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La Dignità Umana: dal Concilio a Papa Francesco

Borgomanero - «Il Concilio Vaticano II è opera dello Spirito Santo».Il Festival della Dignità Umana chiude con le parole di Papa Francesco, pronunciate da Raniero La Valle, giornalista, editorialista ed intellettuale, all’Auditorium dell’Oratorio di Borgomanero nella serata di sabato 7 giugno. Promosso dall’Associazione Dignità e Lavoro e da Fondazione Persona, il Festival ha visto passare personaggi del calibro di Daniele Menozzi, Gabriella Caramore, Brunetto Salvarani, Khaled Allam  e infine, Raniero La Valle. Un filo logico, ben coordinato da Giannino Piana, direttore scientifico, ha caratterizzato questi incontri (nel borgomanerese dedicati alle diversità religiose) che hanno avuto come “Humus” il Concilio Vaticano II. Lo stesso Raniero La Valle lo ha definito come «momento straordinario nella vita del ‘900 della Chiesa». Per arrivare a questo, l’ex direttore de “il Popolo” e de “L’Avvenire” ha tracciato una panoramica precisa sul rapporto tra teologia e filosofia «rapporto tanto caro alla Chiesa cattolica » aggiungendo che «il rapporto tra Teologia e Fede è antropologico e quindi la comprensione dell’uomo non è possibile senza la dimensione teologica». Quello che La Valle intende dire è un assioma semplice: non si può parlare dell’uomo, senza parlare di Dio e viceversa, perchè «la domanda sull’uomo è una domanda teologica, basta per questo ricordare il Salmo 8». Il Presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione ha voluto precisare, che tra Dio e l’uomo intercorre un rapporto di immagine e somiglianza «l’immagine del Divino impressa nell’uomo è la dignità di quest’ultimo». Da qui la necessità di accennare all’enciclica di Gregorio XVI, nel 1832, che condannava la libertà invece di pensiero, di stampa e di culto, «facendo della religione uno sgabello del potere» ribadendo il concetto, in vigore sino a qualche decina di anni fa, che “non c’è salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica”. Da questa base, La Valle, è risalito al pensiero di Giovanni XXIII (San Giovanni del Concilio) secondo il quale sente «che la Chiesa rischia di non avere più nulla da dire al mondo moderno» e quindi riparte dalla Dignità e dalla Libertà, rivendicando i grandi valori umani e cristiani condannati nell’ottocento, concependo l’annuncio del Vangelo «secondo nuove forme che la società esigeva» ponendo quelle basi per «la riforma della Chiesa che ora è in cantiere». Nel terminare il suo intervento Raniero La Valle ha sottolineato che «l’uomo non può essere posposto al danaro e che l’economia deve ritornare alla misura dell’uomo stesso» perché «la Dignità è il filo d’oro che oggi  attraversa il cambiamento della Chiesa».