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IL CASO GALLIATE E LA DIFFICILE SITUAZIONE DEI MEDICI DI BASE

Galliate - La vicenda della dott.ssa Silvia Albertazzi, medico di medicina generale, finita sotto la gogna dei social solo perché ha ricusato alcuni suoi pazienti che manifestamente non avevano più fiducia nelle sue capacità professionali (e c’è tanto di documentazione che dimostra come la dottoressa abbia agito sempre con grande scrupolo), impone all’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di intervenire non tanto nel caso specifico quanto per ricordare i molti problemi che i medici di base sempre più spesso incontrano nel rapporto con i loro mutuati. «La popolazione – spiega il presidente dell’Ordine, il dott. Federico D’Andrea – non si rende conto di quale sia l’impegno richiesto a un medico di medicina generale: oltre a ricevere i pazienti in ambulatorio, deve compiere un’interminabile serie di procedure burocratiche, effettuare le visite a domicilio, rispondere alle mail, preparare e inviare le ricette».

«A fronte di questo impegno – continua – il medico si trova a dover far fronte a un aumento della maleducazione dei suoi mutuati, maleducazione che sfocia in insulti quando non in vere e proprie aggressioni. Nel 2018 l’Ordine di Novara aveva inviato un questionario ai suoi iscritti e ne è emerso che il 36% dei medici novaresi avevano confidato di essere stati vittime di episodi di violenza:  il 56% erano donne. In particolare, la stragrande maggioranza degli episodi sono avvenuti in ambulatorio. E da allora il fenomeno è aumentato».

«Non c’è da stupirsi, allora – conclude il dott. D’Andrea – se molti medici di famiglia chiudono l’ambulatorio prima ancora di aver maturato i requisiti per la pensione o lasciano appena possibile. Così come è documentato il fatto che sempre meno medici vogliano impegnarsi in questa professione».