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IL PREZZO DEI FARMACI AL CENTRO DEL 1° WORKSHOP NAZIONALE A FIRENZE

Il comitato scientifico di questo primo appuntamento era formato da Pier Luigi Canonico, Claudio Jommi e Armando Genazzani, del Dipartimento di Scienze del Farmaco UPO
Il prof. Claudio Jommi

Firenze - Il 23 e 24 aprile si è tenuto a Firenze il Primo workshop nazionale sul pricing dei farmaci, con il patrocinio dell’Università del Piemonte Orientale, dell’Agenzia Italiana del Farmaco, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria e dell’Ispor (International Society for Pharmacoeconomics and Outcome Research) Chapter Rome, e con un fondamentale contributo del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’UPO in seno al comitato scientifico del convegno. Relatori internazionali e nazionali provenienti dal mondo dell’università, delle istituzioni e dell’industria, hanno discusso diversi aspetti collegati al prezzo dei farmaci: nello specifico i temi trattati ha indagato i modi per misurare il valore di un farmaco per capire se il suo prezzo riflette tale valore, garantire che la valutazione di impatto del farmaco continui anche dopo la sua introduzione sul mercato, e generare risparmi dalla competizione di prezzo. «È emersa in modo chiaro – secondo Claudio Jommi (nella foto), docente di Economia aziendale all’Università del Piemonte Orientale e Presidente dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria – una convergenza verso la necessità di una maggiore trasparenza nel processo di valutazione dei farmaci, di criteri più specifici (anche se non rigidi) per la valutazione dell’innovatività, di una sana competizione di prezzo che eserciti i suoi massimi effetti senza ‘forzare’ il sistema verso scelte troppo selettive non accettabili».

«L’innovatività e il value-based pricing rappresentano un fattore cruciale – commenta Pier Luigi Canonico, docente di Farmacologia che dirige il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’UPO – anche se il concetto di ‘valore’ non è immediato e i relativi parametri di valutazione, quali sopravvivenza, qualità di vita, accettabilità della terapia per il paziente, non hanno lo stesso peso nella determinazione del valore».

«La rinegoziazione delle condizioni di prezzo nel tempo richiede, in un sistema regolato, anche l’intervento dell’Agenzia del Farmaco e non solo meccanismi di mercato – ci dice Armando Genazzani, anch’egli docente di Farmacologia all’UPO e membro, con i professori Canonico e Jommi del comitato scientifico del Workshop –; il ‘valore’ di un farmaco dipende anche da quanti altri farmaci sono presenti per la stessa indicazione. Questo dovrebbe avvenire sia in sede di prima negoziazione che successivamente quando nuovi farmaci si affacciano sul mercato».

«La nostra speranza – conclude Claudio Jommi – è che questo confronto tra specialisti del settore stimoli un’ulteriore riflessione su pregi e difetti del nostro sistema, con una valorizzazione dei primi e una correzione dei secondi».