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Casta Diva: un omaggio per la divina Maria Callas

Spettacolo al Faraggiana giovedì 9 novembre alle ore 21 di e con Lucilla Giagnoni
Lucilla Giagnoni

Novara - Secondo appuntamento con la stagione 2023-24 del Teatro Faraggiana di Novara, in un cartellone volutamente intitolato 'Coro'. Dopo il debutto che ha visto protagonista il capoluogo, la sua storia, la sua essenza e soprattutto le sue prospettive (bravissime Lucilla Giagnoni e Laura Curino, accompagnate da un nutrito gruppo di attori, molti dei quali per la prima volta su un palco così importante e prestigioso), la stessa Giagnoni torna nel 'suo' Faraggiana - di cui è direttore artistico - per uno spettacolo-omaggio alla divina Maria Callas. 

Appuntamento per giovedì 9 novembre alle ore 21 con Casta Diva, di e con Lucilla Giagnoni, collaborazione ai testi di Maria Rosa Panté, ambiente sonoro e musiche di Paolo Pizzimenti; quindi luci e immagini Massimo Violato; assistente alla messa in scena Maria Laura Vanini. Spettacolo realizzato dal Comune di Sirmione in collaborazione con Centro Teatrale Bresciano e Teatro Faraggiana di Novara.

In occasione del centenario dalla nascita, Lucilla Giagnoni dedica uno spettacolo a Maria Callas. Prendendo ispirazione dalla cavatina di Bellini Casta Diva dalla Norma – invocazione e preghiera alla luna, resa celebre dall’interpretazione dell’artista greca – Giagnoni mette in relazione il mito di Callas con quello di Medea.

«All’opera si apre il sipario - spiega Lucilla - La luna piena illumina il tempio. Il fuoco di un sacrificio. Una donna vestita di bianco canta. Al cinema, gli occhi ardenti di Medea-Maria riempiono lo schermo. A teatro, l’attrice racconta di vestali, sacerdotesse, maghe, regine, figlie del sole stregate dalla luna. Per me, che sono attrice, Medea ha il volto di Callas. Euripide, il cantore tragico della fine del mondo ellenico, fa di Medea una donna che uccide i suoi figli. Pasolini, il cantore della fine del mondo rurale e del sacro, fa di Maria Callas una Medea che non canta mai: fa di lei un’attrice. Medea, della stirpe del sole, porta nel sangue il canto e il sapere di ciò che cura e che uccide. Maga e regina dei pharmaka, è capace di dare la vita e la morte. È Medea l’immortale. Maria Callas è mortale, ma il sole le ha dato un dono e il canto fa di lei ‘La Callas’, l’immortale. Medea e Callas amano selvaggiamente e intensamente rovinano, senza risparmio di sé. Nessun narratore le potrà mai oscurare, contenere o limitare».