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CAMISA, CONFAPI: La carenza di manodopera è ormai un’emergenza

DI GIORGIO, API: “La ripresa è debole, serve creare manodopera. Servizio civile in azienda di 3-6 mesi per i Neet”

Novara - “La Confapi rappresenta 116 mila piccole e medie industrie che negli ultimi anni si sono trovate ad affrontare sfide senza precedenti” – commenta Mario Di Giorgio, Presidente API Novara VCO e Vercelli.  “Lo scenario è ancora molto incerto a causa dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente” – prosegue Di Giorgio. “La carenza di manodopera resta uno dei maggiori problemi per le nostre imprese, condivido la provocazione lanciata dal nostro Presidente CONFAPI Dr. Cristian Camisa: servizio civile in azienda per i ragazzi che non proseguono il percorso di studi e non cercano lavoro” – conclude Di Giorgio.

Il Presidente CONFAPI Cristian Camisa racconta lo scenario attuale. «Nel 2023 abbiamo avuto un primo semestre positivo e poi c’è stato un rallentamento. Ci attendiamo un primo quadrimestre del 2024 ancora incerto e debole. Auspichiamo che con il nuovo annuo si attenui la stretta della politica monetaria per permettere alle aziende di tornare a investire e crescere».

«La priorità rimane la carenza di manodopera. Crediamo che questa problematica dovrebbe essere al centro dell’azione di governo perché sta diventando una vera e propria emergenza. Ogni 100 offerte di lavoro ne riusciamo a coprire solo 48. Credo si debba agire su due binari: fare in modo che le aziende abbiano la possibilità di formare i giovani e spingere sul digitale. La formazione è l’aspetto fondamentale, su questo vorrei lanciare una provocazione…».

«Si potrebbe pensare a una sorta di servizio civile di tre o sei mesi per i ragazzi che non proseguono il percorso di studi e non cercano lavoro, i cosiddetti Neet, pagato in parte dallo Stato e in parte dalle aziende stesse. Questo ci consentirebbe di ridurre la disoccupazione giovanile e darebbe alle aziende la possibilità di formare nuova manodopera qualificata. I giovani oggi vedono la piccola e media industria come un settore molto attrattivo. Per non sprecare questa opportunità dobbiamo saper innovare».

«Per quanto riguarda il Pnrr, le modifiche che il governo ha ottenuto, soprattutto l’integrazione del piano Transizione 5.0 all’interno del capitolo sul Repower Eu, vanno nella direzione che avevamo auspicato. Il Piano di ripresa e resilienza, così come era stato concepito all’origine, non era fatto per la piccola e media impresa. Ci auguriamo che venga potenziato lo strumento del credito di imposta, un modello semplice e intuitivo, già conosciuto dai nostri imprenditori».

«In tema di Superbonus, una proroga di due o tre mesi è necessaria. L’urgenza è evitare il fallimento delle aziende e il proliferare di contenziosi. Delle 14 mila imprese edili associate a Confapi il 30% sono in gravi difficoltà per lo stop del Superbonus, parliamo di circa 4.000 imprese».

«A inizio dicembre si è riunito il tavolo sull’automotive istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy d’intesa con Stellantis; chiediamo garanzie per l’indotto. Sono necessari progetti chiari e concreti che impediscano quello che di fatto sta già avvenendo: le imprese dell’indotto da un giorno all’altro si vedono ridurre o cancellare commesse da cui dipende la loro stessa sopravvivenza. Parliamo di imprese che finora hanno fornito componentistica a tutta Europa e in questi anni hanno saputo andare avanti nonostante gli shock, salvando il sistema Paese dalla crisi».

«Un’altra partita complessa è quella dell’ex Ilva. Mittal ha dimostrato che non ha alcuna intenzione di investire, come Paese non possiamo permetterci di perdere il polo dell’acciaio, questo comparto è un elemento di competitività importante per il Paese. Per il futuro di Acciaierie d’Italia sarebbe auspicabile che Invitalia passasse in maggioranza in modo da poter avviare un piano industriale serio. Ritengo che sarebbe utile anche aprire a partner extra Ue che possano essere interessati a investire in Italia».

«Concludo ricordando che come CONFAPI siamo rientrati a pieno titolo nel Cese e nel Cnel proprio con l’obiettivo di portare la voce delle nostre imprenditrici e imprenditori presso questi due importanti organismi in Italia e in Europa. Risultati importanti che aprono scenari rilevanti su più fronti. Inoltre Confapi è entrata per la prima volta nella Cabina di regia ristretta per l’internazionalizzazione. L’80% delle imprese associate sono già presenti – in diverse modalità – sui mercati esteri. Stiamo sviluppando sempre più il sostegno offerto alle nostre industrie già all’estero e stiamo aiutando in modo più continuo quelle che devono ancora avviare un percorso di crescita internazionale».