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Circus Klezmer al Coccia

Novara - Sabato 26 alle 21 e domenica 27 ottobre alle 16 va in scena al Teatro Coccia "Circus Klezmer".  Drammaturgia: Irma Borges; scene Miri Yeffet e Tzabar Amit; luci Francis Baena; costumi Paulette. Idea originale e regia Adrián Schvarzstein. Produzione Ateneu Nou Barris (Barcellona). Musicisti: Petra Rochau - fisarmonica, Rebecca Macauley o Nuria Balcells - violino, Nigel Haywood - clarinetto. Attori: Helena Bittencourt o Eva Szwarcer - Sposa, tele e trapezio, Luís Niño, ‘Totò - Sposo, giocoliere, Alba Sarraute o Cristina Solé - La Vicina, acrobata, Joan Catalá - Il Vicino, acrobata e giocoliere, Adrián Schvarzstein - Matto del paese, attore.

Circus Klezmerè uno spettacolo dove la musica klezmer, eseguita magistralmente dal vivo, e l’umorismo della cultura yiddish, si sposano con le abilità del circo e la comicità del teatro dando un contributo prezioso e originale alla diffusione della cultura ebraica. In scena, provenienti da tutto il mondo, tre musicisti, una fisarmonica, un violino, un clarinetto, quattro attori che sono anche acrobati, giocolieri, clown e Adriàn Schvarzsten. Ha vissuto in Spagna, Italia, Israele, ha lavorato con Dario Fo e Pina Baush, è lui l’eclettico, comico, dirompente artista di origine argentina ideatore, regista e interprete dello spettacolo che da Barcellona approda finalmente a Novara dopo aver conquistato pubblico e stampa in tutta Europa.

In un villaggio ebraico dell’est europeo, in un tranquillo (ma non troppo) Shtetl, i musicisti stanno accordando i loro strumenti e la musica klezmer proviene da tutti gli angoli. E’ un giorno speciale, si celebrerà un matrimonio: la sposa è incantevole, la zia è terribile, lo zio è stonato, lo sposo non vede l’ora che giunga il suo momento, il matto del villaggio combina guai. Da qui derivano, complice l’iniziale scomparsa degli anelli degli aspiranti sposi, le inenarrabili peripezie di una vicenda i cui sviluppi sono magicamente scanditi dall’alternarsi al tumultuoso scorrere della storia (con tanto di coinvolgimento di pazienti e divertiti spettatori) di attrazioni circensi, con la sposa che si cimenta con trapezio, tessuti aerei e corda e lo sposo che si misura come giocoliere con palle e clave. 

Per chi desidera vedere come vola, luminosa di passione e bellezza, una fanciulla di Chagall dai lunghi veli bianchi, per chi vuole vedere come sa cadere un clown che canta in Yddish e si schianta senza danno come Jango Edwards, per chi vuole rischiare di trovarsi sul palco, morbidamente legato a una sedia con un nastro rosa e con una stola di pelliccia, per chi vuole godersi l’esilarante danza di seduzione della zia brontolona che da massaia alle prese con la bacinella delle patate da sbucciare si trasforma (a modo suo) in pantera delle Folies-Bergéres, e infine, per chi vuole apprezzare uno spettacolo di forte cultura ebraica, in cui l’ottima padronanza di diverse discipline teatrali e circensi è uno degli strumenti, e non il fine né il pretesto.