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L'identità sotto il bisturi: chirurgo e psicologa in dialogo con gli studenti

il dottor Dario Graziano

Novara - Più belle (e più belli) con il bisturi? Sì, ma con moderazione. È il messaggio che emerge dalla conferenza "L'identità sotto il bisturi. La chirurgia estetica, tra accettazione e ricerca di sé", che, lunedì 26 marzo, ha riunito presso l'auditorium dell'Istituto Magistrale "Contessa Tornielli Bellini" di Novara studenti provenienti dagli istituti Ravizza e Mossotti e dal liceo linguistico Carlo Alberto, a confronto con Dario Graziano, chirurgo plastico, e Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta. "Eliminare inestetismi che il paziente desidera risolvere, per migliorarne la qualità di vita. Questo è l'obiettivo della chirurgia estetica – afferma il dott. Graziano (nella foto) –. Un obiettivo raggiunto in genere con piena soddisfazione dei pazienti, specialmente se il difetto cui si pone rimedio è particolarmente evidente. Ma se l'imperfezione da trattare è grave; di debole entità, allora c'è il rischio che il problema non sia di carattere fisico, ma interiore". Infatti il ricorso alla chirurgia estetica "è dettato talvolta – spiega Maria Beatrice Toro – da un'ossessione perfezionistica che deriva dall' incapacità di accettare la propria identità", e il chirurgo plastico "quando riceve questo tipo di richieste – aggiunge Graziano - dovrebbe chiedere l'intervento di uno psicoterapeuta, per aiutare il paziente a valutare l'effettiva opportunità di intervenire chirurgicamente". Ma come e perché si desidera essere più belli? "Da sempre, nella storia della civiltà umana – continua Toro –, il corpo è oggetto di modifiche nel tentativo di rispecchiare canoni di bellezza, mutevoli nel tempo". Oggi la tecnica chirurgica consente di ricostruire o decostruire il corpo per trasformarlo ne! ll'oggetto di forme d'arte estreme – come il piercing e la body art – o addirittura di cambiare sesso per vivere un'identità non corrispondente a quella biologica. Ma l'imperativo più pressante nell'attuale contesto socio-culturale è quello a essere perennemente giovani, che spinge uomini e donne a costosi trattamenti anti-età, alla rincorsa di una condizione che gli psicologi chiamano di "amortalità". Ma chi appare più giovane e bello si sente davvero meglio? "Il viso è un biglietto da visita che può regalare opportunità in più. Ma le risorse personali più importanti per una vita serena – conclude Toro – sono la fiducia in sé stessi e la capacità di relazione e collaborazione con gli altri, che si apre alla fiducia nel futuro".