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Asquini intervista (al supermercato) Monteverde

Elisa Monteverde

Novara - Domenica 16 novembre si è svolto presso il SuperVégé di via Rizzottaglia un incontro con Elisa Monteverde che, dal dicembre 2008 al giugno 2014, ha pubblicato tre romanzi: “La rava e la fava” e “Dolceamaro profumo di tè” (EOS editrice); “ Parole di seta-sete di parole” (EFFEDì edizioni). “Per la presentazione di questo pomeriggio – ci dice Elisa Monteverde – ho allestito una sorta di Menu del giorno, in armonia con la cornice di Elisabetta Silvestri che ci accoglie, e sono andata a ripescare nei tre libri quanto può collegarsi al nutrimento non solo letterario ma corporale, dunque al cibo, scoprendo con una certa sorpresa che tali spunti non mancano nelle mie pagine”.

Ad intervistarla il noto scrittore novarese Maurizio Asquini.

Asquini - “Nei primi due titoli, in effetti, già compaiono parole legate ad alimenti…”

Monteverde - “Sì, a volte simbolici, come ne “la rava e la fava”. La locuzione, di origine dialettale, suggerisce l’associazione con un ipotetico minestrone: ai diversi ingredienti – persino le rape e le fave – che vanno a renderlo più saporito, corrispondono i molti argomenti del narrare. Qui Elisa, la protagonista del romanzo di chiara impronta autobiografica, presta ascolto alle voci del passato che bussano alla sua mente e dà ad esse, mediante la scrittura, una nuova opportunità di vita.”

A. - “Quali sono gli scenari?”

M. - “Novara, innanzi tutto, la città natale, città di provincia ad un tempo amata e sofferta, e dalla quale si prospettano varie evasioni, verso Parigi o altre terre, ed epoche lontane, alla ricerca di radici ingarbugliate.”

A. - “Anche il secondo romanzo ha un tessuto autobiografico?”

M. - “No! Ho iniziato a scrivere molto tardi, avevo già 66 anni quando è uscito il primo libro, per cui desideravo sperimentare percorsi in campi di narrazione diversi. “Dolceamaro profumo di tè” è un romanzo psicologico al femminile, ambientato fra gli anni Sessanta e Novanta del ventesimo secolo.”

A. - “Ci può dire qualcosa circa la struttura e la storia narrata?”

M. - “Due voci alternate guidano il lettore alla scoperta dei segreti che hanno condizionato la vita della protagonista: la voce della stessa Sandra che ci appare dall’incipit in un momento chiave della sua esistenza, di fronte alla scelta, alla svolta… C’è poi la voce di un narratore onnisciente che, nei capitoli Intermittenza, svela ad una ad una le tessere mancanti di un puzzle che Sandra ignora.”

A. - “E il terzo romanzo?”

M. - “Scaturisce dal mio interesse per un’ondata migratoria non molto nota, che portò molti lavoratori toscani verso la Francia del Sud.”

A. - “Un romanzo storico, dunque?”

M. -  “Il libro inizia come una fiaba che la madre, Laura, racconta a Lucia, una bimba di circa otto anni, assetata di storie vere… Ma presto si scivola nel tunnel della realtà spesso crudele che i nostri emigranti soffrivano, in particolare nelle saline, e si risale, attraverso alcune voci narranti, fino agli eventi sanguinosi del 1893, a Aigues-Mortes. La storia di Antonio – emigrato dopo la Prima Guerra Mondiale – viene ricostruita da Laura che ha acquistato il casolare in cui Antonio un  tempo viveva, e pare intrecciarsi con quella della giovane donna, ma le due vicende scorrono, l’una verso il passato, l’altra verso il futuro. Intorno a fatti storici sui quali mi sono documentata, la mia immaginazione ha elaborato una trama…”

A. - “E dalle pagine di questi tre romanzi, Elisa Monteverde ha estratto per noi alcuni assaggi di lettura legati al gusto: dal minestrone, al menu di una cenetta a Montmartre, alle storie di moderne e antiche botteghe del tè, fino ad invitarci al dolce e alla frutta…” 

Nel supermercato Vegà di via Rizzottaglia si svolgono periodicamente eventi di varia natura di cui presentazioni letterarie, mostre di quadri, letture dialettali o semplici incontri culturali.