, sempre attento ad ogni particolare, ad ogni evento e ad ogni persona, ente o situazione da aiutare e sostenere. Un cugino per legami di parentela, ma di fatto una figura che mi, anzi ci ha dato tanto, tantissimo come supporto all'attività amministrativa per tutta la comunità trecatese. Lo ricordo impegnato in mille battaglie, in mille iniziative e soprattutto in mille progetti, sempre instancabile, sempre pronto a spronarci ad andare avanti e a credere in quel che si voleva fare e ottenere. Una bella persona, di quelle che tutti dovrebbero sempre avere al loro fianco. Da oggi so che non sei qui a fianco, ma che ci sostieni dall'alto. E il tuo esempio, te lo posso assicurare, sarà giorno per giorno la nostra linea-guida per trovare soluzioni a vantaggio di chi ha bisogno e non sarà mai, ribadisco mai, dimenticato. Ti abbiamo voluto e ti vogliamo bene. E sempre te ne vorremo. Un grande abbraccio a te, Giancarlo, e alla tua meravigliosa famiglia". 

Infine il ricordo di Massimo Manzotti. Già, Giancarlo e Massimo due fratelli autentici: "Con Giancarlo se ne va un elemento fondante della nostra comunità. Salutiamo un amico che ha sempre dato tutto se stesso non solo alla sua vera famiglia ma anche a quella più allargata: la comunità trecatese tutta e la sua amatissima Associazione Amici ‘52.  Giancarlo era una persona sempre pronta a spendersi per il bene di tutti coloro che gli stavano intorno, senza aspettarsi niente in cambio, una persona abituata a dare di cuore a tutti coloro che gli chiedessero una mano. La sua mancanza genera in tutti noi un vuoto incolmabile ma davanti al dolore della perdita non possiamo che rispondere nell’unico modo che il nostro amico Giancarlo avrebbe desiderato. Cercheremo di colmare questo vuoto con il fare e il dare che a Giancarlo sono sempre stati cari. Il solo modo di onorare la sua memoria è attraverso il volontariato che lui ha così tanto amato, la nostra missione resterà questa: ricordarlo in ogni gesto gentile, in ogni regalo sincero, in ogni sorriso che continueremo a donare alla nostra amata città".

Giancarlo lascia anche il fratello Mauro, con Piera, Ilaria e Roberta, nipoti, cugini e tantissimi amici. Un vuoto incolmabile. L'estremo saluto sarà celebrato nella 'sua' chiesa parrocchiale di Trecate sabato 27 gennaio alle ore 10.

Farà strano non vederlo ad inizio cerimonia darsi da fare perché tutto vada per il meglio e saperlo invece lì davanti, custodito in una bara. Farà strano sapere che Giancarlo non c'è più. Farà strano dire: "C'è un problema, ora chiamiamo Antonietti" e subito dopo rendersi conto che la telefonata andrà a vuoto...

Addio Giancarlo, sicuro che 'quel cinque' ora lo stai dando in cielo...

Gianmaria Balboni