Share |

Trecate ha salutato il suo Arciprete

Cerimonia intensa condotta dal vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, per l'estremo saluto a don Gilio Masseroni per 39 anni parroco in città

Trecate - Cerimonia intensa, bella e curata nei particolari - com'era nel carattere di don Gilio Masseroni - per ricordare l'arciprete scomparso lo scorso venerdì 16 ottobre nella casa di riposo 'Santo Marello' di Asti all'età di 98 anni (era nato il 16 agosto del 1922). I funerali solenni la mattina di martedì 20 ottobre sono stati presieduti dal vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, alla presenza del vicario mons. Fausto Cossalter, del parroco don Ettore Maddalena con don Alessandro Maffiolini e di numerosi sacerdoti che nel corso di questi anni hanno avuto a che fare con don Gilio. Tra loro infatti Trecate ha riabbracciato don Fabrizio Coppola, don Mauro Baldi, don Marco Gaiani, don Piero Villa e padre Massimo Casaro.

Nelle prime fila i parenti più stretti, il sindaco Federico Binatti, il comandante della Polizia Locale Pier Zanatto e il comandante della caserma dei Carabinieri Giovanni Ferrara. Ma anche diversi rappresentanti delle associazioni parrocchiali, della Consulta, dei gruppi trecatesi (come gli Alpini che hanno effettuato con la consueta maestria il servizio d'ordine), dei Quartieri, collaboratori ed ex del Bollettino Trecatese e dell'Oratorio. E poi tanta gente 'comune', che nel corso della Messa ha ricordato in quali e quante occasioni ha avuto a che fare col 'suo' Arciprete.

Nell'omelia il Vescovo ha ricordato due lettere scritte dall'Arciprete: nella prima una missiva inviata in Diocesi in occasione del suo 75° compleanno (era il 1997), nel quale mostrava grande vitalità (rimase alla guida della Parrocchia di Trecate per altri 14 anni) e voglia di fare, soprattutto toccando con mano la trasformazione socio-economica che la città stava vivendo: erano anni in cui da 'paesone' di 14-15.000 abitanti si passò a 20.000 residenti, molti dei quali dal Milanese o immigrati dall'estero. Nel secondo scritto invece ha citato il saluto che don Gilio fece ai trecatesi quel 2 ottobre 2011, quando dalle colonne del 'suo' Bollettino ("settimanale che ha la funzione, direi la missione, di entrare in tutte le case" ha sottolineato mons. Brambilla) ricordava le sfide che Trecate doveva affrontare negli anni futuri, lasciando un'impronta decisiva per sviluppare valori come cultura e accoglienza dei quali andava fermamente convinto.

Da notare che anche il sindaco l'ha voluto citare con una sorta di lettera aperta: "Caro don Gilio, lei era sempre presente, in modo costruttivo e positivo; ha dato un impulso enorme alla nostra comunità e alla sua crescita, offrendo stimoli importanti quando serviva e cercando di portare serenità e calma quando necessario (si pensi al periodo dell'esplosione del Pozzo petrolifero Tr24 nel febbraio 1994). Mi impegno con l'amministrazione alla creazione di un momento culturale importante per ricordarla degnamente e portare alle generazioni future la sua testimonianza di Trecatese Onorario, titolo che ho avuto onore di conferirle due anni fa".

Prima della conclusione della cerimonia, il toccante momento del 'Miserere' cantato dalla Schola Cantorum 'San Gregorio Magno', diretta dal maestro Mauro Trombetta e per l'occasione accompagnata all'Organo (quello che proprio don Gilio fece restaurare una quindicina di anni fa) dal maestro Gianmario Cavallaro: come a significare che il mondo della musica e della cultura, tutto, ha omaggiato una persona che potremmo definire un 'Mecenate' moderno, per la quantità e qualità degli investimenti effettuati negli anni di suo servizio in questi campi (dalla ristrutturazione delle chiese alla creazione della 'Balena' dentro all'Oratorio 'San Giuseppe', dalla realizzazione di numerosi libri non solo di carattere pastorale all'organizzazione di concerti importanti in chiesa parrocchiale o in San Francesco).

La salma è stata tumulata al cimitero di Gravellona Lomellina in provincia di Pavia (un tempo parte della diocesi di Novara). Siamo certi che a breve diventerà una meta per molti trecatesi, che qui si recheranno per dirgli e dedicargli in silenzio, quasi a tu-per tu, una preghiera, un "Buongiorno don" e soprattutto un "Grazie di tutto!".

Gianmaria Balboni