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L’economia piemontese e novarese

Occupazione, investimenti, export e credito al centro dell’incontro organizzato da Camera di Commercio e Banca d’Italia

Novara - “L’economia del Piemonte e della provincia di Novara” è stato il tema dell’incontro organizzato da Camera di Commercio di Novara e Banca d’Italia nel pomeriggio di mercoledì 25 giugno presso la sede camerale. «In un contesto di razionalizzazione e riorganizzazione come quello che stiamo vivendo – ha esordito Paolo Rovellottipast president e componente della Giunta camerale, riferendosi alla prospettata riforma del sistema camerale e della pubblica amministrazione in generale – la dimensione del territorio rappresenta un tassello importantissimo per offrire un sostegno razionale e metodico all’attività di impresa. È fondamentale semplificare e snellire, risparmiare ed eliminare privilegi e lentezze, ma senza per questo impoverire i territori, lasciandoli soli».

Sono quindi intervenuti in rappresentanza della Banca d’Italia Ezio Gamerro, Direttore della Filiale di Novara e Paolo Comune Compagnoni, dirigente della Sede di Torino, che hanno ricordato l’attività di ricerca economica svolta dall’istituto i cui risultati vengono raccolti nel rapporto annuale dedicato all’economia regionale. Ad entrare nel merito dei dati è stato Roberto Cullino, della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia: «Il 2013 è stato un anno difficile, con cali dell’occupazione e una perdurante debolezza sia dei consumi delle famiglie, diminuiti del  -2,4%, sia degli investimenti delle imprese. Il calo ha riguardato anche il credito, tanto sul fronte della domanda che dell’offerta, con una differenziazione delle condizioni praticate dalle banche, soprattutto verso le posizioni di maggiore rischio».

Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio, ha quindi tracciato una panoramica sullo stato di salute dell’imprenditoria locale, con particolare riferimento all’andamento demografico e congiunturale e con focus sugli investimenti attuati dalle industrie manifatturiere: «Nel corso del 2013 oltre la metà delle imprese intervistate ha dichiarato di non aver effettuato alcun investimento, una quota elevata ma comunque in discesa rispetto all’anno precedente, quando a non investire era stato il 62,3% degli imprenditori. Per quanto riguarda i canali di finanziamento – ha continuato D’Ercole – la fonte principale è stato il credito bancario, a cui hanno fatto ricorso il 45,4% delle imprese, a fronte del 41,1% del 2012; notevole è stato tuttavia l’impiego di risorse proprie, utilizzate ben nel 42,6% dei casi, in deciso aumento rispetto al precedente 29,5%».

Commercio estero e credito sono stati i temi approfonditi rispettivamente da Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, e da Cristina Balbo, Direttore di Area Valle d’Aosta e Piemonte Nord Est di Intesa San Paolo. «Nel criticare l’economia italiana – ha ricordato Fortis - spesso si dimentica il fatto che il nostro Paese, negli ultimi 22 anni, ne ha registrati 21 di avanzo statale primario, al netto cioè degli interessi sul debito. L’aumento dell’export novarese nel 2013 è stato positivo, seppur non straordinario, ma dobbiamo considerare che i livelli di crescita registrati negli anni precedenti non sono più raggiungibili, e non solo da noi, tenendo anche conto che i picchi toccati nel periodo 2007-2008, specie per il nostro comparto della rubinetteria e valvolame, erano in realtà gonfiati dalla bolla immobiliare».

Balbo è quindi entrata nel merito delle cause che hanno determinato la restrizione del credito a famiglie e imprese: «Le imprese più solide, che hanno saputo innovare e posizionarsi su nuovi mercati esteri, hanno riscontato minori difficoltà di pagamento e quindi minori necessità di accesso al credito; per quelle più deboli, spesso sottomonetizzate e caratterizzate da fatturati e redditività in calo, la richiesta di risorse si è orientata verso interventi di ristrutturazione, talvolta non accolti per evitare un più grave indebitamento. Questi casi sono chiaramente i più complessi – ha concluso Balbo – ma è comunque fattibile un miglioramento anche attraverso una più stretta collaborazione tra imprese, banche e associazioni».

Gli atti del convegno sono disponibili sul sito della Camera di Commercio al seguente indirizzo www.no.camcom.gov.it/GE2014.