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L'addio a Giuseppe Santi, quasi un secolo di sport

Trecate - Parlare di Giuseppe Santi è come raccontare quasi un secolo di sport. Perché lui di anni ne aveva quasi 100 (è venuto a mancare a 95 anni) e con le vicende legate alla sua vita privata e soprattutto sportiva si potrebbe scrivere un best seller. Persona che a vederlo non gli avresti dato una lira: piccoletto, con gli occhiali spessi e le mani grosse, ma aveva quel sorriso e quegli occhi che ti rapivano e ti facevano venir voglia di conoscerlo meglio e capire chi fosse e cosa facesse. Lo conobbi alla fine degli anni '80, al Tennis Club Trecate, dove incurante dei 60 anni e più correva come un pazzo dietro alla pallina e faceva ancora miracoli con la racchetta, spiegando con i gesti che cosa sia agonismo, grinta e passione.

Ma Santi oltre al tennis aveva anche altre passioni. E me ne resi conto subito nei primi articoli sul Corriere di Novara per seguire il Trecate Calcio. Io allora 20enne o poco più e lui dirigente sportivo di lungo corso, con quel modo fantastico di porsi nei più giovani che era un insieme di carisma, goliardia, capacità di far gruppo e soprattutto di creare un team pronto per ogni 'battaglia' (sportiva s'intende...).

Il biancorosso del Trecate ce l'aveva tatuato sulla pelle e quando all'intervallo ci fermavamo per prendere il caffè era abilissimo a raccontare la partita da punto di vista tecnico-tattico e cominciava a raccontare del suo passato da giocatore (oggi diremmo uno alla Gattuso, ma da queste parti si dice ancora "uno alla Santi"). E poi narrava delle straordinarie imprese dei giocatori in quel Comunale di via Mezzano che aveva visto atleti di ogni tipo e tanti, tantissimi giovani giocare per poi affermarsi in altri 'lidi' (si pensi uno su tutti a Landonio che sfiorò la serie A).

E poi il bar: giocare a carte con lui era un attestato delle tue capacità. Voleva dire che ci sapevi fare, a scopa come a briscola o a briscolone. Suoi compagni di tavolo erano gente come Carletto Urani, l'ing. Giuliano Panigati o il presidente del circolo Giorgio Malavasi: tutte persone che hanno contribuito a realizzare il Tennis Club Trecate e che oggi non sono più tra noi. Ma come dimenticare anche i fratelli Pollastro, il dottor Favino, il baffuto Cerina (Gianfranco) o il politico Granata (Carlo divenne dopo Malavasi presidente)?

Capitava poi, nelle serate post-discoteca ad orari improbabili trovarlo al baretto in corso Roma in compagnia dell'inseparabile amico Enrico Lavazzi, oggi presidente dell'Us Trecatese e anche lui da sempre impegnato nel mondo dello sport. E anche lì si chiacchierava e si finiva con la solita frase: "Caspita Giuseppe, complimenti per la vitalità e la vivacità che hai; da far invidia ad un ventenne...".

Addio Santi, vera memoria storica e vero uomo di sport. I 'tuoi' ragazzi (molti dei quali oggi padri di famiglia e qualcuno anche già nonno) ti ricorderanno con immenso affetto. 

Nel mio piccolo, come giornalista e come uomo, ti ringrazio per avermi raccontato una Trecate che era e che oggi, proprio oggi, non c'è più...

Gianmaria Balboni