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Verso Strasburgo passando da Utoya

Novara - Tante persone e tanti giovani hanno riempito martedì 25 febbraio la Barriera Albertina per discutere di Europa con la Scuola di Politica "Imparare Democrazia" di SerMais. Un segnale molto importante e indicativo di quanto l'appuntamento elettorale di maggio non sia percepito come lontano, ma al contrario generi interesse e necessiti di una riflessione condivisa nella cittadinanza.

Introducendo la serata, il presidente di Sermais Domenico Rossi ha dichiarato: «L'appuntamento elettorale di maggio rischia di essere avvertito dai più come qualcosa di lontano, che non ci riguarda. Sappiamo che non è così, che il destino di ogni singolo stato è legato fortemente e inevitabilmente al destino degli Stati Uniti d'Europa e che le culture e i progetti politici in gioco sono differenti e spesso in conflitto anche violento tra di loro. C'è poi la crisi di questi anni che, come sempre accade, alimenta la disperazione, l'assenza di prospettive positive e il ricorso alla violenza e ha indubbiamente facilitato un'avanzata delle destre ultranazionaliste, nemiche di una visione multiculturalista della convivenza».

Il giornalista Luca Mariani, accompagnato dalle letture dell'attore Mario Podeschi, ci ha condotti nel mondo delle destre nazionaliste europee, il background culturale e ideologico di Anders Breivik, l'autore delle stragi di Utoya e Oslo. Movimenti a vario titolo nazionalisti, xenofobi e antieuropeisti presenti in tanti nazioni del vecchio continente. «La cosa più preoccupante - ha detto Mariani - è che mentre in Grecia l'ascesa del partito di estrema destra Alba Dorata può essere motivata soprattutto dalla contingenza economica disastrosa del Paese, la Norvegia rappresenta invece una delle nazioni più benestanti e civili al mondo; ciò comunque non ha impedito di iscriverla alla storia come teatro di una delle peggiori manifestazioni di odio e violenza politica dai tempi del nazismo».

L’autore ha ripercorso i passaggi più importanti del libro “Il silenzio sugli innocenti”, ricostruendo i tragici fatti e accompagnando i presenti nella comprensione del processo di rimozione, all’interno del mondo dell’informazione e della politica, della parola “socialista” e “laburista”, come segnale di rimozione del significato profondamente politico di quanto accaduto.

La serata è stata chiusa con la lettura delle bellissime parole di un giovane laburista sopravvissuto: "Caro Anders Behring Breivik, sappi che hai perso. Noi non risponderemo al male con il male, come avresti voluto tu. Noi combatteremo il male con il bene. E noi vinceremo". (Dalla lettera di Ivar Benjamin Ostebo, sedicenne scampato alla strage di Utoya, scritta nove giorni dopo la carneficina).