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Mettiamo in ordine le idee: serata con Giulio Giorello

Giulio Giorello

Novara - Sarà lo storico e filosofo Giulio Giorello (studioso di relazioni tra scienza, etica e politica, docente presso l’Università di Milano) il protagonista, venerdì 29 maggio, al Conservatorio (ore 21),  della seconda serata di “Mettiamo in ordine le idee” la rassegna organizzata dall’Ordine dei medici che prevede una serie di incontri con personalità del mondo culturale italiano che si confrontano su un tema unico. Come è noto, la “parola chiave” di questa edizione è TEMPO. «Dopo la serata con Haim Baharier – afferma il presidente dell’Ordine, Federico D’Andrea – la nostra rassegna propone un altro intellettuale di spicco che darà la sua “versione” sul tema adottato quest’anno. L’ottima risposta di pubblico per Baharier conferma la bontà della nostra scelta, ovvero quella di aprire l’Ordine alla città, di diventare protagonista della vita culturale novarese».

Giulio Giorello è laureato in filosofia (1968) e in matematica (1971). Ha insegnato nella Facoltà di Ingegneria (Pavia), di Scienze Fisiche e Matematiche (Catania), di Scienze Fisiche (Università dell'Insubria - Sez. di Como), nonché al Politecnico di Milano. Dirige presso Raffaello Cortina Editore la collana Scienza e Idee ed è editorialista del Corriere della Sera. È stato presidente della Società di Logica e Filosofia delle Scienze (Silfs) e si occupa di storia e filosofia della matematica e della fisica. È noto per il suo ateismo: nel 2010 scrive il libro Senza Dio. Del buon uso dell'ateismo. Nel suo intervento del 29 maggio, Giorello parlerà del fatto che «ormai più di un secolo fa, nel lontano 1905, due dei maggiori geni scientifici dell’epoca, Albert Einstein e Henri Poincaré, rivoluzionavano i concetti di spazio e di tempo. In quella che sarebbe diventata nota poi come relatività speciale prendeva forma l’atteggiamento operativo che, definendo la simultaneità di due eventi spazialmente distinti mediante possibili trasmissioni di segnali, conduceva — se esiste un limite superiore alle velocità dei segnali stessi (la velocità della luce) — a lasciare una zona indistinta tra il nostro passato e il nostro futuro. Vengono meno l’idea dell’attimo che fugge e insieme quella di un tempo unico per tutti i sistemi di riferimento. Il tempo non è più il contenitore assoluto degli eventi descritto da grandi poeti, filosofi e scienziati come Lucrezio, Shakespeare, Milton o lo stesso Newton; però, vale ancora l’idea cara a Giordano Bruno per cui “il tempo tutto dà e tutto toglie”. Solo che ora sono tanti e non più uno».