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Gianni Dal Bello e il futuro del Teatro Faraggiana

Gianni Dal Bello

Novara - Riceviamo e pubblichiamo un interessante e qualificato intervento riguardo al futuro del Teatro Faraggiana. A farlo è l'ex responsabile delle pagine della Cultura e Spettacoli del Corriere di Novara, Gianni Dal Bello, ora anima dell'associazione Persona e del progetto Universicà: "Sul Teatro Faraggiana l'importante è preservare il palcoscenico. Nei molti anni in cui mi sono occupato di cultura a Novara, dall'osservatorio privilegiato del "Corriere", ho avuto modo di incontrare molti artisti, registi, operatori teatrali. Tutti a dire: "Il Faraggiana ha un gran bel palcoscenico". Su tutti vale il commento di Umberto Orsini durante le prove di "Amadeus": "Per la prosa il Faraggiana è molto meglio del Coccia". In seguito ci ho lavorato, collaborando alla regia di "Teresa non sparare" con Giuseppe Cederna (spettacolo in cui recitavano Anna Bonaiuto, Maria Amelia Monti, Ivano Marescotti, Doris Von Thury e lo stesso Cederna). Nell'ambiente teatrale si era diffusa questa voce: un teatro di medie dimensioni come il Faraggiana consente alle compagnie di tenere cartellone per cinque - sei recite; se poi si aggiungono le matinèe, le prime e le generali con pubblico, si comprende come in quegli anni Novara potesse vantare una stagione di prosa con le migliori proposte. Ora: il Coccia ha avuto e ha un ruolo fondamentale per la città, ma è abbastanza evidente che un solo teatro a Novara non può bastare. Il problema, semmai, per non far crollare l'affluenza al maggiore dei due teatri potrebbe essere quello di differenziare la programmazione. Per tal motivo mi sento di condividere la preoccupazione sia di chi si trova oggi a fare i conti con il bilancio del Coccia, sia di chi deve riaprire il Faraggiana con la prospettiva di dover lottare con costi elevati di mantenimento. Ritengo inoltre sia giusta la preoccupazione di quanti domani si ritroveranno nella serata al Vip, lanciata dall'amico Mario Tosi e da Vanni Vallino. Penso anche che una sorta di multisala presso il teatro non sia idea sbagliata. L'importante è preservare il palcoscenico. Ricordiamoci: di lavori definitivi ci si potrebbe pentire. No, mi sembra che l'idea di Tosi di tenere il teatro così com'è e di ricavare una saletta per il cinema d'autore nei locali dietro al bar confinante, sia di buon senso. Rimane poi il capitolo gestione, e lì va fatta una riflessione seria. Il Faraggiana sarebbe nato perché il suo fondatore, palchettista del Coccia, che con il suo sigaro impuzzava le signore della buona borghesia novarese, una volta criticato disse: ah, sì?! Non mi volete come palchettista? Mi faccio un teatro tutto mio. Potremmo dire: dal fumo... all'arrosto. I buoni propositi di questi giorni dovranno fare i conti con l'arrosto dei bilanci... per non restare solo fumo".