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LUIGI MAGNI, TRECATESE VITTIMA DEL BIENNIO ROSSO

Trecate - Riceviamo e pubblichiamo dall'associazione Memento: "Associazione Memento e il Comitato Pro Centenario 1918 – 1922 hanno ricordato a Trecate la figura di Luigi Magni, trecatese che il 10 ottobre 1920 spirava presso l’ospedale di Pavia. Di questa figura dimenticata incidentalmente tratta il libro dello storico Pierangelo Lombardi Il ras e il dissidente. Cesare Forni e il fascismo pavese dallo squadrismo alla dissidenza (Bonacci, 1998, p. 110) nella parte in cui sono documentate la violenze social-comunista degli scioperi alla vigilia delle elezioni del 1920 in Lomellina (Magni era sindaco di Castellaro De Giorgi, fittabile e membro dell’Associazione proprietari e affittuari dell’Agro Lomellino). Nel corso di uno sciopero promosso a Mede dal Circolo giovanile socialista “La Fologore”, viene segnalata la presenza di crumiri a Castellaro De Giorgi nell’azienda del Magni. Durante l’intervento degli scioperati partono dei colpi di rivoltella che cagionano la morte di Luigi Magni ed il ferimento dei figli (di cui uno mutilato di guerra) e di alcuni dimostranti. seguì l’arresto di diciannove persone. La Federazione Proletaria prese pubblicamente le distanze dall’azione in questione, definendo i membri del circolo “La Folgore” come “torbidi elementi anarchici, noti pregiudicati”. L’impatto che questo fatto ebbe sulla cittadinanza del suo paese natale lo si evince dalle pagine del Bollettino Trecatese. Periodico settimanale religioso educativo del 16 ottobre 1920, il quale titolava “Luigi Magni brutalmente ucciso dalle Bande Rosse”: “(…) La sua salma venne trasportata a Trecate, dove già l’attendevano sette figli – in parte doloranti per le ferite – tutti ancora pieni della terribile impressione. Il popolo di Trecate, coll’intervento plebiscitario ai funerali solenni della vittima dell’odio e del fanatismo, ha dato la migliore attestazione di stima del defunto e di condanna della barbarie che dilaga ed impera”. La sua salma, nel 1920 venne tumulata all’interno della tomba di famiglia nel cimitero cittadino. Sempre lo storico Lombardi riporta che per l’omicidio del Magni il processo celebratosi innanzi alla Corte d’Assise di Voghera 1921 condannò i colpevoli per un totale di duecentoquaranta anni di carcere. Tra gli imputati spiccava la figura di Carlo Lombardi, esponente di maggiore rilievo del socialismo lomellino. Anche di questo processo si ebbe conoscenza a Trecate. Il Bollettino Trecatese del 9 luglio 1921 titolava negli articoli in prima pagina “Gli assassini di Luigi Magni condannati alla reclusione dal Tribunale di Voghera”. “Finalmente – esclamava il bollettino – la giustizia ha pronunciata la sua severa condanna contro i selvaggi membri della Banda rossa di Mede Lomellina che, la sera del 9 ottobre scorso, hanno assalito la famiglia Magni nella sua tenuta di Castellaro dei Giorgi e ne hanno barbaramente assassino il povero padre Luigi Magni e feriti due dei sette figli, Francesco e Pierino”. Nel suo memoriale A Noi! Storia del Fascismo Pavese (1929) il fascista pavese Arturo Bianchi ricordava così l’episodio (p. 27): “Il 10 ottobre (1920, nds) una turba di forsennati di porta da Mede a Castellaro De Giorgi alla fattoria del signori Luigi Magni. Si ha sete di sangue. Il Magni è circondato, assalito, ferito mortalmente insieme al figlio Piero e ad un altro figlio mutilato. Caduto sotto i colpi di quei forsennati il Magni cessava di vivere il giorno seguente lasciando un ricordo di bontà. Nelle sue ultime ore, preso dal delirio, egli ripeteva le parole imploranti che egli aveva gridato ai suoi assassini mentre questi imbestialivano contro di lui e i famigliari”. Il 10 ottobre 1934, in occasione della visita di Benito Mussolini a Novara, la sua salma viene trasferita dal cimitero di Trecate e tumulata con cerimonia solenne alla presenza del Duce nel Sacrario dei Martiri Fascisti inaugurato al Colle della Vittoria. Nel 1936 una pubblicazione della Federazione novarese del PNF intitolata Biografie di Caduti per la Rivoluzione ne ricordava la vicenda. Pur non appartenente al partito fascista Magni fu oggetto dell’agiografia del fascismo novarese proprio per la tendenza del regime ad accomunare vicende come la sua a quelle dei proprio squadristi, con lo scopo (non certo storiograficamente infondato e meramente propagandistico) di rivendicare il merito storico di avere impedito l’insurrezione comunista e di ricordarne le numerose vittime. Di segno del tutto opposto la damnatio memoriae alla quale fu relegata la sua figura nel dopoguerra. Custodita nell’Archivio di Stato di Novara è una corrispondenza tra l’Amministrazione del Comune di Novara e Guido Magni, nella quale questi – a seguito della decisione della giunta comunale di smantellare il monumento fascista – chiedeva la traslazione della salma del figlio Luigi nel cimitero di Trecate. La salma di Luigi Magni oggi si trova – stando ai registri comunali – nella tomba di famiglia Mettica – Iacometti, accanto alla sorella ma senza una foto che lo ricordi. L’ auspicio è che avere ricordato Luigi Magni oggi con questo contributo biografico e un omaggio floreale della sua sepoltura possa riconsegnare alla sua figura ed alla sua vicenda una dignità storica da decenni preclusa dalla faziosità di una storiografia ufficiale che non ha ancora guardato con oggettività alle pagine sanguinose del comunismo italiano anche con riferimento al biennio rosso".

Per ulteriori informazioni: Associazione Memento https://www.associazione-memento.org; Comitato Pro Centenario 1918 – 1922 https://www.facebook.com/comitatoprocentenario.