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La parola ad Anna Bonavera e al popolo delle Partite Iva

Anna Bonavera

Borgomanero - La protagonista di questa puntata di Persone & Storie è Anna Bonavera. Persona in prima linea ‘dentro e fuori i social’ per difendere il ‘popolo’ delle Partite Iva, fortemente danneggiato in questo periodo di crisi da Covid19. Proviamo a conoscerla meglio.

Anna Bonavera, parlaci di te: chi sei, quanti anni hai, da dove vieni e quali gli interessi? “Mi chiamo Anna Bonavera, 32 anni, originaria di Turbigo (Mi). Mi sono formata al Liceo Classico Carlo Alberto di Novara, città a cui sono molto legata e che ancora oggi frequento per motivi lavorativi. Sono laureata in Giurisprudenza presso l'università Carlo Cattaneo di Castellanza (Va) e ho conseguito un Master al Sole 24 Ore in Gestione e strategia d'impresa. La mia formazione universitaria è avvenuta mentre ero già entrata nel mondo del lavoro, dove opero da 10 anni. Mi sono trasferita ad Arona 10 anni fa con tutta la mia famiglia. Tra i miei interessi il tango argentino e la politica”.

Parliamo della tua attività, quando hai iniziato? E come sta procedendo prima dello tsunami Covid19? “Sono una di quei figli, insieme a mio fratello, che è stato capace di una scelta coraggiosa, quella di portare avanti il cognome di nostro padre che 25 anni fa iniziò come semplice agente di commercio. Oggi, siamo un'agenzia di commercio specializzata nell'intermediazione B2B di prodotti legati al settore idro-termosanitario: riscaldamento, condizionamento, impiantistica civile e industriale. Operiamo nel Piemonte orientale e nella Lombardia occidentale, gestiamo una struttura di back office e siamo specializzati nella formazione, comunicazione e promozione tecnica dei prodotti di cui ci viene affidata la vendita. Ho iniziato a lavorare nel 2011, sulla scia della crisi dell'edilizia iniziata nel 2009. Sono stati anni molto difficili per noi, di grande semina. Il 2019 si era chiuso per l'agenzia come il nostro anno record di fatturato e il 2020 era iniziato bene, poi...è arrivato lo tsunami Covid19”.

Arriviamo al blocco per Coronavirus, che cosa è successo? “All'inizio credo che tutti abbiano sottovalutato la portata dell'epidemia, le comunicazioni ufficiali non erano, a mio avviso, chiare e trasmettevano la giusta gravità. Con le settimane successive e i primi decreti di chiusura abbiamo compreso che la situazione avrebbe compromesso in maniera importante anche la nostra attività lavorativa. Il nostro mercato, come tanti altri, si è fermato. I nostri clienti, i rivenditori di materiale idraulico, hanno cominciato a chiudere, qualcuno rimane aperto mezza giornata in quanto appartenenti alla filiera delle attività considerate essenziali ma il lavoro prodotto è veramente minimo, limitato alle urgenze e riparazioni dell'idraulico. I cantieri sono fermi, le ristrutturazioni delle case anche, prevedo una ripresa molto lenta”.

Come vedi il mondo del lavoro e dell'impresa dopo questa emergenza? “Sarà un mondo diverso. Il nostro lavoro si base su due asset principali: la mobilità e le relazioni interpersonali. Entrambi sono compromessi e temo che ci vorrà molto tempo per tornare ai ritmi precedenti. Una parte importante del nostro lavoro si basa sulla formazione e la promozione tecnica, ovvero momenti di partecipazione e assembramento di persone. Dovremo ripensare a tutti gli strumenti e le strategie adottate sino ad ora. Ma il mio pensiero va anche ad altri settori, come quello della vendita al dettaglio, ai ristoratori, al mondo del benessere. Sono mercati che temo, si riprenderanno con molta difficoltà”.

Che cosa ti sta facendo più arrabbiare e di che cosa invece vai orgogliosa in questo periodo? “Questa intervista nasce da un post che ha ricevuto un importante consenso sul web, contenente una mia analisi sui provvedimenti adottati dal governo per il mondo delle imprese e che io ritengo siano altamente insufficienti. Alle imprese servono annullamenti dei tributi e delle rateizzazioni in corso in questi mesi, abbassamento immediato della pressione fiscale e una quota di denaro a fondo perduto pari al fatturato di questi mesi di chiusura, confrontati con il 2019. Così facendo sarebbero due i meccanismi positivi: premiare chi ha dichiarato e garantire liquidità per non fermare il ciclo dei pagamenti della filiera, le imprese continuerebbero a pagare i fornitori e i loro impegni finanziari. Quello che è stato stanziato invece, sono 400 miliardi di prestiti garantiti alle imprese, ovvero altri debiti di cui non abbiamo bisogno, in particolar modo le aziende più piccole che sono la maggioranza del nostro tessuto produttivo. Sono invece orgogliosa dello spirito nazionale riemerso, delle campagne a favore del made in Italy, dello slancio di orgoglio dei micro e piccoli imprenditori e della solidarietà del nostro grande popolo”.

Un tuo desiderio e un tuo sogno nel cassetto nel futuro prossimo? “Il primo desiderio che ho è riprendere una vita normale e tornare a far funzionare al massimo la mia organizzazione, alla quale io e la mia famiglia abbiamo dedicato tanto impegno e sacrifici personali. Un desiderio nel cassetto? Questa piccola esperienza social è stata per me molto gratificante, ho portato la voce di tanti piccoli imprenditori come me che hanno condiviso il mio pensiero. Sono storie di famiglie e generazioni, chissà, potrei continuare su questa strada di impegno sociale”.

Come contattare la tua attività? “La nostra sede è a Borgomanero in via Novara 184/d, ci potete contattare a questo indirizzo mail agenzia@bonavera.net”.

Infine, un grazie a… e un vaff... a? “Un grazie a tutti gli imprenditori coraggiosi che, ancora una volta, stringeranno i denti e se la caveranno principalmente con le loro forze. Un vaff… a chi in questo momento ha il potere decisionale e ha scelto di non aiutare le imprese italiane nel modo giusto e condannarne molte al fallimento”.

Grazie Anna e non ci resta che sperare nella luce in fondo al tunnel e che qualcuno si ricordi, ogni tanto, del cosiddetto ‘popolo delle Partite Iva’…

Gianmaria Balboni