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Pesta: “Novara merita ancora un teatro di tradizione”

Novara - «Non sono arrabbiato con nessuno. Sono solo molto rammaricato. Non mi aspettavo un trattamento simile. Mi spiace veder buttato via un progetto valido e autenticamente novarese che, insieme ai miei collaboratori, siamo riusciti a creare, con grande impegno e grandi sacrifici, nell'ultimo decennio». Con queste parole Carlo Pesta, socio rotariano ed ex-sovrintendente del Teatro Coccia, ha salutato gli amici del Rotary Club Val Ticino di Novara durante l'ultima riunione conviviale del sodalizio, tenutasi lunedì scorso.
«Il mio contratto di sovrintendente scadeva il 31 agosto 2011 – ha detto Pesta per spiegare ai soci le recenti polemiche legate alla sua decisione di lasciare Novara, per motivi personali e professionali – ma trattandosi di un rapporto fiduciario non è stato ritenuto opportuno prolungarlo fino a fine aprile per consentirmi di dare il via a una stagione teatrale da me ideata. Comunque non avrei potuto essere a capo del Coccia insieme a persone che non condividono il mio progetto di teatro. Non ci sarà un mio successore, ma non voglio entrare in polemica: ognuno fa le proprie scelte».
Pesta, durante il suo intervento, si è detto dispiaciuto per il fatto di vedere «regalato ad altri il grande risultato di essere riuscito a costruire un teatro con un marchio e una cultura autenticamente novarese, perché il teatro di tradizione deve esprimere e mantenere viva la cultura di un territorio. E Novara merita ancora un teatro di tradizione». Se oggi, ha aggiunto, «a Tokio, a Mosca e a Berlino sanno dov'è Novara, come lo sanno i teatri italiani che hanno comprato le produzioni dal Teatro Coccia, è proprio grazie ai risultati di questa strategia. Sotto la mia direzione, ad esempio, sono state messe in scena due opere di Carlo Coccia, autore che prima nessuno conosceva. Abbiamo proposto un cartellone eterogeneo e originale che il pubblico, non solo locale, ha dimostrato di gradire».
Interrogato sul suo futuro professionale, Pesta ha dichiarato che non accetterà più incarichi nei teatri e che incrementerà la sua attività di produttore teatrale, puntando soprattutto al mercato internazionale con la sua società di Lugano, specializzata in lirica e balletto. «Non replicherò a quanto apparso sui giornali – ha concluso – e sono soddisfatto del rapporto che sono riuscito a instaurare con la città e con il suo pubblico: mi hanno sempre voluto bene e hanno capito il mio tentativo di costruire una “cultura teatrale” anche valorizzando le professionalità locali. Novara e il Novarese meritano molto. Anche per questo continuerò a far parte di questo Rotary».