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Fiducia in calo per l’industria delle province di Novara e Vercelli

Previsioni congiunturali 3° trimestre 2023
Gianni Filippa

Novara - Si riduce la fiducia nel breve termine per l’industria delle province di Novara e di Vercelli. Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre luglio-ottobre 2023 (disponibili sul sito www.cnvv.it) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione registra un’inversione rispetto al trimestre precedente, scendendo da 18,3 e 7,4 punti nel Novarese e da -1,1 a -15,2 punti in provincia di Vercelli (con una media regionale in calo da 15,6 a 7,8 punti). I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da 11,3 a 3,3 e da 7,4 a -2,9 punti in provincia di Novara, da -10,5 a -22,8 e da -4,2 a -18,2 punti in provincia di Vercelli (con la media piemontese in discesa da 14,9 a 4,4 e da 3 a -2,5 punti).

«La forte espansione che si è realizzata dopo il Covid – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – inizia a rallentare, dimostrando qualche criticità anche dal lato delle esportazioni. Preoccupano anche il forte aumento del costo del denaro e le crescenti difficoltà di accesso al credito, ma anche nei periodi peggiori le nostre aziende hanno sempre saputo cavarsela grazie alle loro forti competenze e a una notevole capacità di resilienza. Nei prossimi mesi capiremo se e quanto stiano cambiando anche a livello strutturale le condizioni di un mercato che è comunque sempre più complesso».

Pur registrano una flessione, rimangono positive le aspettative di occupazione, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che scende da 20 a 13,1 punti in provincia di Novara e da 10 a 6,5 punti in provincia di Vercelli (da 16,6 a 13,7 la media regionale), mentre la percentuale di imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione risale, rispettivamente nei due territori, dal 3,6% al 5,8% e dal 9,2% al 14,6% (a fronte di una media regionale in calo dal 6,1% al 5,6%).

«Le previsioni di investimenti significativi – aggiunge il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – si segnalano in continua crescita nel Novarese, con 33,6% delle imprese intenzionate a farne, rispetto al precedente 31,3% e a fronte di una media regionale del 27%, mentre in provincia di Vercelli si registra un calo dal 25,9% al 21,1%. Inversa è invece la dinamica delle previsioni di investimenti di sostituzione, al 47,1% nel Novarese e al 44,4% nel Vercellese, rispetto ai precedenti 52,7% e 41,2%, con il Piemonte stabile al 47,5%».

Rispetto al secondo trimestre 2023 rimane sostanzialmente invariata, in entrambe le province, la percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti: al 17,6% in quella di Novara e al 16,5% in quella di Vercelli (con la media regionale in calo dal 23,8% al 21,2%).

I dati relativi ai principali settori, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, prevedono un forte calo delle attese di produzione e di ordini nel metalmeccanico e nella rubinetteria-valvolame; una significativa riduzione è segnalata anche nel tessile-abbigliamento e nel chimico, dove però i saldi ottimisti-pessimisti rimangono positivi, mentre l’alimentare segnala una forte ripresa di questi indicatori.

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte: «Le attese delle nostre imprese restano positive. Siamo al dodicesimo trimestre di crescita consecutiva dei tre indici principali per l'economia Piemontese: l’utilizzo degli impianti, +12,8% in tre anni; investimenti, +11,5% rispetto a dopo la pandemia; occupazione, con una crescita di 26,3 punti nel saldo ottimisti pessimisti. Un percorso che anche grazie alla riduzione del costo dell’energia, sta agevolando i programmi di sviluppo, come dimostra il ricorso alla Cig ai minimi storici. Nella lettura delle previsioni dei nostri associati sono percepibili i timori legati ai due nostri principali mercati di riferimento, Germania e Francia. Così come pesano inflazione e aumento dei tassi. Oggi più che mai diventa quindi ancora più urgente un piano Industria 5.0, che razionalizzi e stabilizzi gli incentivi esistenti per gli investimenti, consentendo alle imprese di programmare a medio-lungo termine. Integrando questo programma nel Pnrr con il supporto alle Pmi tecnologiche del piano europeo Sure 5.0, avremo anche messo basi importanti di supporto all’accelerazione dei percorsi formativi e di aggiornamento professionale. La crescente richiesta di competenze, legata alle transizioni in atto, è la chiave per aumentare produttività e attrattività delle nostre aziende e del nostro territorio».