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Etno & Etno al museo 'L Civel

Casalbeltrame - “Una partecipazione numerosa e attiva, con più di 100 partecipanti tra cultori della materia, rappresentanti dei musei e studenti universitari, è sicuramente la più grande soddisfazione per noi organizzatori e il più bel regalo che il Museo 'L Civel potesse ricevere per il suo 10° compleanno”. Con queste parole la Fondazione Artis Pagus ha commentato il successo dell'importante incontro scientifico dello scorso sabato, primo nel suo genere. Gli interventi, attentamente seguiti e applauditi, hanno fotografato la realtà attuale dell'etnologia e dell'etnografia in ambito museale, evidenziando l'evoluzione e il moltiplicarsi dei musei etnografici negli ultimi 40 anni, analizzandone la struttura e le motivazioni, cercando di capire la possibile trasformazione futura alla luce dei cambiamenti nella società attuale e nei bisogni sociali e culturali. Si è parlato di un futuro interessante e ricco di prospettive, terreno fertile per i giovani studenti, ma incerto perchè affacciato su un'economia culturale frenata e su una divulgazione frammentaria che rischia di rendere insostenibile la vita delle realtà museali, soprattutto se piccole.

Ai saluti delle autorità e dell'organizzazione (la presidente dell'ATL della Provincia di Novara MariaRosa Fagnoni, la prof.ssa Eliana Baici in rappresentanza dell'Università del Piemonte Orientale e della Fondazione BPN, il rettore dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo prof. Piercarlo Grimaldi – che ha inviato una sentita lettera augurale-, Cristina Guidobono Cavalchini per l'Azienda Agricola La Mondina RISO BUONO e il presidente della Fondazione Artis Pagus Teresio Novella) hanno fatto seguito gli interventi dei relatori, moderati dal giornalista Gianfranco Quaglia.

L'apertura dei lavori è stata affidata al Dott. Gianluca Kannes, ex funzionario della Regione Piemonte, che ha visto il Museo 'L Civel sul nascere. A lui sono state affidate una serie di immagini a tema “Quale futuro per i musei etnografici? Valore e valori del museo di etnografia” preparate dal Prof. Mario Turci, docente dell'Università di Perugia e di Roma La Sapienza, assente per motivi di salute.

La parola è passata poi al Prof. Giancarlo Andenna, dell'Università Cattolica di Milano, che ha inquadrato, con un interessante sguardo storico, il territorio raccontato dal punto di vista etnografico nel Museo 'L Civel. Un territorio che amiamo chiamare Piemonte Orientale, ma che dal punto di vista storico potrebbe anche essere chiamato “Lombardia Occidentale”. Interessanti e curiose le sue considerazioni su “Sant'Apollinare di Fisrengo è una domus dei templari o no? Motivi di dubbio”.

L'evoluzione del numero e delle tipologie dei musei etnografici piemontesi è stata poi affidata al Prof. Davide Porporato, dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale, che ha ben illustrato come la nascita di musei piccolissimi in paesi ormai spopolati sia davvero una difesa culturale e una necessità concreta di conservazione di memoria e identità.

Sempre con un'ottica analitica e ricca di esempi pratici si è sviluppato l'intervento del Prof. Gianpaolo Fassino, dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che con “I Musei Etnografici, una traiettoria di futuro” ha mostrato esempi pratici di database e di ricerche e progetti nuovi come il Geoportale della Cultura Alimentare.

La chiusura della mattinata è stata affidata al Prof. Vincenzo Padiglione, direttore della rivista “Antropologia Museale” e docente a Roma La Sapienza: un intervento, il suo “Piccoli Etnografici Musei. Quale identità, quale destino”, che ha analizzato con occhio critico l'etnografia oggi e l'inevitabile contatto della disciplina con le nuove tecnologie e il nuovo pubblico.

Dopo la pausa pranzo, curata dal ristorante Pane Amore Poderia, dall'Azienda Agricola La Mondina RISO BUONO e dal gruppo Alpini locale, i lavori sono proseguiti con le visite guidate al Museo 'L Civel e con la tavola rotonda tra i musei partecipanti, i cui rappresentanti sono giunti dalle quattro regioni. Oltre ai musei della provincia novarese (Romagnano Sesia, Oleggio e Tornaco) hanno preso parte al dibattito musei dal lodigiano e dal cuneese, così come dal savonese, dal mantovano e dall'area torinese. Diverse le realtà museali piccole, nate da collezioni o iniziative private, che hanno animato il dibattito (tra i locali, per esempio, la Cascina Grampa di San Pietro Mosezzo).

Due le grandi esperienze emerse: quella dei meno giovani, animati dalla voglia di mantenere la memoria delle proprie radici e dei propri paesi, e quella dei più giovani, che con esperienze diverse (dal Servizio Civile all'Alternanza Scuola Lavoro agli stage) cercano di lavorare, con passione ed entusiasmo, nel settore per cui hanno studiato. Esigenza comune emersa è quella del dialogo tra musei, della collaborazione nell'elaborare progetti e della necessità di non sostituire le professionalità con il volontariato. Numerose sono le realtà museali che non hanno potuto prendere parte all'evento ma che hanno richiesto gli atti della giornata, a testimonianza dell'alto valore scientifico e di confronto che questo convegno ha avuto.