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Virus Hiv: in 9 casi su 10 attribuibile a sesso non protetto

La provincia con il più elevato tasso di incidenza (per 100.000 abitanti) di infezione è quella di Novara (8,7)

Torino - In occasione della Giornata mondiale dell’Aids del 1° dicembre il Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, che ha sede presso l'Asl di Alessandria, ha diffuso gli dati sull’infezione in Piemonte. Nel 2012 le nuove diagnosi di infezione sono state in totale 261, quelle di Aids 42. È sempre in crescita, invece, il numero di persone che vivono con l'infezione da Hiv, circa 2 ogni 1.000 abitanti all'inizio del 2013 per via di un numero pressoché costante di nuovi casi e di una riduzione continua della letalità. Le province con più elevato tasso di incidenza (per 100.000 abitanti) di infezione sono risultate Novara (8,7), Torino (7,1), Alessandria (5,8) e Verbano-Cusio-Ossola (5,6). In 8 casi su 10 le nuove diagnosi hanno riguardato uomini. La fascia di età più rappresentata è quella che va dai 35 ai 44 anni, ma il tasso di incidenza più elevato si registra tra i 25 e i 34 anni di età (17 casi per 100.000 abitanti). Il 28% dei casi riguarda stranieri: il tasso di incidenza risulta quattro volte superiore a quello registrato tra gli italiani e presenta un andamento in calo negli anni, dimezzandosi nell'ultimo decennio. Il 90% delle nuove diagnosi sono attribuibili a rapporti omo/bisessuali non protetti, mentre si registra un continuo calo di quelle attribuibili allo scambio di siringhe non sterili in consumatori di droghe per via endovenosa (dal 30% del 1999 si è scesi al 5% del 2012.Resta molto alta la quota di diagnosi effettuate in ritardo soprattutto tra chi riferisce rapporti eterosessuali non protetti come modalità di acquisizione dell’infezione: nel 40% dei casi è avvenuta quando il sistema immunitario era già compromesso o si era sviluppata la malattia. 

Le dimensioni e le caratteristiche della diffusione dell’Hiv confermano l’importanza di attuare interventi mirati alla prevenzione primaria di questa infezione, delle altre sessualmente trasmesse e alla promozione della salute sessuale, adottando modelli di intervento specifici a seconda delle popolazioni target. Gli interventi per ottimizzare l’offerta del test, la diagnosi e cura delle infezioni sessualmente trasmesse, la presa in carico precoce delle persone sieropositive da parte dei Centri specialistici di malattie infettive e la loro aderenza al trattamento si confermano elementi essenziali.