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Industria manifatturiera novarese: nuovo calo della produzione nel 4° trimestre 2012

Paolo Rovellotti

Novara - Chiusura d’anno in negativo per l’industria novarese, che nel quarto trimestre del 2012 vede diminuire, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia la produzione, in calo del -3,7%, che il fatturato, sceso del -3,5%. Questi i risultati principali della 165a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, che in provincia di Novara ha coinvolto 53 imprese, per un totale di quasi 8.150 addetti ed un fatturato superiore ai 2,5miliardi di euro.

«La rilevazione evidenzia segnali di difficoltà inequivocabili per la nostra industria – commenta Paolo Rovellotti (nella foto), presidente della Camera di Commercio di Novara – Produzione e fatturato sono apparsi negativi in tutti i quattro trimestri dell’anno; un ulteriore elemento di preoccupazione è che tra le imprese intervistate ben 6 su 10 hanno dichiarato di non aver effettuato investimenti durante il 2012, mentre solo il 7% del campione ha investito risorse per un importo superiore ai 100mila euro. Credito e proiezione internazionale – aggiunge Rovellotti - rimangono le leve prioritarie per arginare la paralisi dell’incertezza».         

Settori - Il calo della produzione viene avvertito da quasi tutte le attività manifatturiere, a cominciare dal tessile abbigliamento, che evidenzia la flessione maggiore (-6,3%), seguito dall’alimentare (-4,2%) e dal metalmeccanico (-2,3%). L’unico comparto a non evidenziare un segno “meno” è la chimica-gomma-plastica, la cui variazione si mantiene tuttavia inferiore alla soglia del +1%.

Dimensioni - Dal punto di vista dimensionale si riscontra una situazione di criticità generalizzata: la produzione industriale diminuisce per le imprese appartenenti a tutte le classi di addetti, con riduzioni che vanno dal -7,2% delle microimprese (0-9 addetti) al -0,3% delle imprese di media dimensione (50-249 addetti).

Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttivasi attesta, in media, al 58,1%, con valori superiori per la chimica-gomma-plastica (68,7%) e per le rubinetterie (63,6%).

Nuovi Ordinativi - Sul fronte della domanda si conferma la contrapposizione tra la performance del mercato interno, che sconta una flessione del -5,3%, e quella del mercato estero, in crescita del +2,3%. Il calo delle commesse interne colpisce tutti i comparti, chimica e gomma-plastica escluso, con diminuzioni più accentuate della media per il tessile abbigliamento (-7,2%) e il metalmeccanico (-6,3%). Il quadro degli ordinativi esteri, viceversa, è in gran parte dominato dal segno “più”, con l’incremento a due cifre dell’alimentare (+12,2%) in testa; non mancano tuttavia variazioni in ribasso, in particolare per le rubinetterie (-2,7%) e il tessile abbigliamento  (-2,2%). 

Fatturato - In diminuzione appare anche il fatturato, che rispetto al periodo ottobre-dicembre 2011 si riduce complessivamente del -3,5%, risultato rispetto al quale si discostano unicamente le rubinetterie, in lieve crescita del +1,4%. Il fatturato estero risulta pressoché stabile: l’analisi settoriale rivela tuttavia esiti alquanto eterogenei, con performance negative per la chimica-gomma-plastica (-4,7%) e il tessile abbigliamento (-1,4%), a cui si contrappone la crescita evidenziata dalle altre attività produttive, tra cui spicca nuovamente l’alimentare (+12,3%).

Prospettive a tre mesi - Le prospettive degli imprenditori per il periodo gennaio-marzo 2013 si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali, con l’unica eccezione degli ordinativi esteri. Circa il 48% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 7% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -40,8 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 47,3% degli imprenditori, quota che supera di 37,3 punti percentuale quella degli ottimisti. Aspettative al ribasso vengono espresse anche nei confronti degli ordinativi interni, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -35,7 punti percentuale. Diverse le previsioni relative alla domanda estera, rispetto alla quale si rileva una previsione di crescita, seppur contenuta: il 15,9% degli intervistati ipotizza un aumento delle commesse estere, mentre il 12,2% ne prevede un calo, con un conseguente saldo di opinione pari a 3,7 punti percentuali; va comunque sottolineato che quasi il 72% degli imprenditori si mantiene orientato verso un’attesa di stabilità.