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Anniversario della nascita di Guido Boggiani (1861-1901)

Affermato pittore ed etnologo novarese che, sia per le sue opere, la vita avventurosa, le sue opere e la modernità dei suoi intenti che per merito di famosi studiosi, è andato acquisendo crescente interesse e fama a livello internazionale

Novara - Il 25 settembre 2021 ricorre l’anniversario della nascita dell’affermato pittore ed etnologo novarese Guido Boggiani (1861-1901), di cui si allega una breve nota biografica, personaggio che, col passare del tempo, sia per le sue opere, la vita avventurosa, le sue opere e la modernità dei suoi intenti che per merito di famosi studiosi come Claude Lévi-Strauss, Alfred Métraux, Paul Rivet, Darcy Ribeiro ecc,  che ne hanno apprezzato e  proseguito le ricerche e le scoperte compiute da Maurizio Leigheb in Italia e all’estero e relative pubblicazioni, è andato acquisendo crescente interesse e fama a livello internazionale. 

Al Broletto di Novara, con l’amico Lino Cerutti, nel 1985 Leigheb ha organizzato, per la Provincia di Novara e il Museo Nazionale Luigi Pigorini di Roma, la Mostra e il Convegno Internazionale di studio “Guido Boggiani, pittore, esploratore, etnografo.  La vita, i viaggi, le opere” cui hanno   partecipato i maggiori studiosi di Boggiani provenienti da vari Paesi (Italia, Francia, Cecoslovacchia, Germania e Brasile). La mostra, allestita nel Salone dell’Arengo e nella Galleria Giannoni, ha ospitato la produzione pittorica dell’artista italiano, le sue opere tradotte in varie lingue, varie riproduzioni dei suoi disegni e parte delle sue collezioni etnografiche provenienti dal Museo Pigorini. Queste iniziative hanno dato origine a tre importanti pubblicazioni e a un documentario televisivo girato sulla vita del pittore-etnografo in Europa e in Sudamerica:

- Guido Boggiani. Elogio di un artista ed etnologo novarese - documentario didattico, Video Betacam, colore, della durata di 30 minuti, girato in Italia, Paraguay e Brasile, realizzato per il Museo Nazionale “Luigi Pigorini” di Roma e la Provincia di Novara, 1989

Le tre opere pubblicate sono:

- Guido Boggiani, pittore, esploratore, etnografo. La vita. I viaggi, le opere, Regione Piemonte, Saccardo Carlo & Figli, Ornavasso,1986

- (a cura di Leigheb M. e Cerutti L.) Guido Boggiani, la vita, i viaggi, le opere. Atti del Convegno Internazionale (Novara, 8-9 marzo 1985)-, Banca Popolare di Novara, Novara, 1992

- Lo sguardo del viaggiatore. Vita e opere di Guido Boggiani- Interlinea Edizioni, Novara, 1997, pp. 135

Il Convegno Internazionale organizzato a Novara è stata l’unica occasione in cui si è affrontata la figura e l’opera di Guido Boggiani in modo multidisciplinare, facendo il punto sulle ricerche, conoscenze, e scoperte compiute sino a quella data. L’indio Macsuara, accompagnato in Italia, come rappresentante dell’etnia Caduveo dalla etnologa brasiliana Berta Ribeiro, ha dichiarato d’essere venuto nel nostro Paese per conoscere il suo passato attraverso i reperti e gli scritti di Boggiani per informare il suo popolo. Oltre alle notizie inedite sulle collezioni naturalistiche donate da Boggiani al Museo Giacomo Doria di Genova riportate dal naturalista Roberto Poggi, val la pena di segnalare l’importante valutazione dell’apporto linguistico di Boggiani, dopo l’apprezzamento di un noto linguista come Cestmir Loukotka, proposta da Giorgio Raimondo Cardona, grande glottologo dell’Università La Sapienza prematuramente scomparso all’età di 45 anni.

Guido Boggiani, ucciso dagli indios durante la sua ultima spedizione nel Chaco del Paraguay, ha vissuto solo 40 anni, ma la sua breve vita è stata intensa, ricca di improvvisi quanto memorabili incontri, sia in campo artistico che in campo etnografico, nel Vecchio e nel Nuovo Mondo, dove lo ha portato ancor giovane e già affermato pittore, “la smania di vedere mondo e gente nuova, nuove terre e nuovi orizzonti” (come egli stesso scrive). Guido nasce casualmente nel 1861 ad Omegna, sul lago d’Orta (dove il padre si trova temporaneamente per organizzarvi la prima compagnia di navigazione in battello), da una famiglia novarese di proprietari terrieri. La madre, Adele Gené, è figlia di un noto zoologo dell’università di Torino. Dal padre Giuseppe eredita l’attitudine alla pittura e l’interesse per la fotografia. Dopo aver frequentato per meno di due anni l’Accademia di Brera e conosciuto a Stresa, dove i Boggiani posseggono una villa, il pittore Filippo Carcano, caposcuola del paesaggio naturalistico lombardo (di cui diventa allievo), a vent’anni espone i suoi primi quadri di soggetto paesaggistico a Milano e due anni dopo a Roma. Nella capitale conosce il pittore Francesco Paolo Michetti e, attraverso di lui, Gabriele D’Annunzio. Frequenta la bella società romana e i circoli artistico-letterari dell’età umbertina, affermandosi come artista: il suo dipinto “La raccolta delle castagne” viene acquistato nel 1882 dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e con l’opera “All’ombra dei castagni” vince il prestigioso premio Principe Umberto. Ma a 26 anni decide di rinunciare a un sicuro successo d’artista, di lasciarsi alle spalle lo stimolante e mondano ambiente che frequenta e d’imbarcarsi per il Sud America. Da Buenos Aires raggiunge Asuncion, dove inizia un’attività di commerciante di pelli e avvicina i primi gruppi di nativi del Paraguay. Il 14 gennaio 1892, risalendo il Rio Nabilequé, compie la sua prima spedizione tra i Caduveo (oggi Kadiwéu del Mato Grosso), i famosi “indios cavalieri” delle antiche cronache gesuitiche. Vive, si veste e cammina scalzo come gli indigeni, affascinato dalle loro abitudini di vita e capacità artistiche, in particolare dall’elaborata arte decorativa applicata al corpo e alla ceramica dalle donne, oltre che dai loro modi aristocratici e dalla loro bellezza fisica. Annota in un diario giornaliero non solo le proprie esperienze, ma anche gli usi, i costumi, le attività indigene, producendo la preziosa serie di schizzi a matita e a china, acquerelli, ritratti, dettagli della decorazione fittile e del corpo umano e marchi di proprietà che completano i suoi appunti. Questo diario, pubblicato nel 1895 a Roma, dall’editore Loescher, col titolo “Viaggi di un artista nell’America Meridionale. I Caduvei (Mbaya o Guaycurù), è una delle prime monografie etnografiche dell’800, cioè un’opera innovativa per l’epoca (rispetto agli onnicomprensivi resoconti di viaggi), dedicata a una singola popolazione presso la quale l’autore è andato a vivere per qualche tempo. Al ritorno dal primo viaggio in Paraguay tiene varie conferenze sui risultati delle sue ricerche e scoperte presso la Società Geografica Italiana. Oltre alle pubblicazioni sui popoli Caduveo e Chamacoco, Boggiani ci ha lasciato non meno di 25 lavori, con cui il suo nome è passato alla storia tra i pionieri della ricerca etnografica e linguistica in Sud America. Tra i Caduveo, dove torna una seconda volta nel 1897 per un periodo di 40 giorni, continua anche l’attività di collezionista, raccogliendo numerosi manufatti (2648 pezzi, tra cui ceramiche, pipe, ornamenti, abiti, armi e utensili anche di altre etnie), che costituiscono la Collezione Boggiani (un unicum della seconda metà dell’800) oggi ospitata nel Museo Nazionale Luigi Pigorini di Roma-Eur, il maggior museo preistorico ed etnografico italiano. Da una ricerca che Maurizio Leigheb ha compiuto con l’amico Lino Cerutti in varie città europee a partire dal 1984 risulta che complessivamente il numero degli oggetti che ha collezionato, conservati nei musei di Roma, Berlino, Stoccarda, Vienna, Firenze, Novara ecc., è di circa 5000: essi rappresentano le principali fonti museografiche ottocentesche per lo studio del Chaco paraguayano e del vicino Mato Grosso. Dopo la sua tragica morte durante il suo ultimo viaggio tra gli indios, celebrata da D’Annunzio in Maia, primo libro delle Laudi, di lui si sono occupati grandi antropologi e intellettuali del 900 e gli sono state dedicate delle vie non solo a Novara, Omegna e Stresa, ma anche a Torino, Roma e Asuncion, capitale del Paraguay, dove esistono un’Avenida e anche un Museo che portano il suo nome. Un personaggio che dovrebbe essere degnamente ricordato tra i grandi viaggiatori novaresi del passato in una futura riesposizione al pubblico delle collezioni etnografiche del Museo Faraggiana Ferrandi. 

Nel commemorare il personaggio nell’anniversario della nascita, sabato 25 settembre all’Arengo del Broletto di Novara, alle ore 10,30, Leigheb percorrerà con una proiezione di immagini e informazioni in gran parte inedite il processo di riscoperta e rivalutazione, dalla seconda metà dell’800 sino ai nostri giorni, di questo singolare personaggio novarese di fama internazionale che ha contribuito a far conoscere con studi, pubblicazioni e ricerche durate oltre un decennio.

L’evento è promosso dalle associazioni dei Novaresi dell’Anno (NovareSì Per), Novaresi nel Mondo e Pro Loco di Novara col supporto del Comune e della Provincia di Novara.