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L’Innaffiatore del cervello di Passannante al cine teatro Sant'Andrea

Novara - Tutto pronto per lo spettacolo proposto dall'associazione culturale 'Nuova canovacci e fantasia': l’Innaffiatore del cervello di Passannante, in programma al cine teatro Sant'Andrea di Pernatesabato 19 marzo alle ore 21,15. Pièce teatrale tratta dal monologo di Ulderico Pesce, con drammaturgia adattata da Angelo Coviello, in due atti, della durata complessiva di 90 minuti circa, inclusa la pausa tra il primo ed il secondo atto. Trama: Giovanni Passannante nasce a Salvia (PZ) nel 1849 da genitori poverissimi. Autodidatta, sviluppa una coscienza anarchica e il 17 Novembre 1878 attenta alla vita del Re d’Italia Umberto I°, ferendolo leggermente. Arrestato e torturato perché sveli gli ipotetici complici, dopo un processo sommario è condannato a morte. La pena capitale è commutata in ergastolo e Passannante trascorre 10 anni in catene a Portoferraio. In seguito, dichiarato pazzo, viene rinchiuso nel Manicomio Giudiziario di Montelupo Fiorentino, dove muore nel 1910. Il cranio ed il cervello dell’anarchico vengono trasferiti al Museo Criminologico di Roma dove rimangono fino al 10 maggio 2007, data in cui ai resti viene data sepoltura nel cimitero del suo paese. Il lavoro teatrale non propone malcelati tentativi di riabilitazione, nè di esaltazione di un gesto criminoso, ma tende ad indurre lo spettatore ad un giudizio libero ed obiettivo.

Intepreti: Andrea Doni, Antonella Lucci, Anna Russo, Anna Maria Semino, Mariangela Perna, Cristina Ceglie, Eugenio Costantini, Giampaolo Doni, Marco Di Palo, Mena Abete, Colomba Ippedico, Angelo Coviello e per la prima volta sul palcoscenico Leonardo Ponte Planas. Creazioni pittoriche: Gabriella Tescaro. Collaborazione musicale: Paolo Beretta. Direzione di scena: Laura Moro. Macchine sceniche: Angelo Coviello e Marco Di Palo. Regia: Angelo Coviello 

Ci dice lo stesso Angelo Coviello, responsabile artistico e regista della Compagnia: “Siamo nati come compagnia teatrale amatoriale e ci teniamo a conservare in noi l’insuperabile valore della passione e talvolta dell’inconsapevolezza; anche se l’esperienza di questi anni ha rafforzato in ciascuno e quindi nel gruppo la sicurezza nell’affrontare importanti pagine d’autore. Mettere in scena uno spettacolo non vuol dire solo indossare una maschera, ma significa denudarsi delle proprie insicurezze, liberarsi dal ruolo quotidiano di studente o lavoratore o genitore o amico. Così, senza accorgercene, siamo diventati una compagnia di teatro amatoriale, ora contiamo più di venti membri e un numero di spettacoli teatrali e musicali in continua crescita. Ora abbiamo nel baule, o meglio “rint’ a’ mappata” del nostro repertorio diversi spettacoli importanti e alzare il sipario in località lontane sarebbe la realizzazione di un prossimo sogno comune”. 

a.c.