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Denunciati 4 responsabili e sequestrata un’area industriale di 38.400 mq per inquinamento ambientale

Galliate - I finanzieri della Compagnia di Novara hanno sequestrato un’area industriale di 38.400 mq situata nel comune di Galliate, in località Varallino, in quanto fortemente inquinata. Il sito industriale, individuato nel corso degli ordinari servizi di controllo del territorio effettuati dalle pattuglie del 117, è stato sequestrato nella primavera del 2014. Contestualmente sono state avviate le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara, finalizzate ad accertare i responsabili dello scempio ambientale e la natura degli agenti inquinanti presenti nell’area. Nel corso delle verifiche è emerso che la genesi della contaminazione risale almeno al 2001, anno in cui la società Tintoria Stamperia Tessuti S.r.l. viene dichiarata fallita e la gestione del sito industriale passa nelle mani del curatore fallimentare il quale, nel febbraio del 2007, segnala alle autorità competenti il potenziale inquinamento dell’area. Nel mese di maggio del 2009 l’intera area viene ceduta, senza alcun tipo di intervento di bonifica e/o di messa in sicurezza, alla società Varallino Real Estate S.r.l.. Nemmeno la nuova proprietà si attiva per bonificare l’area che permane nello stato di totale abbandono sino all’intervento delle Fiamme Gialle. Pertanto L’Autorità Giudiziaria inquirente, nel convalidare il sequestro preventivo operato d’iniziativa dalla Guardia di Finanza, disponeva gli opportuni accertamenti tecnici eseguiti dai finanzieri, con l’ausilio dei funzionari dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale di Grugliasco e Novara, mediante sopralluogo e prelevamento di campioni per appurare la natura e la pericolosità degli agenti inquinanti presenti nel sito industriale. Gli accertamenti compiuti hanno messo in luce la contaminazione di tutta l’area. In particolare è stata riscontrata la presenza di amianto nelle coperture degli edifici e, soprattutto, di amianto in matrice friabile nelle coibentazioni delle tubature la cui lunghezza è stata stimata in circa 2.000 metri. Oltre all’amianto è stata individuata la presenza di altre sostanze pericolose contenute nei rifiuti chimici di laboratorio, nei fusti di tinture e pigmenti e nei contenitori di combustibili ed olii per motori abbandonati nel sito. Per completare il quadro sopra delineato bisogna aggiungere che tutta l’area è stata per anni aperta all’accesso indiscriminato, con notevole pericolo per la salute degli inconsapevoli avventori. Tale situazione di fatto è stata comunicata agli organi competenti al fine di dare impulso alle procedure amministrative previste dal Codice dell’Ambienteper mettere in sicurezza, nel più breve tempo possibile, l’area ed impedirela dispersione delle fibre di amianto e delle altre sostanze pericolose. Nel corso della mese di luglio di quest’anno, facendo seguito alla sollecitazione ricevuta dagli inquirenti, il Sindaco del Comune di Galliate ha emesso l’ordinanza che obbliga l’attuale proprietà alla tempestiva messa in sicurezza e totale bonifica del sito industriale. 

Al termine degli accertamenti sono stati denunciati, a piede libero, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Novara il rappresentate legale della Tintoria Stamperia Tessuti S.r.L, in quanto resosi responsabile del reato di abbandono sistematico di rifiuti, i due sindaci del Comune di Galliate (quello in carica ed il suo predecessore) per aver, nel corso del loro mandato, mancato di compiere atti del proprio ufficio in relazione ad un evento potenzialmente pericoloso per la salute pubblica ed il rappresentante legale della nuova proprietà del sito, società Varallino Real Estate S.r.L., per non aver rispettato l’ordinanza del sindaco del Comune di Galliate nei tempi imposti.

"In merito alla vicenda TST - spiega il sindaco di Galliate, Davide Ferrari - rimbalzata sulle cronache oggi posso dire di essere assolutamente tranquillo. L'indagine fa parte di un filone più ampio relativo all'inquinamento della zona. Lo dimostra il fatto che siamo coinvolti indirettamente sia io che il vecchio sindaco Boccara. Sul mio tavolo c'è comunque una tonnellata di documentazione che può attestare l'operato ottimale di tutte le amministrazioni che hanno gestito il problema. Ed ovviamente i documenti sono a disposizione di chi sta indagando".