Share |

Marco Ferrari si racconta dietro e davanti ai fornelli

Marco Ferrari

Trecate - Che cosa spinge un giovane sui trent’anni, nel Paese dove tutti ci scopriamo esperti di cucina, a dedicarsi completamente (e con successo) a questa passione? Cerchiamo di scoprirlo con poche ma significative domande.

Innanzitutto parlaci di te: dove sei nato e dove risiedi? “Sono nato a Novara e risiedo a Trecate”.

Che scuole hai frequentato? “Ho frequentato il mitico ENAIP, scuola professionale per diventare elettricista. La scuola alberghiera era distante ed io da buon paesano non volevo lasciare gli amici preferendo un indirizzo di cui non mi interessava nulla. Un genio!

Tu e la cucina… quando è iniziato questo ‘amore’? “L'amore per la cucina inizia nel momento in cui, per curiosità, cercai di introdurmi in una cucina di una trattoria di amici di famiglia e mi scontrai con un cameriere e presi un piatto dritto in faccia. Non riuscii ad entrare ma finii al pronto soccorso. Lì capii la famosa frase: in cucina bisogna stare attenti che ci si fa male facilmente!”.

Quando hai capito che i tuoi piatti venivano davvero apprezzati e hai pensato: “Ce la posso fare!”? “Ho capito che i miei piatti venivano apprezzati nel momento in cui ho cominciato a pubblicare le mie pietanze sui social, scatenando la curiosità della gente, volevo far assaggiare le mie pietanze e decisi di cominciare a lavorare con chef a domicilio. Ecco qui i primi "successi" e decisi di buttarmi al 100% nella cucina, inscrivendomi all'Accademia di alta cucina italiana a Milano”.

Tue esperienze recenti e presenti nel mondo della cucina?“L'esperienza più significativa è stata quella dello stage della scuola, in un Relais stellato Michelin con uno degli chef italiani più conosciuti a livello internazionale, famoso per essere molto severo bei metodi ma uno di quei personaggi che ti insegna a camminare bene per poi farti correre come un treno, perché in cucina devi essere un treno che non si ferma davanti a niente e nessuno (Relais Villa d'Amelia ad Alba, chef Damiano Nigro)”.

Cosa provi oggi che sei a contatto con personalità molto importanti della cucina nazionale e internazionale? “Oggi provo soddisfazione. Cucinare al fianco di uno chef famoso o aiutarlo ad impiattare al pass e respirare la tensione insieme a lui è qualcosa di fantastico. Gli chef di alta cucina per me sono beniamini come possono essere i giocatori di serie A per appassionati di calcio. Quando fai della tua passione il tuo lavoro hai vinto!

Cosa consigli a chi vuole intraprendere questo mestiere? “Ottima domanda! La cucina è un mestiere serio, la TV non la rappresenta e la danneggia e parlo programmi vari di cucina. C'è molta confusione perché la TV é finzione! Chi volesse intraprendere questo cammino deve essere sicuro al 100% di sapere cos'è la cucina. Cucinare a casa e fare il cuoco sono due cose ben distinte quindi capire bene quello che si sta andando a fare perché comporta tanto sacrificio e per sacrificio intendo sacrificare la propria vita. Lontani da casa, impegnati tutto il giorno, poche ore libere a settimana che userete per riposarvi senza avere la forza di fare nient'altro, pericolo costante, paga ridotta e lavorare, lavorare e lavorare ancora! Per qualche anno non vedrete nient'altro che cucine! I fighetti in cucina che fanno i cuochi per cuccare o perché va di moda individuiamoli e facciamoli fuori! Questo è il mio messaggio!

Tuoi programmi e sogni nel cassetto? “In programma ho un paio di collaborazioni nella zona in cui abito e spero di riuscire a concretizzarle perché mi farebbe piacere lavorare nella mia terra. Programmi futuri solo imparare e fare bene!

Un grazie a? E un vaff… a? “Grazie a tutti quelli che mi hanno supportato e quelli che mi hanno dimostrato e trasmesso cosa è la cucina professionale e un vaff... A tutti quelli che pensano di essere critici gastronomici perché guardano i programmi di cucina in TV...oltre finiti cuochi ci sono una marea di convinti critici gastronomici! Un grazie anche a te per questo spazio!