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CNA chiede una legge per l’accesso alla professione edilizia

Iniziativa dell'associazione di categoria dopo i tragici fatti di Firenze
Marco Pasquino

Novara - Dopo la tragedia di Firenze non è più rinviabile una legge per l’accesso alla professione imprenditoriale nell’edilizia. Gli interventi introdotti fino ad oggi (vedi SOA) non danno risposte concrete in un settore delicato e altamente esposto al rischio di infortuni. Per CNA bisogna in primo luogo introdurre una formazione obbligatoria per chi intende aprire un’impresa di costruzioni edili. Probabilmente l’edilizia è rimasto l’unico settore in cui è possibile avviare un’azienda edile semplicemente attraverso l’iscrizione in Camera di Commercio.

“Da molti anni CNA chiede di regolamentare l’accesso alla professione di costruttore edile – ricorda Marco Pasquino (foto), direttore CNA Piemonte Nord – tanto che avevamo presentato un disegno di legge rimasto nei cassetti dei Governi che si sono succeduti. Nel DDL avevamo chiesto l’introduzione di un percorso di formazione, abbinato a specifico titolo di studio o comprovata esperienza in cantiere, e la capacità finanziaria, sull’esempio di quanto già richiesto in molti altri settori. La sicurezza è una priorità per tutti coloro che lavorano in cantiere, non facciamo distinzione tra titolari e collaboratori: siamo tutti coinvolti e come parti sociali ci dobbiamo tutti impegnare perché vi sia unità di intenti sul prioritario tema della sicurezza. Inoltre occorre applicare e rispettare in modo rigoroso i contratti collettivi di lavoro e contrastare le pratiche del massimo ribasso e del subappalto infinito”.