Share |

Si conclude Promemoria Auschwitz 2015

Oltre 300 persone all'Arengo per lo spettacolo di restituzione del viaggio

Novara - Si è chiuso Promemoria Auschwitz 2015 che, con oltre 200 ore di percorso, ha visto coinvolte anche quest'anno una trentina di persone tra studenti delle superiori, dell'università e adulti residenti nella nostra provincia. Il doppio evento di restituzione alla città di lunedì 18 maggio, tenutosi all'Arengo del Broletto di Novara, con oltre 300 partecipanti, ha chiuso positivamente il bilancio di questa esperienza che anche quest'anno è esistita grazie all'impegno di Sermais e dell'Istituto Storico della Resistenza di Novara e del VCO, che hanno curato la parte di formazione dei ragazzi e l'accompagnamento in ogni fase del progetto, e dell'associazione Deina, organizzatrice del viaggio in Polonia. Importante sostegno al viaggio anche da parte della Provincia di Novara, nonché dalle amministrazioni locali (Novara, Borgomanero e Cerano) e dalle Fondazioni (Banca Popolare di Novara e Fondazione Comunità del Novarese) che hanno contribuito a finanziare il progetto.

«L'altra sera abbiamo avuto modo di comprendere in che modo Promemoria Auschwitz sia un viaggio nella storia e non semplicemente nel passato - ha spiegato Davide Tamagnini, responsabile del progetto per l'associazione SerMais - viaggiando verso uno dei luoghi più orrendi della storia d’Europa abbiamo riscoperto il valore degli esseri umani, e di quel "restare umani". La restituzione è stata la cifra di questo percorso di formazione e scoperta. I ragazzi hanno provato a dirlo in tanti modi: con parole, immagini, musiche e canto dal vivo, ma il simbolo più dirompente forse di questa loro riflessione è stato il loro ultimo passo, un'esibizione di danza classica, una metafora di colore: tre ragazze vestite in nero, bianco e rosso, a rappresentare rispettivamente la morte, la riflessione e la vita. Così hanno ribaltato il comune scorrere del tempo confermando la paradossalità di questo viaggio. Non c’è niente da fare, partigiani anche in questo, i ragazzi tendono alla vita».

Un ringraziamento particolare va al direttore dell'Istituto Storico della Resistenza di Novara e del VCO, il dott. Giovanni Cerutti, che oltre a curare la parte formativa del percorso ci ha accompagnati fino alla fine, regalandoci pubblicamente queste parole che bene esprimono il senso di questo progetto: «la vita può essere attraversata senza farsi domande e senza nessuna consapevolezza, lasciando che siano gli eventi e le idee ricevute  a decidere di noi; si può persino essere, forse non completamente felici, ma in pace con se stessi in questo modo. Ma se si vuole provare ad avvicinare il senso delle nostre esistenze, non ci si può non interrogare su cosa significhi essere uomini e vivere insieme agli altri. E per far questo non si può non volgersi al nostro passato, a quanto è stato, con la volontà di capire cosa significa per noi oggi. [...] Quando la violenza irrompe con brutalità nella storia lacerando la trama delle relazioni umane, l'unico modo per ritessere un orizzonte di senso è tentare di dare una forma a ciò che forma non ha, provando a cercare le parole per raccontare l'indicibile. È quello che sono riusciti a fare i nostri ragazzi in questi mesi, è quello che ci hanno mostrato questa sera. Per questo li ringraziamo».

Caricati da queste parole ci prepariamo a continuare un nuovo percorso con i ragazzi e preparare il nuovo viaggio del prossimo anno.  Come una molla, sempre, #RimbalziamoAllaVita!