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Inizio d’anno negativo per la produzione novarese ma con prospettive future in miglioramento

Indagine industria manifatturiera

Novara - Apertura d’anno in ribasso per l’industria manifatturiera novarese che, dopo aver concluso il 2014 con una battuta d’arresto della produzione, vede invertire la serie di dinamiche positive registrate nei quattro trimestri precedenti, evidenziando un calo produttivo, seppur moderato. Tra gennaio e marzo 2015 diminuiscono infatti, rispetto allo stesso periodo del 2014, sia la produzione (-0,6%) che, in misura più lieve, il fatturato (-0,1%). La 174a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” vede Novara posizionarsi al quarto posto nella classifica delle performance provinciali: tutti i territori evidenziano variazioni negative della produzione, ad eccezione di Cuneo, con una media regionale che si attesta al -0,4%.

L’indagine ha coinvolto nel Novarese 161 imprese, per un totale di circa 9.540 addetti ed un fatturato superiore ai 2,9 miliardi di euro. «Dopo la battuta d’arresto registrata in chiusura dello scorso anno l’attività produttiva novarese registra un calo, in linea con i risultati delle altre province piemontesi – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Dall’indagine emerge un quadro caratterizzato ancora da diverse incertezze, sebbene mitigate rispetto al passato e diversificate a seconda dei settori di attività economica. La nota favorevole è rappresentata dalle schiarite che si intravedono nelle previsioni future e che potrebbero indicare l’inizio di una risalita, che dovrà tuttavia trovare conferma nelle prossime rilevazioni». 

Il calo complessivo della produzione industriale risente in particolare delle performance negative di due comparti di attività economiche: il tessile-abbigliamento, in diminuzione del -5,3% e la chimica-gomma-plastica, che evidenzia un -1,1%. Più favorevoli della media provinciale, ma pressoché stazionari, i risultati registrati da metalmeccanico (+0,2%) ed alimentare (+0,2%). 

Il confronto con il primo trimestre 2014 vede diminuire leggermente il fatturato, in calo del -0,1% a livello complessivo, con flessioni che vanno dal -0,4% delle rubinetterie al -4,3% del tessile-abbigliamento, eccezion fatta per l’alimentare e il metalmeccanico che registrano invece dinamiche positive, pari rispettivamente a +1,5% e +1,2%. Più omogenei i risultati del fatturato estero, che presenta un incremento medio del +0,9%, sostenuto da tutti i principali comparti di attività economica, metalmeccanico in testa (+2,3%), con l’unica esclusione dell’alimentare, caratterizzato da un calo a due cifre (-11,8%).

L’analisi della domanda evidenzia un lieve peggioramento sul fronte delle commesse interne, in diminuzione del -0,2% rispetto all’anno precedente, registrando invece un leggero incremento per quanto riguarda gli ordinativi esteri (+0,2%). In merito a questi ultimi crescono l’alimentare (+4,6%) e il metalmeccanico (+2%, con le rubinetterie a +1,1%), mentre flettono le performance del tessile-abbigliamento (-3,5%) e della chimica-gomma-plastica (-1,8%). Per quanto riguarda gli ordinativi interni gli unici comparti a registrare risultati positivi, peraltro contenuti, sono la chimica-gomma-plastica (+1%) e l’alimentare (+0,8%), mentre per tutti gli altri prevale il segno meno.

Per il periodo aprile-giugno 2015 gli imprenditori esprimono aspettative più rosee rispetto a quelle manifestate nelle precedenti indagini, che apparivano improntate ad una forte incertezza. Il 27% degli intervistati dichiara di aspettarsi un aumento della produzione industriale, a fronte del -26,8% che ne prospetta un calo, generando un saldo di opinione pressoché stazionario pari a 0,2 punti percentuale. Le previsioni ottimistiche superano quelle negative relativamente al fatturato, atteso in crescita dal 27,8% degli imprenditori, quota che supera di 2,8 punti percentuale quella dei pessimisti. Aspettative favorevoli vengono espresse anche nei confronti degli ordinativi interni, il cui saldo ottimisti/pessimisti si assesta sui 5,3 punti percentuale. L’unico indicatore dissonante è rappresentato dalla domanda estera il cui saldo ottimisti/pessimisti si assesta sui -5,6 punti percentuale.