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Anche Legambiente dice No all’inceneritore

Trecate - Riceviamo e pubblichiamo: “I Circoli Legambiente di Novara e Galliate manifestano la loro contrarietà alla realizzazione dell’impianto d’incenerimento rifiuti ospedalieri, previsto dal Comune di Trecate, in area industriale di S. Martino. Si tratta di un mega impianto di dimensioni tali da essere in grado di servire potenzialmente circa 6 milioni di persone, con una capacità di 15.000 ton anno di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, che per le loro particolari caratteristiche richiedono trattamenti altrettanto particolari e controllati. Un impianto di simili dimensioni lascia pensare ad una gestione che prevede massicci spostamenti di rifiuti da una regione all’altra, con le immaginabili conseguenze. Non regge dunque la giustificazione dei proponenti di dare una soluzione al problema dei rifiuti ospedalieri novaresi e vercellesi, dopo la chiusura dell’impianto vercellese: gli stessi rifiuti, infatti, potrebbero essere semplicemente trasportati all’inceneritore già in funzione a Torino. Legambiente inoltre esprime dubbi sulla Società proponente: una Srl con 10.000 euro di capitale (il minimo previsto per legge) che dovrebbe garantire investimenti ed opere d’importi di molto superiori ed impegnativi. Infine si condividono le perplessità e preoccupazioni già espresse da esponenti della società civile trecatese e non, da amministratori e medici: tutti denunciano i rischi di ulteriore inquinamento, in particolare prodotto dai residui della combustione in un’area climaticamente particolare e in una zona che vede la presenza di insediamenti industriali ad elevato rischio d’incidente industriale, forse il più elevato dell’intera Regione. Trecate e i comuni limitrofi non hanno certo bisogno di un nuovo impianto che aggraverebbe la qualità complessiva, già in parte compromessa, dell’ecosistema locale. Anche l’ipotesi di crescita occupazionale grazie a tale impianto appare del tutto limitata e con numerosi interrogativi circa la qualità e la quantità complessiva della manodopera richiesta. Per queste ragioni riteniamo che l’insediamento vada evitato, al fine di scongiurare ulteriori rischi per la salute pubblica e degrado ambientale, provocati da un impianto poco controllabile e i cui vantaggi sarebbero tutti a favore di un soggetto privato che al momento offre scarse garanzie, sia sotto il profilo impiantistico sia gestionale. Invitiamo pertanto gli amministratori locali e non a rivedere la loro posizione in merito a tale progetto”.