Share |

Malpensa, Modiano: Siamo ormai fuori dall’emergenza

Novara - «Siamo ormai fuori dall'emergenza e possiamo iniziare a pensare con ottimismo al futuro, considerando Malpensa come uno scalo all'altezza dell'enorme area metropolitana a cui fa riferimento. Abbiamo investito in infrastrutture e in sicurezza, aumentando il margine per passeggero di oltre un terzo in tre anni: non si era mai vista, nella storia di Sea, una crescita così elevata. Questo risultato ci consentirà di fare ulteriori progressi nei prossimi 15 anni anche senza realizzare la terza pista. Entro cinque anni anche Linate avrà nuovi impianti. Siamo passati dall’emergenza all’eccellenza». Lo ha detto il presidente di Sea, il gruppo che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, Pietro Modiano, intervenendo nei giorni scorsi a un incontro con gli imprenditori della Giunta dell'Associazione Industriali di Novara.

«Sea – ha spiegato Modiano – è tra i primi 10 gestori in Europa e il secondo in Italia, con 28,1 milioni passeggeri nel 2015, di cui 18,5 a Malpensa, il 14% su voli nazionali, il 56% su rotte europee e il 30% su rotte intercontinentali, mentre da Linate sono passati 9,6 milioni di passeggeri, di cui il 52% su voli nazionali. Un forte incremento si è registrato anche nel traffico merci: oltre 512mila tonnellate nel 2015, di cui più di 500 a Malpensa, più della metà di tutto il traffico cargo nazionale, in costante incremento soprattutto da inizio 2016».

A fronte di un fatturato che nel 2015 era stato di circa 700 milioni di euro, con la componente Aviation che aveva generato il 57% dei ricavi, Il Cda della società milanese ha da poco approvato la proposta di bilancio 2016 che vede risultati in crescita: ricavi a 653,5 milioni (+1,7%), Ebitda a 234,4 milioni (+5,1%), utile netto a 93,6 milioni (+11,7%) e indebitamento finanziario a 529,4 milioni di euro, in calo di 8,9 milioni rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda il traffico, nel 2016 si sono registrati 29 milioni di passeggeri, in crescita tendenziale del 3,1%, e 549,4 mila tonnellate di merci (+7,2%), con forti incrementi soprattutto nel mese di dicembre.

Malpensa opera su un territorio di 1.220 ettari (12,2 kmq), pari a sei volte l’area del Principato di Monaco/Montecarlo e 28 volte quella della Città del Vaticano. Le due piste parallele misurano circa 4 km di lunghezza ciascuna e il sistema di vie e rullaggio si sviluppa per circa 19,4 km (che salgono a 28,5 km se si considerano anche i percorsi di rullaggio sui piazzali). Le piazzole di sosta per le aeromobili sono 203, per una capacità di sosta contemporanea di 155 velivoli. La “Cargo City” conta circa 50mila mq di magazzini, attualmente in fase di raddoppio, e sono presenti circa 9.000 posti auto per i passeggeri e 2.600 per gli operatori. Lo scalo dispone di una centrale di cogenerazione per la produzione di energia termica ed elettrica.

Al tema dello scalo aeroportuale come “motore di sviluppo per il territorio” è stata dedicata ampia parte della relazione. «Malpensa – ha proseguito Modiano – è una vera e propria “città”, che deve dotarsi di un apposito piano regolatore: il Masterplan. Per la sua rimodulazione al 2030 abbiamo adottato un processo ispirato alle migliori prassi e cercato di anticipare le normative europee di futura adozione che prevedono, ad esempio, il coinvolgimento del pubblico interessato al progetto in una fase precoce delle procedure decisionali, l’accessibilità elettronica delle informazioni pertinenti, i tempi di consultazione del pubblico interessato non inferiori ai 30 giorni, il coinvolgimento delle Università per analisi ambientali e la Vis - Valutazione d’Impatto sulla Salute. Stiamo condividendo le linee-guida del nostro lavoro con tutti gli stakeholder attraverso un articolato percorso di informazione, dialogo e confronto».

Gli scenari di crescita al 2030 prevedono per Malpensa una evoluzione del traffico passeggeri in continua progressione fino a raggiungere i 32,5 milioni. Ancora più forte è la stima di incremento del traffico merci, che dovrebbe superare il milione di tonnellate. Rispetto alle ipotesi precedenti, che calcolavano un consumo di 440 ettari, i nuovi scenari di mercato hanno portato Sea a ridurre la necessità di sviluppo su aree esterne: il nuovo piano di sviluppo dell’aeroporto è infatti essenzialmente interno al sedime attuale, con un’espansione a Sud su nuove aree per circa 90 ettari, che saranno destinate a infrastrutture “air-side” (piste di volo, vie di rullaggio e nuovi raccordi, piazzali di sosta aeromobili e nuovi sistemi di controllo del traffico aereo), allo sviluppo della Cargo City (con nuovi magazzini e servizi di supporto dell’attività, in continuità con le infrastrutture esistenti) e al miglioramento dei sistemi di accesso all’aeroporto, quali il collegamento ferroviario tra i terminal 1 e 2 e la nuova stazione, il raccordo con linea Rfi del Sempione, il miglioramento dell’accessibilità al terminal 2, lo sviluppo dei parcheggi auto, una nuova area di manutenzione delle aeromobili, nuove palazzine uffici al terminal 2, con interventi sulla mensa e il Cral, una nuova area operativa per gli Enti di Stato e nuovi insediamenti per servizi vari, che vanno dalla manutenzione al catering.

«Va evidenziato – ha aggiunto Modiano – come Malpensa occupi direttamente circa 17mila persone. Nel Masterplan si prevede un raddoppio di questo valore: da 16.700 del 2014 a 31.400 nel 2030 per l’occupazione diretta “on site”, assumendo lo scenario base di crescita del traffico passeggeri e merci. Siccome l’impatto economico complessivo generato da un aeroporto per il proprio territorio di riferimento è la risultante della sommatoria di varie tipologie di fattori, stimiamo anche un aumento del 50%, da 44.200 persone nel 2014 a 58.800 del 2030, per l’occupazione diretta “off site”. A livello di impatto diretto complessivo, si passerebbe quindi dai 61mila addetti del 2014 ai quasi 100mila del 2030, con un valore della produzione che passerebbe dai quasi 8 miliardi del 2014 a oltre 15,6 miliardi. Uno studio del Centro di ricerca per lo Sviluppo del territorio della Liuc - Università Carlo Cattaneo sull’impatto socio economico di Malpensa stima, inoltre, che se si comprendono nel calcolo anche l’impatto “indiretto” e quello “indotto” l’incremento sarà dell’87% per l’occupazione, da 87.400 persone nel 2014 a 163.400 nel 2030, e del 96% per il valore della produzione: da circa 13,75 miliardi nel 2014 a quasi 27 nel 2030».

«Siamo consapevoli – ha poi sottolineato il presidente di Sea – che l’aeroporto genera anche effetti negativi sul territorio circostante, ma da tempo siamo impegnati per ridurre al minimo i disagi: tra il 2012 e il 2015 abbiamo ridotto in modo significativo le rotte in uscita a Nord e l’evoluzione tecnologica delle aeromobili permetterà di contenere sempre di più gli impatti sull’esterno. I dati Iata dimostrano, inoltre, che è evidentissima la diminuzione, più che dimezzata, dell’inquinamento acustico generato dai modelli sempre più evoluti di aeromobili. Si tratta di un processo che continuerà sicuramente, anche per rispondere alle esigenze delle compagnie aeree di avere sempre meno consumi e meno costi di manutenzione, che si traducono in profili aerodinamici sempre più efficaci e motorizzazioni più performanti».

Durante il dibattito, nel corso del quale alcuni imprenditori dell’Ain hanno sottolineato la difficoltà di raggiungere lo scalo con i mezzi di trasporto pubblici, Modiano ha sottolineato quanto la crescita di Malpensa rappresenti un elemento di sviluppo a vantaggio di tutto il sistema produttivo territoriale. «Malpensa – ha concluso – è il primo “stabilimento produttivo” della Lombardia; il nostro compito è garantire la sua crescita nel lungo termine, tenendo conto di tutte le condizioni del contesto di riferimento, e in linea con gli strumenti di programmazione nazionale».