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Lascia che il cibo sia la tua medicina

Serata al Lions sulla nutrizione clinica
Nella foto: Michele Montecucco, Francesco Cerutti, Federico D’Andrea e il presidente Alberto Servini

Borgomanero - "Per tanti secoli la terapia medica è stata una terapia alimentare". Su questa affermazione, Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Novara e direttore del Reparto di Nutrizione Clinica dell’Azienda Ospedaliera “Maggiore della Carità” di Novara, ha “costruito” una interessante relazione nel meeting del 13 marzo scorso al Lions Club Borgomanero Host. I presupposti per affrontare una tematica fortemente attuale c’erano tutti: dai cosiddetti disturbi alimentari (anoressia, bulimia, obesità, celiachia) alla nutrizione artificiale in pazienti con problemi di salute, passando per la storia dell’alimentazione. D’Andrea è stato quanto mai esplicito e preciso. La sua è stata un’esposizione che non ha tralasciato nulla, partendo dall’illustrazione della nutrizione clinica "come nuova specialità, che si basa sull’antica cultura  – ha evidenziato lo specialista – e sulla tesi del lasciare che il cibo sia una medicina". Tuttavia il medico non ha lesinato critiche a "chi si appropria di competenze non sue; ci sono – ha specificato – figure alternative che non possono dispensare consigli o programmi alimentari: questo lo può attuare solo un medico esperto". D’Andrea ha voluto illustrare il lavoro della struttura ospedaliere che dirige: creata, su suo progetto, nel 1993 è una dei fiori all’occhiello in Piemonte; si occupa di nutrizione artificiale, obesità, anoressia, celiachia, problemi del metabolismo. In questo reparto, che opera direttamente sul territorio, sono occupati 5 medici, 7 dietiste, un infermiere e un aiuto amministrativo. I numeri forniti dallo specialista, per il 2012, sono a dir poco impressionanti: 4200 consulenze ospedaliere, 3900 prestazioni ambulatoriali e 400 visite domiciliari. "Ci occupiamo di adulti – ha precisato – ma anche di bambini, in quanto proprio in questi ultimi anni è in aumento l’obesità infantile; su questo punto dobbiamo lavorare, per evitare complicazioni cardiovascolari, garantire una qualità di vita ed evitare i costi sociali". L’allarme è quanto mai serio sulla problematica della obesità infantile "è una emergenza attuale, anche perché proseguendo in questa direzione, noi possiamo ipotizzare che la popolazione infantile avrà una probabilità di sopravvivenza minore dei loro padri". Quindi cosa fare? "Essere più attenti nel fattore alimentare e attuare una dieta, magari quella mediterranea che gioca un ruolo fondamentale nella cura della demenza senile". Un sogno è nel cassetto di Federico D’Andrea  "in attesa di completare la struttura anche a Vercelli, vorrei poter realizzare qualcosa di più all’Ospedale di Borgomanero, magari una consulenza, in struttura ambulatoriale, una volta alla settimana".