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SerMais e BIT Novara al Salone del LIbro

Novara - Anche l'associazione SerMais e il circolo di Novara della fondazione Benvenuti in Italia  hanno partecipato al prestigioso appuntamento del Salone Internazionale del Libro di Torino, con la presentazione del libro “Sveglia! Visioni e azioni in un mondo che cambia” (2014, ed. Marotta e Cafiero). Il volume raccoglie le tematiche affrontate dal 2012 al 2014 all'interno della Scuola di Politica “Imparare Democrazia”, luogo di approfondimento e riflessione da quest'anno portato avanti da Benvenuti in Italia.

Alla presentazione di domenica hanno preso la parola il consigliere regionaleDomenico Rossi, ex presidente di SerMais e attuale responsabile di BIT Novara, Gianni Cerutti, Direttore scientifico dell'Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea nel novarese e nel VCO, che ha contribuito alla realizzazione del libro con una riflessione quantomai attuale sulla crisi della forma partito.

Sveglia!” è parte, insieme a “Viaggio nell'Italia dei beni comuni” (curato da Paolo Cacciari, Nadia Carestiato e Daniela Passeri) e a “Happy Bike” (di Alfredo Bellini), della trilogia “Stili di vita”, edita dalla Marotta & Cafiero Editori, casa di Scampia gestita da Rosario Esposito La Rossa. Il giovane imprenditore, fondatore anche della compagnia teatrale VoDiSca (Voci di Scampia), è l'esempio di come sia possibile resistere in un quartiere famoso per l'alta densità mafiosa generando cultura e lavoro, in una parola l'alternativa. Che cosa tiene insieme l'housing sociale con le nuove forme che stanno assumendo i partiti? E la partecipazione con lo spread? Se lo chiederà con ogni probabilità chi prenderà in mano questo libro. Sostiene il sociologo Zygmunt Baumann: "Un ponte non si spezza quando il carico che sostiene eccede la solidità media delle sue campate, ma assai prima: nell'attimo stesso in cui il peso del carico supera la capacità di portata di una sola di esse: quella più debole. [...] A prescindere dalla solidità delle altre campate e degli altri piloni, è l'elemento più debole che determina il destino dell'intero ponte". Ci sembra che il nostro modo di vivere stia scricchiolando e che il ponte rischi di cadere a partire dalla sua parte più debole, i vulnerabili. Dobbiamo avere l'intelligenza, la capacità e il coraggio di invertire la rotta e ri-esistere alla crisi, cominciare una nuova esistenza collettiva".