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Chimica verde ed Energie rinnovabili

Novara - Terza conferenza dal  titolo Chimica verde e Energie rinnovabili - La transizione dalle tecnologie tradizionali a quelle ecosostenibili che sarà tenuta lunedì 21 maggio alle 21. Relatore sarà l'ing. Giovanni Pieri - Consorzio IBIS per la chimica sostenibile - Novara presso l'Aula Magna dell'Istituto Omar, Baluardo La Marmora 12 (ampio parcheggio gratuito dopo le 20 con accesso da viale Curtatone 1; scale in uscita sul Baluardo La Marmora a 50 metri dall'Aula Magna). Chi volesse rinnovare l'iscrizione o associarsi ex novo al club può seguire  le modalità indicate nel sito WWW.CLUBDONEGANI.IT e nel pieghevole in distribuzione in questi giorni; alternativamente può rivolgersi direttamente ai membri del consiglio direttivo. Nel sito potete inoltre trovare in tempo reale tutte le informazioni riguardanti l'attività del Club.

Ing. Giovanni Pieri - Laureato in ingegneria chimica all’Università di Pisa nel 1963, viene assunto a Novara dall’allora Montecatini, nella sezione speciale di ingegneria diretta dall’ing. Giacomo Fauser. Dopo uno stage presso la Fondazione Internazionale di Ricerca sulle Fiamme (Olanda) viene inserito nel progetto di sviluppo industriale del biossido di titanio diretto da Prof. Umberto Colombo. In un anno di studio presso il Chemical Engineering Department del MIT (USA), acquisisce conoscenze relative ai modelli matematici delle apparecchiature chimiche, producendo sull’argomento importanti brevetti e pubblicazioni. Tra le sue attività figurano due libri: “Ricerca scientifica e Innovazione – Le parole chiaveRubbettino Scientifica” di cui è coautore, pubblicazione sponsorizzata da Confindustria e “ Giacomo Fauser – la passione per la ricerca scientifica e per il bene dell’umanità - Interlinea”. Progressivamente la sua attività si è spostata verso ruoli manageriali: responsabile del progetto Poliolefine in Fase Gas, responsabile dell’area ingegneria dell’Istituto Donegani e, nel 1987, direttore dell’istituto. Successivamente, lasciato il Donegani, ha ricoperto l‘incarico di responsabile della ricerca divisionale di Montefibre, direttore del centro ricerche di Novara della società Himont, direttore di ricerca della SNIA Tecnopolimeri e infine amministratore delegato della società M&G Ricerche, del gruppo Mossi e Ghisolfi. Dal 1993 ha svolto attività di libero professionista nel campo del trasferimento di tecnologie in ambito chimico. Al presente è impegnato nel sostegno di IBIS, consorzio di Novara per la promozione della chimica sostenibile, e nello sviluppo del Polo regionale C-Green per la chimica verde e i materiali avanzati. La sua lunga militanza nella chimica italiana lo mette in una posizione privilegiata per parlare delle trasformazioni subite dalla chimica a Novara dagli esordi, ormai quasi un secolo fa, con particolare riguardo all’ultimo turbinoso cinquantennio.

"Ormai si avvicina la ricorrenza del centenario di un evento verificatosi a Novara - afferma lo stesso Pieri - che ha segnato l’inizio della chimica moderna in Italia e che ha avuto vasta influenza nel resto del mondo. Si tratta del primo impianto di ammoniaca costruito con tecnologia propria da Giacomo Fauser, tecnologia poi diffusa in tutti i continenti. Il mondo di Fauser era molto diverso dal mondo di oggi. L’imprenditoria di allora aveva dei rappresentanti propensi a finanziare le novità e ad accollarsi il relativo rischio. Soprattutto disponeva di capitali con una larghezza che forse è solo nei sogni degli imprenditori di oggi. L’esordio della chimica a Novara determinò lo sviluppo di un polo produttivo di tutto rispetto e la nascita di un grande centro di ricerche, l’istituto Guido Donegani, frutto di una mentalità che vedeva nella ricerca, nello sviluppo di processi propri il perno del successo aziendale. Nell’immediato dopoguerra la chimica italiana vede grandi sviluppi, non solo a Novara. L’istituto Donegani che cominciò a funzionare a pieno regime solo a guerra conclusa è stato oggetto di un rigoroso studio storico che ha messo in luce come nel primo ventennio della sua attività abbia avuto un ruolo propulsivo nello sviluppo della Montecatini. Parallelamente la Montecatini inventava il polipropilene che è oggi il polimero più diffuso al mondo ed anche su questa epopea sono state scritte importanti opere storiche. La fine del boom postbellico vide l’inizio delle grandi trasformazioni: la fusione della Montecatini con la Edison, ma anche l’inizio della finanziarizzazione dei vertici delle società chimiche italiane, mentre fino ad allora avevano avuto direzione di estrazione prevalentemente tecnica. Un altro mutamento fondamentale iniziò allora: l’esternalizzazione della attività che non fossero quelle fondamentali dell’azienda. Da imprese che si riproponevano di fare tutto in casa, dalla ricerca alle pulizie dei locali, si è passati a imprese che oggi comprano tutto all’esterno, inclusa in certi casi la ricerca stessa. Questi cambiamenti non sono avvenuti senza traumi ed hanno alla fine portato alla scomparsa degli attori industriali originari. Non si creda però che ciò abbia portato alla scomparsa della chimica. Nell’area di Novara sussistono oggigiorno realtà che sono o la diretta filiazione della attività di allora, o sono il risultato di eventi di trasferimenti di tecnologia informali ma significativi o sono sorte autonomamente perché il terreno lasciato libero dai predecessori è rimasto fertile. Oggi la chimica sta affrontando il futuro sul terreno della sostenibilità dei prodotti, dell’uso di materie prime rinnovabili in luogo delle fossili e, ultima sfida, quello dell’economia circolare volta cioè ad operare in cicli chiusi tra produzione e consumo in modo che niente vada sprecato. I tempi utili per vincere questa sfida sono poi molto stretti, perché scanditi dal tumultuoso crescere di economie nuove che minacciano di marginalizzare la chimica europea e non solo italiana se non contrastate con azioni di innovazione e differenziazione".