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Festival fiati: ultimi due concerti

Alberto Mandarini

Novara - “Festival Fiati”, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, arriva alla conclusione con la sua ultima settimana di programmazione. Venerdì 17 maggio alle ore 18, in Auditorium del Conservatorio, avrà luogo il Concerto dell’Orchestra di Fiati del Conservatorio “G. Cantelli” di Novara. Dirige il M° Giuseppe Gregori, docente di Musica d’insieme per strumenti a fiato presso il “Cantelli” di Novara. Si tratta di un’altra bella occasione per ascoltare un’orchestra formata solamente da strumenti a fiato. La combinazione dei vari timbri strumentali (flauti, oboi, clarinetti, corni, fagotti, trombe, tromboni, euphonium fra gli altri) crea nuove fascinazioni e nuove atmosfere, tutte da assaporare anche grazie all’intrigante programma confezionato per la serata. Il concerto è anche un ideale omaggio al bicentenario Verdi-Wagner che si festeggia in questo 2013. Di R. Wagner potremo ascoltare l’Ouverture da Die Meistersinger von Nurnberg, mentre di G. Verdi il Valzer in Fa maggiore). Nel corso della serata ascolteremo anche i lavori di G. Jacob (An Original Suite), G. Holst (A Somerset Rhapsody op. 21), R.V. Williams (English Folk Song Suite), A. Dvorak (Sinfonia in mi minore “Dal nuovo mondo”). 

Questi gli interpreti del concerto: Joshua Grassini ottavino, Sarah Cibrario flauto, Sara De Paolis flauto, Cecilia Cavallo flauto, Susanna Fincato flauto, Emanuele Gorla flauto, Sara Paola Generali flauto, Stefano Botto Steglia oboe, Sergio Cuffaro oboe, Giuliana Zanoni oboe e corno inglese, Jacopo Marchesini clarinetto, Anthony Marotta clarinetto, Tiziana Rolle clarinetto, Daniela Quaglia clarinetto, Pamela Singuaroli clarinetto, Alessandro Garavaglia clarinetto, Marco Sorge clarinetto contralto, Giorgia Bussi clarinetto basso, Nicolò Gasparotto fagotto, Mattia Olgiati fagotto, Gianmarco Canato controfagotto, Edoardo Bellini corno, Alessandro Gornati corno, Tommaso Ruspa corno, Luca Aonso tromba, Alberto Capra tromba, Andrea Bossi trombone, Giacomo Monticelli trombone, Irene Roma trombone basso, Manuela Brandinu euphonium, Simone Porcu euphonium, Marco Anastasio basso tuba, Michele Fortunato percussioni, Francesco Macrì percussioni, Salvatore Passalacqua percussioni. 

Giuseppe Gregori: Si è diplomato in fagotto nel 1987 presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano sotto la guida di Lino Brandolini e ha partecipato in seguito a corsi di perfezionamento tenuti da Ovidio Danzi e Milan Turkovic. Si è inoltre perfezionato in musica da camera per fiati con Giuseppe Garbarino. Svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero in particolare con formazioni cameristiche e Harmonie”, ed è stato premiato in concorsi internazionali riservati a questo genere musicale. Accanto all’attività strumentale si è anche dedicato allo studio della composizione. Per la casa editrice Ricordi ha curato la collana “Fiati da camera” che si propone di diffondere e promuovere quella letteratura inedita o poco conosciuta destinata agli strumenti a fiato. Negli ultimi anni si è dedicato all’esecuzione di musica barocca su strumenti d’epoca, perfezionando la conoscenza fagotto barocco sotto la guida di Alberto Grazzi; suona una copia di un J.H. Eichentopf, Norimberga, 1720 ca. È titolare della cattedra di Musica d’insieme per strumenti a fiato presso il Conservatorio “Cantelli” di Novara.

Al pomeriggio di sabato 18 maggio, dalle 16.30 alle 19.30, nuovamente protagonista Alberto Mandarini (nella foto) e la tromba Jazz e alla sera, alle ore 21, gran finale con il Concerto della Big Band del Conservatorio “G. Cantelli”. Il concerto di chiusura della 11esima edizione di “Festival Fiati” è un importante appuntamento, realizzato in collaborazione con “Novara Jazz”, dal titolo “Metamorfosi”. Alberto Mandarini ne cura l’ideazione, la regia, le musiche e la direzione. Giorgia Sallustio è la Voce solista. Diego Borotti sarà impegnato ai sassofoni. L’obiettivo principale di Metamorfosi è quello di far avvicinare all’improvvisazione chiunque ne sia attratto, anche senza alcun tipo di conoscenza o approfondimento in proposito e qualunque sia la sua preparazione musicale in genere. In particolare, si tratta di una “Conduction” in nove tempi liberamente ispirata ad uno dei più straordinari libri di narrativa per ragazzi di tutti i tempi: “Le Avventure di Pinocchio” di Carlo Lorenzini, in arte Collodi. La scrittura di questa composizione si rifà alle più diverse tecniche compositive attingendo a piene mani dalla tradizione jazzistica e dalla sua area più aleatoria e contemporanea. Una particolare caratteristica di questa partitura sta nel fatto che non sia stata pensata per un organico preciso e definito, bensì per un qualsiasi organico vocale/strumentale diviso in 6 gruppi distinti, dove ai singoli interpreti viene lasciata, in totale autonomia, la facoltà di scegliere di volta in volta a quale gruppo appartenere, quasi a voler dar vita ad una sorta di “Libera Musica Utopica”. La parte centrale, pur essendo a tutti gli effetti il cuore di tutta l’opera (o forse proprio per questo!), non prevede alcun tipo di scrittura musicale e viene affidata interamente ad una particolare tecnica improvvisativa denominata “Conduction” o “Painting Music”. Nella “Conduction” il direttore interagisce con l’orchestra, attraverso la comunicazione gestuale, utilizzando alcuni gesti scelti tra i 700 circa codificati. Questi serviranno ad indicare, di volta in volta, le più diverse esigenze musicali e improvvisative e a ricreare alcune sonorità difficilmente riproducibili attraverso i segni grafici convenzionali della musica scritta. Una delle principali caratteristiche della “Painting Music” è che ogni volta l’improvvisazione avrà un esito differente e con un numero di variabili praticamente incalcolabile. Questo è dato dal fatto che ognuno dei musicisti reagirà di volta in volta seguendo il proprio istinto musicale e verrà inevitabilmente influenzato dalle differenti sonorità che nasceranno proprio in quel preciso istante. Metamorfosi inizia nel bel mezzo del racconto del Lorenzini e più precisamente da quando Pinocchio, a mezzanotte, incontra Lucignolo in attesa del carro che lo porterà al Paese dei Balocchi. Le vicende che seguiranno a questo incontro sono note a tutti e non hanno certo bisogno di essere raccontate. L’augurio è quindi che i nove tempi di questa composizione possano essere, oltre che uno stimolo all’improvvisazione, un chiaro invito a riascoltare “Le Avventure di Pinocchio” con rinnovata curiosità, e a scoprire e indagare le sue altre mille insospettabili chiavi di lettura… Un appuntamento unico nel suo genere, che chiude come meglio non si potrebbe questa 11esima edizione di “Festival Fiati”.