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Persone e storie: Luca Carrus!

Intervista al front-man del gruppo Tra Liga e Realtà
Luca Carrus

Cesano Maderno - La musica è come la vita, si può fare in un solo modo, insieme. Un messaggio che mira ad arrivare al cuore delle persone che lo vivono, attraverso la storia, l’energia, la musica, il linguaggio che Luciano Ligabue, cantautore emiliano, ha trasmesso nella sua carriera, fatta non solo di canzoni, ma anche di cinema e letteratura. Luca Carrus, in 14 anni come frontman dei "Tra Liga e realtà" con oltre 1.200 concerti in Italia ed all’estero, ha voluto e sentito l’esigenza di omaggiare la carriera di Luciano.

Il rock, quando l’hai scoperto e cos’è per te? “Il rock l'ho scoperto da ragazzo e forse e dico forse, l'ho capito da poco: è una necessità di dire "qualcosa" all'Universo, è il sentirsi parte di un collettivo che ha una necessità di esistere, di dire la propria attraverso una canzone, una chitarra "sporcata" da qualche pedalino e di difendere, soprattutto, la propria identità nonostante si faccia parte appunto di un collettivo; é qualcosa di incredibile e di difficile da descrivere... So quello che rappresenta per me nella sua durezza uno strano modo di sentirmi a mio agio e di sentirmi in una sorta di bolla sicura”.

Si può dire che il tuo successo sta proprio nell’aver saputo rappresentare al meglio te stesso, mettendo in luce quei tratti distintivi che ti differenziano da tutto il resto e che ti hanno permesso di essere identificato e riconosciuto da chi ti segue da tanto tempo… “Innanzitutto se parli di successo io non credo di aver inventato niente, non credo di aver dato un valore aggiunto a "qualcosa" che chiaramente è stato creato da Ligabue. Quello che ho semplicemente fatto in tutti questi anni è mettere insieme una banda di persone speciali che, come me, avevano la necessità di salire sul palco, che, come me, avevano la necessità di stare insieme anche giù dal palco e dare il massimo. Una necessità e un bisogno di gridare delle emozioni in faccia a qualcun altro, un momento di condivisione speciale come quello che può esistere tra un pubblico che ti sta guardando e tu che sei sul palco è un momento magico, succede qualcosa, una magia. Io mi sono sempre esibito con questo entusiasmo, con la voglia di condividere una passione comune che è quella per un'artista che ha dato alla musica italiana e soprattutto ha dato molto a me. L'ho fatto semplicemente con il mio modo di fare, con il mio modo di approcciarmi al tributo a Ligabue, con il mio modo di sentirmi libero di esprimere le mie emozioni condividendone con delle altre persone che avevano la mia stessa passione. Io non so se c'è stato un successo, non so se noi abbiamo lasciato qualcosa a qualcuno, ma so che ce la abbiamo messa tutta sempre e so che ci siamo divertiti un sacco”.

In realtà lo hai fatto e hai realizzato tanto. Oggi si può dire che puoi godere di un affetto così grande che è meravigliosamente concepibile. Hai regalato molte emozioni e a proposito, rappresentano in un certo senso il motore di tutto quello che fai. Ma a Luca, cosa emoziona? "Io credo fortemente in un concetto e cioè che le Emozioni sono assolutamente il motore che ci spinge a fare tutto quello che vogliamo fare nella nostra vita. Personalmente sono una persona che le accoglie. Essendo molto cristallino nel mio modo di essere, credo che questa cosa sia venuta fuori.

Sono particolarmente emotivo. Sposo davvero ogni tipo di emozione e mi sembra più che giusto, mi sembra più che umano accoglierle; è ciò che mi ha portato a salire su un palco questo bisogno di esternarle, buttare fuori attraverso una canzone che magari mi ricordava qualcosa di triste piuttosto che felice, di buttarla fuori, di cantarla quella emozione attraverso chiaramente il mezzo del canto, della musica e soprattutto delle meraviglie che Ligabue ha scritto e che ci ha lasciato in eredità anche esse frutto chiaramente di emozioni. E quindi... è chiaramente il motore".

Nonostante il periodo difficile per tutti, hai qualche progetto nel breve termine? Dei singoli o magari qualche live in streaming? "Sì, in realtà ho qualche progetto. Sicuramente quello di rimettere in piedi i Tra Liga e realtà per andare ancora sui palchi e riprovare a rimetterci in gioco di nuovo e, in primis, per risentire quelle emozioni che ci mancano molto. In questo periodo di assoluta incertezza, ho questa necessità direi quasi terapeutica e giornaliera, di scrivere delle canzoni che sono mie e che probabilmente resteranno lì, chiuse in un cassetto, ma mi viene propria voglia di metterle nero su bianco e di esprimere ciò che penso sempre attraverso la mia chitarra perché credo che ci sia bisogno di buttare fuori, in alcuni momenti della propria vita e, in una situazione che ci tocca un po' tutti come questa, c'è un gran bisogno di buttare fuori storie che fanno male, ognuno alla propria maniera e c'è un gran bisogno anche di sentirsi un po' meno soli ed è per questo che, puntualmente, ormai quasi tutte le sere, sulla mia pagina personale faccio delle dirette dove ognuno può dir la propria, ognuno può partecipare, fare una chiacchierata insieme. Se c'è un aspetto che si sta un po' trascurando in questa drammaticità è appunto quello della solitudine, problema emotivo, la paradossale conseguenza del nostro continuo cercare all’esterno le cose di cui crediamo di avere bisogno".

“Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, sono sempre i sogni a fare la realtà”. Ma quanto sono importanti i sogni? "I sogni sono come le emozioni, sono un elemento imprescindibile della mia vita. L'idea che quel sogno si possa realizzare o che comunque ti sproni a cercare di fare modo che si possa realizzare è allo stesso modo un motore tanto quanto l'emozione che ti fa andare avanti e che ti da' quella piccola speranza, quella luce, in fondo al tunnel di sperare appunto, di sognare, che tutto possa migliorare, che c'è un futuro, c'è... Quindi, il nostro modo di vedere il mondo è la proiezione di chi siamo, è il nostro modo di vedere la realtà, è sogno. Bisogna trovare l'equilibrio, bisogna capire quanto anche questi sogni possono esser realizzabili, quanto possano essere nelle tue corde o quanto possano non esserlo perchè è giusto sognare, è meraviglioso, è fondamentale, ma è altrettanto giusto fare i conti, alcune volte, con la realtà e quali sono i limiti di ognuno di noi".

Quindi, il nostro modo di vedere il mondo è la proiezione di chi siamo, è il nostro modo di vedere la realtà, è sogno. È una cosa molto importante che sei riuscito a far arrivare, ma in tutti questi anni, qual è la cosa più preziosa che hai messo via? “A questa domanda credo di avere una risposta certa. Purtroppo ho provato a metter via la “cosa” più preziosa che ho mai avuto, che non è una “cosa”... la mia piccola Lara ,che purtroppo non ha potuto vivere la vita che speravo potesse vivere. No, non sono riuscita a metterla via..., ma di sicuro lei è la cosa più preziosa”.

Di fronte a quale ingiustizia hai perso le parole? "Quella precedente perché purtroppo alcune cose non possiamo sceglierle e ci sentiamo impotenti di fronte alla vita, di fronte alle cose che sono molto più grandi di noi e alle quali non possiamo metterci mano, lì sì è una forma di ingiustizia che non ho mai accettato e mai accetterò, diciamo che ho imparato, negli anni, a conviverci. E...mi fermo qua".

L’ultima volta che hai chiesto: "Hai un momento, Dio"? "Di sicuro di recente, fine aprile, i primi di maggio dove mi stava succedendo qualcosa di irreparabile che sicuramente mi ha segnato e mi segnerà per sempre. Lì sì... penso di aver chiesto a qualche entità una mano, anche se devo ammettere che è stata un po' una "paraculata" e purtroppo, perchè lo dico con tristezza, non ho una vocazione religiosa e non sento questo bisogno di dover parlare con qualcuno che non è qui in questo mondo. Credo che la religione comunque sia da prendere seriamente, sia intoccabile perchè ciò che ognuno di noi può sentire come può esser la necessità di parlare con un dio deve esser rispettata al 100% nonostante personalmente non la senta questa necessità".

Qual è stato il suo giorno dei giorni? "Beh, insomma, c'è ne sono stati nella mia vita, ma di sicuro, il più bello di tutti è stato nel gennaio del 2019, giorno in cui è nato mio figlio Leonardo che è un bene inspiegabile e un amore imprenscindibile".

Chi è La ragazza dei tuoi sogni? "Preferirei non rispondere, comunque mi tocca quindi lo faccio volentieri, dài...; è una persona che dovrà accettarmi per quello che sono sono e che non mi chiederà di esser altro, che dovrà amarmi incondizionatamente e appunto, abbia il coraggio di fare un viaggio del genere con uno come me. Ecco, io credo che "La ragazza dei tuoi sogni" scritta da Luciano identifichi più o meno quello che è il concetto di quello che è la ragazza dei miei sogni, ma che soprattutto appunto accetti al 100% il pacchetto di chi sei senza volerne modificare nulla perchè sostengo, da sempre, che le persone vanno accettate per quelle che sono non per la nostra personale proiezione di quella persona".

Quindi per te... L’amore conta? "L'amore conta sempre, ha diverse forme, cambia le facce, ma c'è ed è il terzo motore della mia vita. deve contare per ognuno di noi, non possiamo pensare di passare tutta la nostra vita da soli, è la necessità di fare un viaggio insieme, ma questo viaggio non necessariamente deve esse fatto con una compagna o un compagno, può esser semplicemente nostro figlio, un amico, può esser l'amore che provi per tua madre, tuo padre, è sempre amore, ha diverse facce, sfumature, ma l'amore conta, conta sempre".

Grazie mille per il tuo tempo Luca, vuoi dire qualcosa ai lettori di questa intervista? "Voglio decisamente ringraziare tutti coloro che leggeranno le mie parole e altrettanto decisamente te, che ti sei rivelata proprio una bella persona e che ti sei cuccata tutta questa trascrizione da fare. (Sorride) Vi abbraccio tutti e ci vediamo ad un live dei Tra Liga e realtà".

Francesca Riga