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Manifatturiero: Novara fanalino di coda del Piemonte

Novara - Apertura d’anno all’insegna del ribasso per la produzione industriale novarese, che nel primo trimestre 2013 vede diminuire sia la produzione che il  fatturato. La 166a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” registra flessioni in tutte le province del Piemonte, rispetto alle quali Novara evidenzia le performance più negative: in confronto al periodo gennaio-marzo 2012 la produzione provinciale arretra del -6,4) (-5,1% il dato regionale) e anche il fatturato registra un’analoga diminuzione, pari al -6,3% (a fronte del -4,3% dell’intero Piemonte). L’indagine ha coinvolto nel Novarese 151 imprese, per un totale di oltre 8.300 addetti ed un fatturato superiore ai 2,6 miliardi di euro.

«Era dal 2009 che la produzione, pur in discesa, non registrava una simile diminuzione - spiega Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio di Novara – Si tratta di un segnale inequivocabile delle difficoltà che sempre più attanagliano le nostre imprese: per ripartire occorre mettere in moto la competitività, il che significa sgravi per l’occupazione, in primis quella giovanile, investimenti e un’offerta del credito che guardi alle effettive potenzialità d’impresa. La crescita non passa per continui interventi correttivi – aggiunge Rovellotti – che rischiano solo di accentuare le aspettative, già negative, circa un possibile cambiamento del quadro economico».

Settori - Il calo della produzione industriale, avvertito da tutte le attività manifatturiere, supera la media provinciale per il comparto metalmeccanico, che complessivamente evidenzia una variazione annuale del -8,3%, risultato che si riduce al -5,2% considerando le sole rubinetterie. Più contenute anche le perdite dell’output della chimica-gomma-plastica (-5,1%) e del tessile-abbigliamento (-4,1%), mentre l’alimentare chiude il trimestre all’insegna di una flessione più modesta, inferiore al punto percentuale.

Dimensioni - Sotto il profilo dimensionale le maggiori criticità riguardano soprattutto le piccole imprese: le attività con un numero di addetti compreso tra 10 e 49 unità registrano, infatti, una riduzione produttiva vicina al -10%. Supera la media provinciale anche la produzione delle grandi imprese (250 addetti ed oltre), in discesa del -7,6%, mentre appare più contenuto il calo produttivo della fascia dimensionale intermedia.

Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttiva si attesta mediamente al 56,1%, risultato che risente della performance del metalmeccanico: i principali settori di attività economica registrano infatti valori superiori alla media, mentre il metalmeccanico si ferma al 50,9%.

Nuovi Ordinativi - Il segno “meno” domina anche sul fronte della domanda: i nuovi ordinativi provenienti dall’estero evidenziano un calo complessivo del -3,4%, mentre le commesse interne scontano una flessione più significativa, pari al -8,2%. Le difficoltà del mercato interno colpiscono tutti i comparti, senza eccezione alcuna, con perdite superiori al -12% per il metalmeccanico (-14,9% il dato relativo alle rubinetterie). Più eterogeneo appare, invece, il quadro degli ordinativi esteri, che diminuiscono per chimica-gomma-plastica, metalmeccanico e alimentare, mentre aumentano per il tessile-abbigliamento e le rubinetterie, le quali mettono a segno una variazione del +5%.

Fatturato - Il confronto con il primo trimestre 2012 vede diminuire il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente del -6,3%: ancora una volta è il metalmeccanico a scontare la flessione più elevata (-7,3%) sotto il profilo settoriale. In calo anche il fatturato estero, che scende del -5,2%: i risultati appaiono negativi per tutti i comparti, alimentare incluso, con l’unica eccezione del tessile-abbigliamento, in crescita del +7,2%.

Prospettive a tre mesi - Le prospettive degli imprenditori per il periodo aprile-giugno 2013 si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali. Oltre il 36% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 17,3% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -19,2 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 37% degli imprenditori, quota che supera di 26,3 punti percentuale quella degli ottimisti. Analoghe le aspettative espresse nei confronti dei nuovi ordinativi, il cui saldo di opinione risulta negativo in riferimento sia alla domanda interna, attesa in diminuzione dal 35,2% degli intervistati contro il 15,8% che ne ipotizza un aumento, sia a quella estera, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -14,1 punti percentuale.