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Raccontare, raccontarsi. Dare voce alle emozioni

Il dott. Filippo Mittino

Trecate - La mostra dal titolo "Raccontare, Raccontarsi. Dare voce alle emozioni" verrà inaugurata sabato 23 maggio alle ore 11 presso la corte della magnolie di Villa Cicogna a Trecate. "I lavori esposti - spiega lo psicologo Filippo Mittino (nella foto), curatore dell'evento - sono frutto di alcuni incontri svolti nelle classi seconde e quarte elementari dei due Istituti Comprensivi di Trecate all'interno del progetto "Sportello Benessere" promosso dal Comune di Trecate. Dalla lettura di una storia si è passati a produrre disegni e testi scritti giungendo così a scoprire e dar nome alle emozioni. Che dire, vi aspetto alla mostra!".

Nella presentazione della mostra si legge: "La vita di ogni persona (bambino, preadolescente, adolescente, adulto) è segnata da alcuni traguardi che si desidera raggiungere (essere promosso, far parte della squadra di pallacanestro, trovare un amico/a del cuore, costruire una famiglia, trovare lavoro), è possibile considerare ogni scelta significativa come compresa in un programma narrativo: la persona deve superare delle prove per raggiungere il suo obiettivo, lungo questo percorso può incontrare degli “aiutanti” o degli “oppositori”. Lavorare in senso psicologico con le storie è quindi utile perchè permette di affrontare temi che riguardano la vita di tutti i giorni. La dimensione narrativa offre la possibilità di entrare in un sistema generativo: cogliamo degli stimoli, offerti dai racconti, che entrano nei nostri processi di pensiero e danno vita a nuove letture della realtà. Nello specifico la lettura e la scrittura di testi narrativi ci aiutano a:

– Organizzare il mondo interno: creando e raccontando storie si assegnano significati alla propria vita, ricostruendo scenari passati e intravedendo strade future. Così facendo si osserva la vita da un’altra angolatura e si può comunicare questa visione agli altri. La narrazione permette quindi di ricostruire e dare significato ad alcuni aspetti della propria vita.

– Simulare problemi reali: lettura e scrittura diventano una sorta di palestra per allenarci a far fronte a problemi: possiamo identificarci con il personaggio apprendendo da lui la via per la salvezza oppure distaccarci da esso e ipotizzare altre soluzioni possibili.

– Allenare l’empatia: seguire i personaggi mettendosi nei loro panni permette di identificarsi con le emozioni che essi sperimentano così da comprenderne il significato profondo. Quando invece siamo chiamati a scrivere delle nostre emozioni facciamo esperienza della capacità di dare ad esse un nome, una cittadinanza specifica nel nostro animo: trasformiamo cioè le emozioni in qualcosa di cui abbiamo consapevolezza, i sentimenti. La lettura e la scrittura diventano una sorta di educazione sentimentale.

– Apprendere dall’esperienza: si verifica quando il mondo caotico della nostra mente fatto di ambizioni, attitudini, abilità, desideri incontra un oggetto esterno (la storia, la scrittura) che dà ordine al caos. In questo modo non solo ogni elemento è ricongiunto in un unico quadro ma s’impara anche in che modo si giunge all’apprendimento.

Questo tipo di proposta permette inoltre agli insegnanti di essere parte attiva del percorso formativo, con la possibilità di riprendere la storia o il romanzo che ha accompagnato i loro alunni anche durante l’anno. Questo offre un maggior senso di continuità all’intervento dello psicologo con gli alunni e alla formazione stessa. La mostra vedrà esposti lavori creativi (disegno e scrittura) nati da un esperienza di utilizzo psicologico di storie tratte dalla letteratura per l’infanzia".