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Al mè pais un témp e poi… d’aut di Mario Soldà

Pogno - Venerdì 13 marzo alle ore 21 presso la Biblioteca Comunale “R. Bauer” in Via Cremosina 13 a Pogno sarà presentato il volume Al mè pais un témp e poi… d’aut, scritto da Mario Soldà stampato presso Tipografia Testori (Bolzano Novarese) nel mese di Dicembre 2014. Con l’autore interverranno i rappresentati degli Enti promotori dell’evento, il Sindaco del Comune di Pogno (No) Maria Eliana Paracchini, Mauro Bucci Consigliere delegato all’ambito della cultura, il Parroco don Massimo Volpati, Denis Biaggi Presidente della Proloco di Pogno e Francesca Falciola addetta alla gestione della Biblioteca Comunale e delle sue attività. Conduttore della serata sarà Gabrio Mambrini, scrittore e pubblicista; interverranno inoltre il giornalista Vincenzo Amato e Bernardo Ojetti che ha fornito parte dell’apparato fotografico del volume attingendo al proprio archivio storico. L’autore ha scelto di esporre il suo scritto, in occasione della prima ufficiale presentazione, nel suo amato paese natale, presso la Biblioteca che abitualmente frequenta.

Mario Soldà nel 2008 aveva già pubblicato “A spasso coi ricordi”, il cui ricavato è stato devoluto in beneficienza all’Oratorio parrocchiale, come lo sarà anche quello del volume che si andrà a presentare. Pentitosi di aver poco approfondito la storia del suo paese, tracciata dai suoi ricordi, ha deciso di “colmare la lacuna” dedicandosi alla stesura del presente volume. “Al mè pais un témp e poi… d’aut” attraverso i ricordi dell’autore racconta, suddiviso in brevi capitolistorie, le vicende del paese di Pogno a partire dagli inizi degli anni ’40 fino agli inizi degli anni ’60, un lasso temporale di circa vent’anni. Traccia l’evoluzione in particolare dell’economia del luogo, dal lavoro nelle campagne alla diffusione delle fabbriche: “dalle stalle sono uscite le vacche e sono entrati i torni”. Ma tratta anche “d’aut”, ovvero le passioni dell’autore (la pesca, la montagna, i viaggi…), le sue vicende lavorative e di vita. La storia di un paese non è solo costituita dai grandi eventi e non è scritta solo dai grandi personaggi ricordati nei libri. Spesso sono invece le memorie delle persone, della gente comune che rendono viva la storia di un borgo. Più ci si “allontana” dal passato, più i ricordi si affievoliscono. Venendo a mancare le menti storiche e i loro racconti, la storia per coloro che vivono il presente diventa solo un periodo collocato tra due date privo di alcuna vitalità; opere come quella di Mario Soldà hanno lo scopo di rendere vivo il passato, affinché possa insegnare qualcosa anche all’oggi.

Mario Soldà nasce il 24 Marzo 1938 presso Castelli Cusiani (denominazione che nel 1928 riuniva i Comuni di San Maurizio d’Opaglio, Pella e Pogno) in provincia di Novara. Il volume “Al mè pais un témp e poi… d’aut” viene definito dall’autore stesso un “diario di un pescatore giramondo innamorato del suo paese, delle sue montagne, dei suoi laghi”. Innamorato del suo paese: Mario ha lasciato Pogno solo tra gli 11 e i 16 anni per risiedere presso il collegio salesiano di Novara per imparare il mestiere di falegname, mestiere che lo affascinava in quanto, attraverso il legno e la tecnica, aveva la possibilità di costruire “cose nuove”. Terminata la scuola ha lavorato “sotto padrone” a Borgomanero, poi a Gattico e infine a Bolzano Novarese; nel 1964 decise poi di mettersi in proprio aprendo un laboratorio a Pogno, dove lavorerà fino alla pensione. Nonostante infatti il boom industriale e la fondazione di fabbriche soprattutto di rubinetti, Mario ha scelto di continuare ad investire nel suo lavoro, continuando a creare “cose nuove”. Perché ha amato così tanto il suo paese di un tempo? “Perché Pogno era un signor paese: avevamo l’albergo, la banda, l’asilo, la squadra di calcio, una scuola di recitazione… i nostri avi avevano pensato a tutto questo per lasciarlo ai posteri”. Pescatore innamorato delle sue montagne: la grande passione di Mario ha inizio alla tenera età di 6 anni, seguendo le orme del papà e degli zii; “loro però andavano a trote… che erano furbe e io non ne prendevo mai… allora ho iniziato a pescare al laghetto di Bugnate”. Grazie a questo hobby Mario scopre anche la passione per la montagna; pescando nei laghetti ad alta quota ammira lo spettacolo offerto dalla natura. “Stare nella natura, vedere e sentire i suoi profumi e colori. La montagna è tante cose. Camminare è salire per soffermarsi ad osservare…non è arrivare in cima giusto per dire che sono arrivato”. Giramondo: Mario ha visitato molti luoghi in tutto il mondo; molti viaggi alla scoperta di posti e popoli nuovi. La sua curiosità, la sua voglia di conoscere lo ha spinto a muoversi, ma alla fine, al termine di ogni viaggio, lo attendeva la rassicurante e amorevole aria di casa. “Queste memorie sono state scritte in dialisi, su un notes tenuto fermo con un elastico e appoggiato su una gamba piegata come se fosse un leggio in attesa che la macchina finisse il suo compito”.