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CONFAPI, 75 ANNI DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE

Una delegazione API presente a Roma il 29 marzo 2023 in occasione del 75esimo: «Siamo la forza più sana del Paese, va diminuita la forbice di tassazione con la grande impresa»

Novara - “Un giorno importante il 29 marzo 2023 per la CONFAPI, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata: 75 anni di piccole e medie imprese!” – commenta Mario Di Giorgio, Presidente API Novara VCO e Vercelli. “Abbiamo voluto esserci e celebrare questo importante traguardo della nostra CONFAPI”! – prosegue Di Giorgio. L’API ha infatti partecipato al 75esimo a Roma con una delegazione di 15 Imprenditori del Consiglio Direttivo oltre al Presidente Di Giorgio.

“Condivido in pieno le dichiarazioni del nostro Presidente nazionale Camisa” – commenta Di Giorgio: “Le piccole e medie imprese rappresentano la forza più sana e costruttrice della nazione, oggi come nel 1947anno in cui Confapi venne costituita. Da 75 anni gli imprenditori portano avanti con coraggio le loro aziende, sono in grado di conoscere prima della politica gli orientamenti, le difficoltà, i punti di caduta e di crisi del sistema produttivo. Ed è per questo ruolo di “vigili antenne” che chiediamo anche all’attuale governo di ascoltarci come lo chiedevano gli imprenditori nel 1947”.

“Numerosi sono stati i punti toccati dal Presidente Confapi nel suo discorso, a partire dall‘orario di lavoro” – aggiunge Paola Pansini, Direttore Generale API Novara, VCO e Vercelli: «Lavorare quaranta ore in quattro giorni invece che cinque – ha detto Camisa – cambia poco. Altro discorso è se l’orario comporta un aggravio di costi per l’impresa: ora non ce lo possiamo permettere. In merito al salario minimo, poi, riteniamo che la contrattazione collettiva rappresenti uno strumento formidabile, da migliorare ma certo da preservare. Tutti i contratti dell’industria che Confapi sigla con Cgil, Cisl e Uil sono oltre la soglia minima ipotizzata».

“Camisa ha affrontato anche il tema della riforma fiscale, ribadendo appieno le considerazioni che da sempre portiamo avanti: dobbiamo diminuire la forbice di tassazione tra la piccola e la grande impresa: grazie a “patent box” o altre normative, il tax rate per le grandi industrie spesso non va oltre il 25%, mentre le Pmi devono sopportare un 60% e oltre di pressione fiscale” – prosegue Pansini.

“Tra i punti trattati dal Presidente Confapi anche l’export e la questione automotive” – aggiunge Di Giorgio. “La piccola e media industria contribuisce per il 48% all’export complessivo del “Made in Italy”, che va difeso e tutelato. Chi guarda e opera in mercati esteri ha bisogno di nuove misure a supporto, prime fra tutte linee di finanziamento mirate all’acquisto oppure all’anticipo sull’approvvigionamento delle materie prime come sostegno concreto alle esigenze di liquidità” – commenta Di Giorgio.

“Per quanto riguarda l’automotive, infine, il Presidente Camisa ha ribadito la posizione più volte espressa da Confapi, ossia: «Sosteniamo il Governo nella sua presa di posizione contro l’accordo in Europa per utilizzare gli “e-fuel” nella transizione e bocciare i biocarburanti sui quali molte delle nostre imprese hanno già puntato e che, oltretutto, sarebbero sicuramente più economici».

All’evento “75 anni di grandi imprese” sono stati presentati i dati di un sondaggio Youtrend sulla percezione delle piccole e medie imprese tra la popolazione italiana. Spicca la fiducia degli italiani nelle Pmi: per il 45% degli intervistati sono essenziali per l’economia italiana e la creazione di lavoro e per il 37% sono importanti pur mostrando potenzialità di miglioramento, per un totale dell’82%. Il 30% degli italiani dichiara inoltre che, potendo scegliere, preferirebbe lavorare in una piccola o media azienda: si tratta di un dato superiore a quello della pubblica amministrazione (23%), del lavoro autonomo (19%), della grande impresa (16%) e del terzo settore/non profit (4%). Per la maggioranza degli italiani, inoltre, rispetto alle grandi imprese nelle Pmi si lavora meglio, c’è maggiore contatto col territorio e i rapporti di lavoro sono più umani.

“Fondamentale il passaggio sul superbonus” – commenta Pansini: «il governo sta lavorando alacremente. La soluzione verso cui si sta andando, quella della piattaforma per smaltire i crediti incagliati gestita dalla società pubblica Enel X insieme alla possibilità di smaltire le detrazioni fiscali in dieci anni invece che in quattro, è fra quelle che avevamo richiesto» ha detto Camisa invitando a «fare presto perché i nostri imprenditori sono disperati. Su 19 miliardi di crediti, tre si riferiscono ad imprese Confapi».

“Ci si è soffermati anche sul “payback sanitario” voluto dal governo BisConte e dal ministro Roberto Speranza affrontato dal consiglio dei ministri dei giorni scorsi” – conclude Di Giorgio: «ci aspettiamo soluzioni. Se non si interviene tempestivamente il rischio è di far cadere sulle imprese fornitrici le eccedenze non programmabili della sanità regionale. In un momento così difficile mettiamo in ginocchio le piccole e medie industrie del settore che dovrebbero restituire alle Regioni 2,5 miliardi di euro».