Share |

L’economia del Piemonte e della provincia di Novara

Focus su investimenti, capitale umano ed export nell’incontro di Camera di Commercio, Banca d’Italia e Università del Piemonte Orientale

Novara - Un prima e un dopo: è quanto emerso dall’andamento dei dati presentati in occasione dell’incontro “L’economia del Piemonte e della provincia di Novara: numeri e tendenze del sistema bancario e produttivo” organizzato da Camera di Commercio di Novara e Banca d’Italia, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, nel pomeriggio di giovedì 21 giugno presso la sede camerale.  Ad aprire i lavori è stato il presidente della Camera di Commercio Maurizio Comoli: «Tra le sfide che più incidono sulla capacità di innovare e competere vi sono globalizzazione e digitalizzazione: per aiutare le imprese ad affrontarle la Camera di Commercio ha promosso percorsi di formazione e contributi specifici, come quelli previsti dal bando Voucher Digitali I4.0 che si aprirà lunedì 25 giugno. I voucher andranno a sostenere nella misura del 50% i costi per consulenza e formazione su tecnologie 4.0, a fronte di una spesa minima di 2.000 euro e fino ad un massimo di 5.000 euro per ciascuna impresa, con uno stanziamento complessivo pari a 100mila euro».

Hanno quindi portato i propri saluti il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, ed Eliana Baici, direttore del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’Università del Piemonte Orientale, la quale ha sottolineato: «la voglia di fare rete e di collaborare di questa città: ci piacerebbe che l’Università venisse interpellata, ad esempio sul credito d’imposta, per mostrare cosa sappiamo e possiamo fare per il territorio». 

È seguita la presentazione del Rapporto annuale sull’economia piemontese della Banca d’Italia, introdotto da Ezio Gamerro, dirigente della sede di Torino: «La nostra ricerca economica è finalizzata a fornire un contributo utile a coloro che devono prendere delle decisioni: assistiamo finalmente ad un rafforzamento della ripresa, sostenuta da produzione industriale, redditi e consumi». Rafforzamento confermato dall’analisi di Luciana Aimone Gigio della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia. «Nel 2017 il PIL piemontese ha accelerato, crescendo pressoché in linea con l’Italia. L’attività si è intensificata nell’industria e nei servizi, ma non nelle costruzioni, e il credito ha continuato a crescere a tassi moderati. In ascesa anche gli investimenti delle imprese: circa un terzo ha fruito degli incentivi per macchinari a tecnologia avanzata, sostegno che nel 35% dei casi ha indotto una spesa maggiore; non si è arrestato, invece, il calo degli investimenti pubblici. In termini di capitale umano, la quota di laureati in Piemonte si mantiene inferiore a Nord-Ovest e Italia e anche la domanda di personale qualificato risulta relativamente bassa».  

Dopo gli interventi dedicati all’andamento dell’economia regionale, il focus di analisi si è concentrato sul territorio novarese, grazie all’intervento di Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara: «Le imprese novaresi sono tornate a crescere nel 2017, interrompendo l’emorragia dell’ultimo decennio, grazie alla ripresa di commercio e costruzioni, mentre per gli artigiani la crisi non appare ancora del tutto superata. L’industria ha iniziato a ritrovare il suo ruolo di traino – ha sottolineato d’Ercole – confermato da un aumento del valore aggiunto e da una stabilizzazione della produzione industriale su valori ampiamente positivi, con un incremento medio annuo del +3,6%. Una ripresa a valori crescenti anche per l’export, che dopo un 2016 all’insegna della stabilità, ha chiuso il 2017 con incremento tendenziale del +6,5%, incremento confermato anche dalla performance positiva raggiunta nel primo trimestre 2018, pari al +4,1% e superiore sia a quella regionale che nazionale».  

Il quadro del commercio internazionale è stato al centro dell’analisi condotta da Alessia Amighini, professore associato di Politica Economica presso l’Università del Piemonte Orientale, la quale ha messo in evidenza il posizionamento dell’Italia sullo scenario internazionale: «Dal 2017 il differenziale tra commercio e PIL è tornato positivo e anche la quota italiana sull’import dal mondo registra un miglioramento generalizzato rispetto a settori economici e destinazioni geografiche, con una gamma di Paesi di interesse più ampia di quella immaginata. Per quanto riguarda la questione dimensionale delle imprese, è vero che la presenza di micro e piccole realtà, caratterizzate da un margine estensivo più ridotto, rappresenta un dato di fatto per l’economia italiana, ma anche per quella francese e tedesca: è importante sottolineare che i piccoli imprenditori sono strutturalmente piccoli, ma non necessariamente deboli».