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SERGIO FLORIANI APRE AL BROLETTO LA NUOVA STAGIONE DELL’ARTE

“Lo spazio dell’identità. L’identità dello spazio” dal 16 gennaio al Complesso Monumentale del Broletto

Novara - Sarà inaugurata sabato 16 gennaio alle 17.30 l’importante mostra ”Lo spazio dell’identità. L’identità dello spazio” dell’artista novarese Sergio Floriani. La mostra, che colloca nella prestigiosa cornice del Broletto una selezione di opere dell’artista che vive e lavora a Gattico, considerato dalla critica un significativo interprete del filone concettuale, apre una intensa stagione di eventi d’arte che caratterizzeranno il 2016.

Sergio Floriani è nato a Grantorto (PD) nel 1948, risiede e lavora a Gattico (NO). Pittore e scultore, inizia la sua attività espositiva nel 1979. Nel 1982 promuove insieme ad altri artisti il Gruppo della Narciso Arte. Nel 1984 viene prescelto dal critico Giorgio Di Genova a rappresentare l’Italia alla Biennale di Venezia. Dal 1988 ha avviato ricerche nell’ambito della video-arte, realizzando la videoscultura “Autoriflessione” e progettando successivamente “Impronte” nel 1989, ed il “Velo di Ptah” nel 1991. E’ stato segnalato sul “Catalogo dell’arte moderna italiana” Mondadori: sul n.18 da Giorgio Di Genova e sul n.24 da Giorgio Segato. Ha vinto il I concorso internazionale di scultura “Arona 1996”. Ha partecipato alla biennale internazionale di scultura di  Racconigi 2013. Nel 1998 il Comune di Padova e la provincia di Novara hanno organizzato la sua prima antologica  presso il Museo del Santo e successivamente nell’Arengo del Broletto.

Seguiranno altre prestigiose mostre in gallerie private (Naviglio, Cavallino, Annunciata) e in diversi spazi pubblici  (GAM di Gallarate e Forte di Exilles). Non mancano sue presenze in contesti internazionali (ART13 Basilea e una sala personale al Festival Internazionale di Arti Plastiche di Bagdad).

Dal  testo del critico Francesco Poli, curatore della mostra: “L’esposizione si apre con la ieratica  Sinopys (1990) in ferro e stagno a forma di croce, che è la prima opera realizzata dall’artista con delle impronte digitali ingrandite, e che per certi versi riassume in sé il senso essenziale degli sviluppi plastici-visivi di tutti i successivi lavori. Ma non è da dimenticare il suo significato religioso, dato che una diffusa spiritualità attraversa in modo più o meno evidente buona parte della ricerca dell’artista. E questo aspetto in effetti ritorna a galla, in mostra, attraverso la presenza verso la fine di Lux Mundi (1990), una grande installazione ( sorella di Sinopys)  al suolo, dove la croce è formata da lastre di acciaio specchiante. Le sale successive sono animate da ben selezionati gruppi di opere. Ci sono in ferro e stagno, o stagno e piombo, delle composizioni a pannelli multipli o con griglie, come per esempio Divido per otto/stagno e Divido per due/stagno (2003),A quadretti (2005) e In Trasparenza (2015), dove l’impatto fisico dei metalli grigi e lucenti, carica le circonvoluzioni delle configurazioni digitali di un’ intensa e suggestiva energia. Alla “pesante” presenza metallica di questi lavori fanno da contrappunto, in modo  più leggero ma altrettanto intenso, le composizioni di misure analoghe fatte con catramina su carta, dove il nero profondo assorbe la luce. Altre opere, come Blu copiativo (2013), Esagono irregolare turchese (2000), Ovale vermiglio (2012),  Altera1/rosso (2015), oppure Distorci (2014) riportano in scena con accensioni cromatiche anche  vivaci, la pittura a tempera su spesse tavole geometricamente configurate e istoriate di impronte scavate. All’esterno, nel cortile del Broletto, il discorso plastico si tridimensionalizza in chiave monumentale con due potenti sculture: la già citata Porta della legge, e A confronto (2002).”

Opere presenti in: Erice, MAC; Torino, Palazzo della Regione Piemonte;  Maglione, MACAM;  Novara, Palazzo dei Vescovi; Novara, Seminario;  Novara, Palazzo Natta; Padova, Palazzo di Giustizia;  Curino, La via della Croce;  Sesto Calende, Collezione Cesare da Sesto;  Gallarate, MAGA;  Pieve di Cento, Museo del Novecento “G. Bargellini”; Exilles, Forte di Exilles; Casale Monf.to, Museo dei Lumi.