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Capolavori del barocco: Arte biglietto da visita del Novarese a Expo

In mostra fino a ottobre i tesori della pittura: da Guido Reni a Guercino, da Maratta a Pietro da Cortona. Due sedi e ingresso libero

Novara - Aprirà al pubblico venerdì 19 giugno, dalle 10 alle 18.30 “Capolavori del Barocco. Il trionfo della pittura nelle terre Novaresi”, in programma dal 19 giugno al 27 settembre (da martedì a domenica, dalle 10 alle 18.30, ingresso libero). La mostra, curata da Francesco Gonzales e Annamaria Bava, sarà articolata su due sedi espositive - l’Arengo del Broletto e la Sala Casorati di Novara, in via Silvio Pellico, che sarà inaugurata dopo i restauri proprio in occasione dell’apertura – e in una sorta di museo diffuso che toccherà una quindicina di Comuni del Novarese. La mostra è promossa da Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio; Diocesi di Novara; Provincia di Novara; Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara; con la collaborazione di Regione Piemonte; Comune di Novara; Fonadazione Cariplo; Fondazione Sir Denis Mahon Charitable Trust; Fondazione Crt, Camera di Commercio di Novara. L'iniziativa è inserita nel Sistema culturale integrato della provincia di Novara, finanziato da Fondazione Cariplo.

“Capolavori del Barocco” è la mostra di punta del Novarese per Expo – commenta il presidente della Provincia di Novara, Matteo Besozzi - La rassegna dedica ampio spazio all’incredibile sviluppo della pittura, tra pale d’altare e opere di devozione privata, con incursioni nelle arti minori, insieme a prestigiosi prestiti di musei italiani ed esteri. Fino a fine settembre saranno esposti veri e propri tesori della pittura, da Guido Reni a Guercino da Maratta a Pietro da Cortona; abbiamo inoltre scelto di mantenere l’ingresso libero con l’intento di avvicinare il maggior numero di visitatori, diventando attrattivi anche per gli stranieri che visitano Expo, grazie ad una promozione attenta sia all’Italia sia al contesto internazionale”.

Il vasto territorio della Diocesi di Novara è protagonista della mostra dedicata al Barocco. Tra il 1630, anno della peste manzoniana, e il 1738, anno in cui questo territorio passa al Duca Carlo Emanuele III di Savoia, si assiste a un processo di rinnovamento degli apparati iconografici e decorativi, stimolati dall’azione capillare di alcuni vescovi come Benedetto Odescalchi, poi papa Innocenzo XI, Giulio Maria Odescalchi e Giberto Borromeo. Dopo la pausa dovuta al contagio della peste riprendeva così il fervore religioso ed artistico post-tridentino, che attraverso l’immissione di nuova linfa creativa, si concretizzava in una rinnovata ricchezza di forme e una sorprendente fantasia espressiva. Si assiste allora fioritura di importanti cantieri decorativi. Nomi prestigiosi ed arrivi “foresti” arricchiscono chiese, oratori e cappelle: i Nuvolone, i Bianchi, Preda, Abbiati, sino a Legnanino e Magatti all’inizio del Settecento, ed arrivi da Roma, come Carlo Maratta, Luigi Garzi e Giacinto Gimignani dalla Toscana. Artisti che hanno segnato la cultura figurativa novarese rinnovando la pittura in senso classicista. Maestri ed ispiratori di questa nuova epoca saranno Guido Reni, Guercino, Pietro da Cortona, Carlo Maratta, presenti in mostra con alcune opere di straordinaria qualità.

Il percorso di visita si snoda in senso cronologico: ad aprire la mostra alcune opere di Melchiorre Gherardini, con il San Michele Arcangelo – icona degli anni terribili del contagio - e Giovanni Maria Arduino con la bellissima Annunciazione dei Musei Civici di Novara insieme a due opere provenienti dalla chiesa di San Marco a Novara recentemente riscoperte; si prosegue con Carlo Francesco Nuvolone, uno dei protagonisti assoluti del rinnovamento in senso barocco della pittura novarese. Il dolcissimo Riposo dalla fuga in Egitto proveniente da Borgomanero (immagine simbolo della mostra), l’Immacolata con il cardinale Federico Borromeo conservata ad Arona, la Maddalena penitente, summa di sensualità e di bellezza, caratterizzata dalla pennellata sciolta e vibrante. Da qui il percorso si apre al territorio: opere provenienti dalla bassa Valsesia, il Gianoli da Borgosesia, il Montalto da Castagnola di Valduggia e il Busca da Romagnano Sesia, e poi il Cusio, uno dei centri più importanti di irradiazione delle linee del barocco nella diocesi gaudenziana. Opere di Zanatta, Scaramuccia, il maestro Carlo Maratta, con la splendida Madonna di San Luca di Corconio. La grande pittura di storia con Filippo Abbiati e Federico Bianchi precede la sezione dedicata al Settecento. Il percorso in Arengo termina idealmente con una sezione dedicata ai “maestri”: il Mosè di Guido Reni, capolavoro assoluto della collezione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, insieme al Cristo risorto incontra la Madre di Guercino proveniente dalla Pinacoteca di Cento, e alla Raccolta della manna di Pietro da Cortona, opere che hanno fatto “scuola” e che hanno permesso, attraverso la diffusione delle stampe e lo studio diretto, di aggiornare i canoni estetici dei pittori operanti sul nostro territorio. Presso la Sala Casorati prosegue la visita: si apre il XVIII secolo con il Cuzzio, Tarquinio Grassi, Pietro Antonio Magatti e Antonio Lucini: una ventata nuova, fatta di luce e di colori pastello, tramuta il ricordo ombroso del secolo XVII in speranza e in apertura verso orizzonti che non sono più regionali ma si aprono all’intera Europa. Completa il percorso di visita una sezione dedicata ai paramenti sacri e ai tessili antichi con una selezione di preziosi parati esposti per la prima volta provenienti da Soriso, Craveggia e Oleggio.

Alla conferenza stampa di presentazione (venerdì 5 giugno a Palazzo Natta) sono intervenuti Matteo Besozzi, presidente della Provincia di Novara; Andrea Ballare, sindaco di Novara; Maria Rosa Fagnoni, Presidente Atl Novara; don Carlo Scaciga, Direttore dell’Ufficio per i Beni culturali della Diocesi; Paola Turchelli, assessore alla Cultura Comune di Novara; Francesco Gonzales, responsabile per i rapporti degli organi di tutela della Diocesi di Novara; Annamaria Bava, Direttore della Pinacoteca Sabauda di Torino.