Share |

Supplici a Portopalo

Novara - Spettacolo Supplici a Portopalo al teatro Faraggiana il prossimo giovedì 16 novembre alle ore 21. L'iniziativa fa parte di un progetto più ampio in capo al Teatro Stabile di Torino. L'Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona diretto da Gabriele Vacis, Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi (Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale) prevede la realizzazione di attività, laboratori, seminari, performance e “ambienti” dedicati alla cittadinanza, concentrandosi, in una prima fase, sulle comunità dei migranti presenti nell’area metropolitana di Torino e sul territorio piemontese. 

Il calendario di appuntamenti vede la realizzazione di alcune delle attività (laboratori e video-colloqui) a Novara grazie alla collaborazione con il Nuovo Teatro Faraggiana, la Comunità Sant'Egidio e la Comunità per minori Santa Lucia.

Le date:

Comunità Sant’Egidio (Novara)

Giovedì 9 novembre, dalle 14 alle 18Venerdì 10 novembre, dalle 10 alle 18

Comunità Minori Santa Lucia – Novara

Venerdì 10 novembre 2017, dalle 18 alle 21
Sabato 11 novembre 2017, dalle 15 alle 19
Domenica 12 novembre 2017, dalle 15 alle 19

Dalla tragedia di Eschilo alle parole dei rifugiati con Vincenzo Pirrotta e Gabriele Vacis. Sulla costa siciliana, divenuta frontiera delle rotte della disperazione del Mediterraneo, un coinvolgente racconto teatrale, basato sul dramma Le Supplici di Eschilo, che mette in scena la difficile decisione della città di fronte alla richiesta di asilo di chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla carestia. La spietata logica del respingimento di chi si presenta supplice, alle porte della città, a chiedere aiuto è deprecabile e inaccettabile per le leggi non scritte del codice etico della gente di mare, ma anche per la sensibilità di una comunità civile. Ma non basta la carità, non basta la pietà: solo la dimensione politica ­ insegna già Eschilo 2500 anni fa ­ può affrontare e risolvere positivamente, nel segno del bene comune, la difficoltà di migranti e cittadini. Eschilo compone le Supplici intorno al 460 a.C.: il racconto inizia con uno sbarco, lo sbarco di un gruppo di migranti in fuga dal proprio paese, l’Egitto, giunti a chiedere asilo in Grecia al re della città, e si conclude con la decisione dell’intera città greca di accogliere gli esuli come astóxenoi ‘stranieri e insieme nuovi cittadini’, in nome dei diritti sacri dell’ospitalità. Portopalo è una città di frontiera sulla punta estrema della Sicilia, un piccolo paese che vive quotidianamente la realtà degli sbarchi e il problema dell’accoglienza, in cui una piccola comunità di pescatori e di contadini è costretta a misurarsi con una legislazione ambigua, a fare i conti con norme restrittive e violente che non fanno parte del codice tradizionale delle genti di mare. Portopalo è lo scenario su cui le parole antiche di Eschilo e i racconti dei migranti del nostro tempo acquistano una nuova vitalità. Qual è il ruolo del teatro oggi? Può una tragedia di Eschilo, un’opera di 2500 anni fa raccontare il nostro presente? Quante Portopalo ci sono in Europa? E quanto a lungo può continuare questo racconto? il testo di Eschilo si intreccia e si confonde con le tragiche testimonianze dei migranti che esuli dai loro paesi, in fuga dalla guerra, dalla fame e dalla carestia, dopo viaggi estenuanti per terra e per mare giungono sulle coste del nostro Mediterraneo, a chiedere asilo, a cercare una nuova patria. Così il racconto teatrale si fa orazione civile e riflessione collettiva. Il teatro recupera così la funzione originaria che aveva nell’Atene del V secolo a.C. Oggi come allora, il teatro ha senso soltanto se ‘ricorda’ il suo originario ruolo politico.