Share |

Al Museo Meina nello Chalet di Villa Faraggiana lo spettacolo Lumi… sul Cervino

Gianni Dal Bello

Meina - Proseguono gli eventi al Museo Meina (No) nello Chalet di Villa Faraggiana. Sabato 18 luglio alle ore 21.30 nella suggestiva cornice affacciata sul Lago Maggiore andrà in scena lo spettacolo “Lumi… sul Cervino” di e con Gianni Dal Bello (ingresso libero). «Verso le tre del pomeriggio, quando mi trovo a soli cinquanta metri dalla vetta, improvvisa e splendente, appare la croce. Il sole l'illumina da Sud e la rende incandescente. Rimango quasi abbagliato... Come ipnotizzato, stendo le braccia verso la croce, fino a stringere al mio petto il suo scheletro metallico: le ginocchia mi si piegano e piango». È il 1965 quando Walter Bonatti, forse il più grande alpinista del XX secolo, vive queste emozioni. Ha appena compiuto l'impresa che sarebbe passata alla storia come “il gesto” dei tre record: scalare per la prima volta, in inverno e in solitaria, la parete nord del Cervino. Bonatti aveva scelto il 1965 perché era l’anno in cui ricorreva il centenario della prima ascesa al Cervino con l'epica sfida tra il britannico Whymper e l'italiano Carrel. Anche questo 2015 è l'anno del Matterhon (questo il nome in tedesco della montagna più bella e famosa al mondo) in quanto a Cervinia sono in corso imponenti celebrazioni. Il nostro omaggio al grande alpinista - esploratore – scrittore e alla montagna più bella, è un racconto insolito, originale. Chi cinquant'anni fa era bambino, visse il ricordo della “doppia sfida” alla “Gran Becca” (il Cervino per i Valdostani) attraverso la tv: uno splendido documentario su Bonatti e il film “La grande conquista” su Whymper con Luis Trenker. Ecco allora rivivere i momenti in cui Bonatti prova la salita con Gigi Panei e Alberto Tassotti; tentativo sfortunato perché dopo tre giorni di scalata, alla Traversata degli Angeli, passaggio chiave della parete, il maltempo li blocca in un drammatico bivacco, flagellati da raffiche di vento a cento all'ora. Ecco la decisione dello scalatore di ripetere il tentativo di salita: «La partenza, il 18 febbraio, avviene in un'atmosfera di tensione; sono già state spese troppe parole sul mio precedente tentativo e per non dar adito ad altri commenti, devo far tutto in gran segreto». Eccolo solo con la propria forza di persona che va oltre i limiti umani; solo con la propria debolezza che ogni sera lo aggredisce con mille pensieri che gli fanno ritrovare tutta la dimensione dell'impresa solitaria. Ecco i segnali luminosi che Bonatti scambia con l'amico De Biasi che si trova giù a Zermatt ed eccolo parlare con l'orsacchiotto di pezza Zizì che ha attaccato allo zaino per farsi compagnia. Ecco soprattutto che quando cadono, sibilando, alcune pietre, per associazione di idee Bonatti rivede l'immagine della catastrofe di Whymper, cento anni prima. Ma soprattutto ecco l'immagine con cui ci piace ricordarlo: un uomo che piange abbracciato allo scheletro metallico della croce in vetta al Cervino. Sì, solo un uomo, ma un grande uomo. Il tutto, in questa narrazione, è filtrato dalla lente di chi era bambino quando l'impresa fu compiuta, in una divertente rivisitazione che mescola momenti di vita vissuta ad attimi di intensa “poetica” della montagna. In ogni caso, il tutto, tra lumi... lumi sul Cervino.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito: www.museomeina.it oppure scrivere a info@museomeina.it